Si aggiunge alle letture seriali anche il commisario Maigret di George Simenon, che con Pietr il Lettone e Il cavallante della "Providence" si dimostra personaggio granitico e umano, calmo e deciso; "un poliziotto che tenta di impedire a malviventi di grosso calibro di perseverare nelle loro imprese, e che si ostina a vendicare un collega assassinato"; "un uomo che non si veste da un sarto inglese, che non ha tempo di passare ogni mattina dalla manicure e la cui moglie prepara invano pranzi e cene, rassegnata"; "un commissario i prima classe il quale ogni volta che chiude un caso, dopo aver messo gli assassini sotto chiave, deve sedersi alla scrivania, prendere un foglio di carta, fare l'elenco delle spese, pinzarvi le ricevute e le pezze giustificative, quindi litigare con il cassiere"; il commissario Maigret "non possiede auto, né milioni, né una schiera di collaboratori", ma con panini imbottiti e birra spumosa, rinviando le cure per le proprie ferite, risponde all'appello della giustizia.
Sempre noir francese, Fatale di Jean-Patrick Manchette si prospettava come un potenziale buon romanzo e coinvolgente lettura, la storia di una killer professionista, una donna davvero fatale, appunto. E invece, l'assassina porta a porta, itinerante - ogni città è una città del denaro e del peccato, in cui sesso, scandali, crisi e conflitti offrono buone opportunità di lavoro per una killer che sa proporsi ai suoi clienti -, pur efficace nei metodi, non è una fredda e fatale killer, ma una donna assassina un po' per caso e un po' per necessità/bisogno/desiderio economico, forse isterica più che voluttuosa e filosofica come vorrebbe il suo autore.
Sempre noir francese, Fatale di Jean-Patrick Manchette si prospettava come un potenziale buon romanzo e coinvolgente lettura, la storia di una killer professionista, una donna davvero fatale, appunto. E invece, l'assassina porta a porta, itinerante - ogni città è una città del denaro e del peccato, in cui sesso, scandali, crisi e conflitti offrono buone opportunità di lavoro per una killer che sa proporsi ai suoi clienti -, pur efficace nei metodi, non è una fredda e fatale killer, ma una donna assassina un po' per caso e un po' per necessità/bisogno/desiderio economico, forse isterica più che voluttuosa e filosofica come vorrebbe il suo autore.
Non particolarmente convincente la mia prima esperienza di lettura con due giallisti italiani: Giorgio Scerbanenco, ma il risultato potrebbe forse anche essere dovuto al fatto che I ragazzi del massacro da me letto rappresenta la terza delle quattro indagini del medico e investigatore Duca Lamberti, non so; Stefano Tura, il cui Il killer delle ballerine mi è sembrato un po' troppo raffazzonato e convulso come thriller.
Mentre procedono sempre su livelli più che buoni le indagini di Harry Hole: Jo Nesbø con L'uomo di neve continua a confermare tutto il gran bene che ho già espresso a proposito della sua scrittura.
Sempre per le letture seriali, proseguono le avventure di 007 di Ian Fleming con Moonraker, gioco d'azzardo in cui si sfidano agenti segreti inglesi, scienziati missilistici tedeschi (leggi ex nazisti), spie sovietiche e, ovviamente, bellissime donne.
Dopo il primo capitolo della saga di Alex Cross, per James Patterson arriva anche il primo di quella delle donne del club omicidi, e con Primo a morire si confermano i colpi di scena, e di grazia.
Si aggiunge anche lo scienziato della deduzione Sherlock Holmes, creatura di Conan Doyle che in Uno studio in rosso e Il segno dei quattro mette subito in luce, in maniera impressionante, le sue spiccate doti di ragionamento.
Un po' deludente la lettura dei racconti de Il re giallo di Robert W. Chambers, avevo altre aspettative.