Ōgai Mori racconta in Vita sexualis lo sviluppo del desiderio sessuale e le esperienze erotiche – dai sei ai ventun anni – di un filosofo, la cui precoce o innata lucidità di marca schopenhaueriana sembra attutire ogni umana pulsione sessuale, non farlo abboccare all'ingannevole esca del piacere di cui la natura si serve per indurre gli uomini alla perpetuazione della specie, atto cui altrimenti nessun essere desidererebbe consapevolmente contribuire.
Interessante, proprio all'inizio del testo, la presentazione del protagonista, Kanai Shizuka, di mestiere filosofo appunto, accomunato a Schopenhauer anche nel suo stile di tenere le proprie lezioni: «spesse volte il professore riesce a far scoccare nell'uditorio illuminazioni folgoranti ricorrendo ad argomenti lontanissimi o addirittura del tutto estranei al tema che sta esponendo. Dicono che Schopenhauer annotasse su un quaderno notizie di cronaca e altri fatti banali servendosene poi per illustrare il suo pensiero. Ebbene, Kanai nella sua storia della filosofia fa confluire di tutto. Talvolta, nel bel mezzo di una serissima lezione, sorprende gli studenti citando come spiegazione un qualche romanzetto che in quel momento va di moda fra i giovani. Romanzi, il professore ne legge un'infinità». Insomma, un pop filosofo ante litteram.
1 interventi:
io ho 'venerato' questo libro.
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