Riprendono questo mese, con l'anno nuovo, le letture di genere, con le avventure de Il ritorno di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, quelle dell'agente segreto 007 di Ian Fleming con I diamanti sono per sempre e Dalla Russia con amore, e le indagini del nuovo personaggio di Don Winslow, Neal Carey, con London Underground e China Girl.
Deludenti sia L'amica geniale, di Elena Ferrante, eccessivamente prolisso senza motivo - non posso proprio pensare di leggere gli altri tre volumi e assolutamente non mi spiego come sia diventato un caso e un successo letterario -, sia, almeno in parte, la storia della porcellana e della passione per tale materiale raccontata, in modo troppo aneddotico e poco romanzato, da Edmund de Waal in La strada bianca.
Per la saggistica, eccezionale la ricostruzione del cosmo di un mugnaio del Cinquecento - con gli scambievoli rapporti tra cultura alta e popolare, con la religiosità contadina cui Riforma e diffusione della stampa danno il coraggio e le parole per esprimersi e farsi sentire - realizzata da Carlo Ginzburg in Il formaggio e i vermi. In più, Occidente senza utopie di Massimo Cacciari e Paolo Prodi.
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