Tra i tanti volumi pubblicati nella collana Philosophy and Pop Culture, uno dei più interessanti è Watchmen and Philosophy. A Rorschach Test. Una serie di articoli indaga il graphic novel di Alan Moore del 1985, Watchmen appunto, cercando di vagliarne le indubbie profondità filosofiche.
Una prima parte degli interventi si prefigge, ad esempio, di valutare le politiche del potere che il motivo conduttore dell'opera – "chi controlla i controllori?" o "chi custodisce i custodi?" (who watches the watchmen) – implica e porta con sé: è lecito assumersi la responsabilità di provare a raddrizzare un mondo alla deriva?
Altri articoli affrontano questioni etiche, quali il rapporto tra mezzi e fini dal punto di vista delle contrapposte prospettive consequenzialiste (rappresentate in Watchmen da Ozymandias) e deontologiche (di cui sembra farsi portavoce Rorschach), il valore delle aristoteliche virtù mediane (le virtù "con la pancetta" di Nite Owl, un tipo ordinario in un mondo straordinario che prova a fare del bene senza rovinare se stesso nel processo), l'interrogativo su se e quando dire la verità possa essere sbagliato.
Una terza parte del saggio tenta un approccio a questioni metafisiche quali la natura dell'identità personale, del tempo, della libertà umana. Infine, l'ultima sezione è relativa al valore letterario di un'opera a fumetti come Watchmen, cui non si può opporre la domanda critica e snobistica "perché non ti vai a leggere un bel libro?".
2 interventi:
Devo rileggere Watchmen (be' è un piacere).
un compito piacevolmente assolvibile, effettivamente ;-)
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