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mercoledì 23 maggio 2012

supereroi nella storia

Il fotografo indonesiano Agan Harahap ha inserisce icone della cultura pop, soprattutto dal mondo dei supereroi e dei robot,  nelle foto spesso note di grandi momenti storici del Novecento. Il suo album su flickr.



lunedì 21 maggio 2012

critica come passione durevole

Il libro vorrebbe essere una professione di libertà, e più precisamente una rivendicazione della propria consapevole scelta di insubordinazione ragionata, di rifiuto di partecipare alla propria stessa alienazione all'interno della gabbi d'acciaio globale, seguendo l'invito di Horkheimer a evitare la "pacificazione personale del filosofo in un mondo disumano" (Teoria tradizionale e teoria critica).
Occorre subito chiarire che l'orizzonte in cui ci muoviamo è costituito dal rifiuto incondizionato del proprio mondo storico e dalla complementare tensione verso un futuro diverso e migliore, seguendo le suggestioni della blochiana "ontologia-del-non-ancora". A differenza della fede, che rende inattivi e induce alla docile accettazione del "mondo-così-com'è", il principio di speranza è antiadattivo e rivolto alla prassi: spezzando la mistica della necessità e facendo balenare l'idea di un futuro alternativo, esso, con il suo "ottimismo militante", risveglia dal torpore e spinge a un'azione orientata a far sì che il futuro intenzionato trovi cittadinanza tra le pieghe del reale. Il principio di speranza ci ricorda che l'"essere-secondo-possibilità" è la stoffa di cui è intessuto il reale e che, di conseguenza, si dà sempre l'opportunità di "essere-diversamente-da-come-si-è", di riprogrammare la sintassi del mondo quand'anche esso, come oggi accade, venga proclamato intrasformabile.
Nel contesto dell'odierna alienazione globale, non esiste alcuna etica possibile se non di opposizione e di resistenza, un'etica cioè che, ispirata al monito di Adorno circa la falsità dell'intero, dia luogo a un consapevole rifiuto della totalità in cui si è proiettati. In questa strategia foucaultiana di "indocilità ragionata" (Illuminismo e critica), di consapevole disobbedienza all'ordine del mondo e di rivendicata libertà di "dire-di-no", sono nostri preziosi alleati tanto il Marcuse del "Grande Rifiuto" quanto il più prosaico scrivano Bartleby e il suo ostinato I would prefer not to. Si tratta di maturare una coscienza infelice rispetto all'esistente che permetta di "innalzarsi sopra la propria particolarità" empirica e di "dar luogo a una passione durevole", critica e antiadattiva, che induca all'adesione alla propria potenziale universalità emancipata, invocando - secondo la prospettiva di Bloch - "ciò che non c'è ancora, cercando e costruendo nell'azzurro il vero, il reale" (Spirito dell'utopia).

(Diego Fusaro, Minima mercatalia)

martedì 8 maggio 2012

e se nietzsche ti vedesse adesso?

Pensavo che siccome mia sorella era così carina e autoritaria avrebbe fatto una vita favolosa. Ma era troppo fredda e troppo religiosa. Diceva che il Cristo sarebbe stato il suo unico sposo. Roba da suore, sicuro. Non avrebbe potuto pensare cose simili senza un'influenza esterna. Venne fuori dalla camera da letto.
Dissi: - Come sta Geova stasera? Che cosa ne pensa, Lui, della teoria dei quanti? La prossima volta che ti vedi con Jahvè digli che avrei qualche domandina da fargli. Oh Signore Santissimo Geova, guarda la tua timoratissima adorante ai tuoi piedi, sta blaterando il suo stupido vaniloquio. Oh Gesù, ella è santa. Cristolino zomparello, ella ti è consacrata. Oh Spirito Santo, oh Triplice Ego santamente infuso, facci uscire dalla Depressione. Conserva le nostre riserve auree. Colpisci la Francia ma, per l'amor di Dio, fa' prosperare noialtri! Oh Geova, nella tua infinita mutevolezza vedi un po' di cacciare qualche soldino per la famiglia Bandini.
Mia madre disse: - Vergognati, Arturo. Vergogna.
Salii sul divano e urlai: - Io rigetto l'ipotesi Dio! Basta con la decadenza di questo cristianesimo fraudolento! La religione è l'oppio dei popoli! Tutto ciò che siamo o che speriamo di essere lo dobbiamo al demonio e ai suoi pomi proibiti!
Mia madre cominciò a seguirmi con la scopa, minacciandomi con la saggina sulla faccia. Spinsi la scopa da parte e saltai sul pavimento. Quindi mi tolsi la camicia e rimasi nudo dalla cintola in su. Piegai il collo verso di lei.
- Sfogate la vostra intolleranza, - dissi. - Perseguitatemi! Mettetemi su un letto di tortura! Esprimete il vostro cristianesimo! Fate che la Chiesa Militante mostri la sua anima sanguinaria! Mandatemi sulla forca! Infilate ferri incandescenti nei miei occhi. Bruciatemi sul rogo, cani cristiani!
Girai la schiena e andai alla finestra.
- Cani cristiani, - dissi. - Sciacalli, donnole, puzzole, asini.
- Sei pazzo, - disse.
- Non chiamatemi pazzo, - dissi. - Mezzesuore nevrotiche, frustrate, inibite, sciocche, bavose!
Andarono a letto. A me il divano-letto. Quando la porta fu chiusa dietro di loro tirai fuori le riviste e le ammucchiai sul letto. Ero contento di poter ammirare le ragazze alla luce in una stanza grande. Era molto meglio di quello stanzino puzzolente. Parlai con loro per circa un'ora, con Elaine, con Rosa, e alla fine un incontro di gruppo, con tutte loro radunate intorno a me. Ma dopo un po' ne fui tremendamente stanco, perché cominciai a sentirmi sempre più idiota. Tutto era diventato assai odioso e pensai: "Ma guardati! Eccoti qui seduto a parlare con un branco di prostitute. Un bel superuomo sei diventato! E se Nietzsche ti vedesse adesso? E Schopenhauer, che ne direbbe? E Spengler! Oh, Spengler ruggirebbe! Pazzo, idiota; porco, bestia, lurido sorcio spregevole, piccolo porco disgustoso!" D'un tratto feci un fascio di quelle figure e le stracciai, le feci a pezzi e le gettai nella tazza del cesso. Poi strisciai di nuovo a letto e scalciai via le coperte. Mi odiavo talmente che mi sedetti sul letto pensando alle cose peggiori che potessi pensare sul mio conto. Alla fine ero talmente esecrabile che non si poteva far altro che dormire.

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