Pages

mercoledì 21 marzo 2012

spider

Spider (di David Cronenberg, Canada 2002). Il piccolo ragno trae esclusivamente da se stesso la “realtĂ ” che pensa essere invece fuori di sĂ©, costruisce mondi possibili traendoli  dalla propria mente e restando alla fine imprigionato nella tela che egli stesso ha intessuto, conformemente al destino imposto ad Aracne, capostipite di quella “specie” di individui che autoalimentano i propri affanni. Ciò che appare in forma estremizzata nel piccolo Spider, è presente anche, con modalitĂ  meno vistose, in ciascuno di noi: la tendenza a vivere in un proprio mondo, diverso e separato rispetto a quello dei nostri simili, l’alimentare con la nostra immaginazione – i nostri sogni, ma anche i nostri incubi – la nostra vita, l’inclinazione a vivere una realtĂ  che si rifornisce prevalentemente della nostra elaborazione, piuttosto che di autentico rapporto con gli altri. Dovremmo riuscire ad aprirci all’”altro”, riconoscendone l’irriducibile alteritĂ , e insieme accettandone il ruolo insostituibile per la costituzione della nostra identitĂ .

(da Umberto Curi, Un filosofo al cinema

0 interventi:

ShareThis