Per Dave Eggers una nuova lettura, dopo L'opera struggente di un formidabile genio e la riscrittura di Le creature selvagge. Il Cerchio è una società, un'azienda, che non solo cavalca ma spinge avanti in modi radicali ed estremi la rivoluzione digitale e informatica. Come luogo di lavoro, anzi come comunità integrale, "lì ogni cosa era perfetta. Le persone migliori avevano creato i sistemi migliori e i sistemi migliori avevano permesso di raccogliere i fondi, fondi illimitati, che rendevano possibile tutto questo. Ed era naturale che fosse così. Chi poteva creare l'utopia se non degli utopisti?". Il Cerchio, infatti, è guidato come da uno "zio prediletto" tra i cui generosi progetti c'è quello di documentare e testimoniare, attraverso miliardi di telecamere, tutto quello che succede nel mondo, affinché tutti possano conoscerlo: tutto deve essere visto e conosciuto da tutti, la privacy è un furto, e tutti gli esseri umani devono essere onniveggenti e onniscienti, avere "gli occhi di Dio", sotto il cui sguardo "tutte le cose sono nude e aperte". "99 punti su 100 è quasi perfetto, certo, ma al Cerchio questo punto in meno disturba", il cerchio deve essere chiuso, completato, in maniera tale che, eliminata quella "cappa di invisibilità" - la certezza di non essere visti in ogni attimo della propria vita - che induce gli uomini all'ingiustizia, saremo "costretti a essere la versione migliore di noi stessi. In un mondo dove le brutte strade non sono più un'opzione, non abbiamo altra scelta che essere buoni. Se non abbiamo altra scelta che la strada giusta, la strada migliore, questo sarà per tutti una specie di estremo sollievo che tutto comprende". E allora "chi può voler ostacolare l'incontestabile miglioramento del mondo", questo "secondo Illuminismo"? Chi può voler ancora vivere in un mondo dove ci sono persone senza casa, odori aggressivi, macchine che non funzionano sedili e pavimenti non puliti, caos e disordine dappertutto, inutile conflittualità, inutili errori e inefficienze? Eppure qualcuno crede che servano attimi di "tregua dalla innaturale perfezione", che il Cerchio stia "creando un mondo di luce sempre accesa che ci brucerà vivi, tutti quanti. Non ci sarà tempo per riflettere, dormire, raffreddarsi", che il Cerchio sia uno "squalo che divora il mondo". Quale il finale di questo progetto di una totalitaria e pan-ottica utopia?
George R.R. Martin non è solo Cronache del ghiaccio e del fuoco, e così gradendo molto quella saga mi sono dato alla lettura di Armageddon Rag. Insomma. Il romanzo parte bene, come un thriller ambientato nel mondo della musica rock e della controcultura degli anni '60, ma quando ha una svolta mistico/esoterica perde parecchio in interesse, almeno per quanto mi riguarda. Aspetterò altro materiale dalla saga fantasy.
Finito infine Le due città di Charles Dickens. Un romanzo con un incipit fenomenale che immerge profondamente nel periodo migliore e peggiore di tutti i tempi, quella stagione di luce e tenebre che è stata la rivoluzione francese; una trama tesa, appassionante e intrecciata tramite avvincenti colpi di scena, capovolgimenti e riconoscimenti; dei personaggi umani e altri estremamente potenti, come nel bene così nel male; un finale glorioso.
Seconda lettura anche per le indagini di Harry Hole, il poliziotto norvegese creato da Jo Nesbø. Il pettirosso intreccia le indagini su gruppi neonazisti scandinavi, traffico di armi, attentati terroristici, con le vicende dei soldati norvegesi all'epoca dell'occupazione tedesca, inviati a combattere sul fronte russo: come sono legate storie che si svolgono con oltre cinquant'anni di distanza? I tradimenti, personali e politici, privati e storici, possono essere perdonati? Buona la capacità dell'autore di raccontare sia il suo thriller, sia la storia pubblica del suo paese.
Davvero ottimo il saggio di Peter Sloterdijk sulla Critica della ragion cinica.