Perché Cartesio ha trascorso tanti anni della sua esistenza lontano dalla Francia? E perché in Olanda? «Eppure è ovvio. Cartesio ha fatto quello che fanno tutti i francesi ad Amsterdam: è venuto a fumare l'erba!». Partendo da questa risposta del proprietario di un caffè di Amsterdam, Frédéric Pagès indaga nel suo breve e fulminante Cartesio e la cannabis il fondamento di questa ipotesi di un Cartesio narco-turista, andato in Olanda per «fumare in pace e a un prezzo onesto un'erba di qualità», come dimostrerebbero anche molte delle esperienze dal filosofo stesso raccontate, talmente "allucinanti" da non poter trarre origine da altro che dal consumo d'erba.
Che Cartesio abbia trascorso ventun'anni – il periodo più importante della sua vita adulta, quindi –, intervallati da brevi soggiorni in Francia, nei Paesi Bassi è un dato di fatto. Che nei suoi scritti e nelle sue lettere egli abbia elogiato incessantemente le allora Province Unite quale luogo in cui trovare facilmente tutte le comodità e le curiosità che si possono desiderare, tutto ciò che le Indie producono e che è raro in Europa, è innegabile. Ma perché, allora, si chiede Pagès, «di questo Cartesio olandese che i Paesi Bassi considerano come un fiore all'occhiello della loro Età dell'oro, i miei professori di filosofia non mi avevano mai parlato»?
Se la prima volta (1618) Cartesio si reca in Olanda per iscriversi, in quanto figlio minore, figlio cadetto, in una delle migliori accademie militari dell'epoca, arruolandosi poi nel reggimento francese di Maurice de Nassau ma nel momento di tregua della Guerra dei Trent'Anni, quando vi torna (1628) è per dedicarsi alla scienza, al nuovo sapere e alle nuove tecniche, vantando l'Olanda le università migliori e più vivaci, un clima culturale euforico ed eccitante: l'Olanda rappresenta l'avanguardia liberale dell'Europa – che, ad esempio, offre asilo a Galilei dopo la condanna da parte di Roma del matematico pisano – e Cartesio ne frequenta l'élite culturale, come testimoniano il suo "provarne" tutte le università e la ricchezza dei suoi contatti. I Paesi Bassi rappresentavano il rifugio europeo per eccellenza per i perseguitati, i sospettati, gli intellettuali paladini della libertà di espressione, gli eruditi attratti dalla possibilità di una vita dai più ampi orizzonti, mentre nel resto del continente imperavano tirannia e bigotteria, come quelle imposte in Francia dal potere assoluto del cardinale Richelieu che, fondando l'Académie française, voleva inquadrare meglio scrittori e pensatori.
Passando alla storia del tabacco, Pagès ricorda che l'erba di Nicot arriva in Olanda a partire dalla fine del XVI secolo e che l'abitudine di fiutarne e fumarne le foglie si diffuse con sorprendente rapidità tra tutti gli strati della popolazione nell'epoca della tregua della guerra, cioè nel periodo del primo soggiorno di Cartesio, il quale dunque si imbatte «in una popolazione dedita con passione e piacere al consumo di un'erba che ovunque in Europa terrorizzava le pubbliche autorità» (l'uso del tabacco è punito in Inghilterra, in Russia i fumatori sono decapitati, in Francia un decreto proibisce loro di riunirsi in luoghi pubblici). Ricorda anche che i principali amici di Cartesio erano dei gran libertini, noti per la loro vita dissoluta, per l'amore per gli agi e per il piacere quotidiano. Difficile, quindi, immaginare il filosofo e i suoi amici «fare un viaggio per l'Olanda tenendosi alla larga dal tabacco». Del resto, in una falsa biografia di Cartesio scritta già nel 1692, si racconta che Cartesio facesse un uso eccessivo di tabacco e che fosse quella la causa del "prender fuoco" del suo cervello con l'effetto di produrre visioni, sogni, allucinazioni.
Dopo queste scoperte biografiche dello stesso Pagès, il proprietario del caffè ha buon gioco nel dedurre che, se lo storico dell'industria olandese del tabacco Roessingh non esclude la possibilità che una parte della mercanzia fosse "condita" con della cannabis sativa, essendo abitudine almeno dalla fine del Medioevo quella degli osti di arricchire i loro prodotti con sostanze allucinogene, e se gli Olandesi conoscevano, da migliori navigatori del mondo quali erano nel XVI e XVII secolo, tutti gli usi e tutte le varietà della canapa, da tessere per le loro navi e da fumare, Cartesio deve aver fumato qualcosa di più che del semplice tabacco.
O si ammette che Cartesio sia andato in Olanda per assaggiare la cannabis, o si deve riconoscere che la Francia della Controriforma, reazionaria, tirannica, bigotta, inquisitoria, presentava un'aria irrespirabile per qualsiasi intellettuale, e allora meglio, molto meglio, l'aria «di libertà leggermente fumosa» delle Province Unite.
1 interventi:
di fondo hanno ragione gli studenti...solo che io non capisco come mai loro di idee così geniali non ne hanno mai...
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