Pages

giovedì 30 aprile 2015

letture di aprile (III)

Si aggiunge alle letture seriali anche il commisario Maigret di George Simenon, che con Pietr il Lettone e Il cavallante della "Providence" si dimostra personaggio granitico e umano, calmo e deciso; "un poliziotto che tenta di impedire a malviventi di grosso calibro di perseverare nelle loro imprese, e che si ostina a vendicare un collega assassinato"; "un uomo che non si veste da un sarto inglese, che non ha tempo di passare ogni mattina dalla manicure e la cui moglie prepara invano pranzi e cene, rassegnata"; "un commissario i prima classe il quale ogni volta che chiude un caso, dopo aver messo gli assassini sotto chiave, deve sedersi alla scrivania, prendere un foglio di carta, fare l'elenco delle spese, pinzarvi le ricevute e le pezze giustificative, quindi litigare con il cassiere"; il commissario Maigret "non possiede auto, né milioni, né una schiera di collaboratori", ma con panini imbottiti e birra spumosa, rinviando le cure per le proprie ferite, risponde all'appello della giustizia.

Sempre noir francese, Fatale di Jean-Patrick Manchette si prospettava come un potenziale buon romanzo e coinvolgente lettura, la storia di una killer professionista, una donna davvero fatale, appunto. E invece, l'assassina porta a porta, itinerante - ogni città è una città del denaro e del peccato, in cui sesso, scandali, crisi e conflitti offrono buone opportunità di lavoro per una killer che sa proporsi ai suoi clienti -, pur efficace nei metodi, non è una fredda e fatale killer, ma una donna assassina un po' per caso e un po' per necessità/bisogno/desiderio economico, forse isterica più che voluttuosa e filosofica come vorrebbe il suo autore.

Non particolarmente convincente la mia prima esperienza di lettura con due giallisti italiani: Giorgio Scerbanenco, ma il risultato potrebbe forse anche essere dovuto al fatto che I ragazzi del massacro da me letto rappresenta la terza delle quattro indagini del medico e investigatore Duca Lamberti, non so; Stefano Tura, il cui Il killer delle ballerine mi è sembrato un po' troppo raffazzonato e convulso come thriller.

Mentre procedono sempre su livelli più che buoni le indagini di Harry Hole: Jo Nesbø con L'uomo di neve continua a confermare tutto il gran bene che ho già espresso a proposito della sua scrittura.

Sempre per le letture seriali, proseguono le avventure di 007 di Ian Fleming con Moonraker, gioco d'azzardo in cui si sfidano agenti segreti inglesi, scienziati missilistici tedeschi (leggi ex nazisti), spie sovietiche e, ovviamente, bellissime donne.

Dopo il primo capitolo della saga di Alex Cross, per James Patterson arriva anche il primo di quella delle donne del club omicidi, e con Primo a morire si confermano i colpi di scena, e di grazia.

Si aggiunge anche lo scienziato della deduzione Sherlock Holmes, creatura di Conan Doyle che in Uno studio in rosso e Il segno dei quattro mette subito in luce, in maniera impressionante, le sue spiccate doti di ragionamento.

Un po' deludente la lettura dei racconti de Il re giallo di Robert W. Chambers, avevo altre aspettative.

mercoledì 29 aprile 2015

letture di aprile (II)

Tornando al primo Murakami Haruki, dopo 1Q84 riprendo a colmare le lacune che ancora ho nella sua produzione - stimolato in ciò dal capitolo sulle distopie nipponiche nel bel saggio sul fantastico nella letteratura moderna giapponese - con Nel segno della pecora e La fine del mondo e il paese delle meraviglie. Ottime entrambe le letture: una scrittura surreale e credibile, reale e magica insieme, impeccabile nello stile e nell'arte narrativa, avvincente e semplicissima.

Letto più che altro per spirito di completezza, Imperial bedrooms di Breat Easton Ellis non raggiunge assolutamente gli ottimi livelli della precedente produzione del romanziere statunitense, ed è servito più che altro quale lettura propedeutica a Glamorama, romanzo con cui a breve chiuderò il cerchio.

Direttamente dal videogioco di Assassin's Creed, la saga trasposta su cartaceo da Oliver Bowden, pseudonimo dietro cui si nasconde un esperto storico. Nel primo capitolo, Rinascimento, l'avventura coinvolge personaggi del calibro di Lorenzo de' Medici, papa Alessandro VI Borgia, Leonardo da Vinci, e le imprese del protagonista, Ezio Auditore, si intrecciano con i grandi eventi della storia delle Signorie italiane, dalla congiura dei Pazzi a Firenze alla discesa di Carlo VIII di Francia nella penisola. Nulla di eccezionale ma gradevole intrattenimento.

venerdì 24 aprile 2015

bookteaser (IV)

La copertina.


domenica 19 aprile 2015

bookteaser (III)

"Sola. Armata. Alle prese con una sfida impossibile... Crepa d'invidia, Bruce Willis!"

Così scriveva Chris Claremont nel gennaio 1991 su Uncanny X-Men #272: i suoi mutanti sono eroi moderni, comici, gaudenti, nichilisti, sporchi, oscuri ma profondamente etici.

Proprio per questo, nel maggio 2015, gli X-Men affronteranno - con i pensatori Lacan, Derrida e altri incredibili alleati - questioni morali e filosofiche: per un'etica indagata in stile mutante.

Così Psylocke potrà affermare: "Fedele al mio desiderio. Illimitatamente responsabile. Senza alcun ringraziamento... Crepa d'invidia, Immanuel Kant!"


lunedì 6 aprile 2015

letture di aprile (I)

Ricco di interessanti suggestioni e fecondi collegamenti il saggio di Tommaso Ariemma Sul filo del rasoio che, come da sottotitolo, traccia un'estetica e una filosofia del taglio che riesce a mettere e tenere insieme - tra le altre cose - la riflessione heideggeriana sull'arte, l'insieme complessa e popolare scrittura di Dickens, lo stile cut-up di un film come Blade Runner, l'incapacità della rivoluzionaria ghigliottina di tagliare altro che la testa anatomica (e non già anche quella simbolica) del re.

Ottimo il percorso proposto da Donatella Di Cesare nel suo Heidegger e gli ebrei che, partendo dalla pubblicazione dei Quaderni neri del filosofo tedesco, indaga sia i rapporti storici e ideologici tra la politica nazista e la filosofia heideggeriana - nel loro dibattito storiografico e nelle novità emergenti dalla lettura degli inediti Quaderni, appunto -, mettendo in luce come la questione ebraica sia imprescindibile dalla questione dell'essere e dalla storia della filosofia e della metafisica occidentali; sia, al di là della figura di Heidegger, la storia del rapporto tra antisemitismo e filosofia, dall'epoca moderna al Novecento. Un testo illuminante.

Con il suo L'uomo artigiano Richard Sennett tesse insieme fili storici, artistici, filosofici, sociologici, e altri ancora, arrivando a (ri)costruire una storia del lavoro manuale che attraversa le figure delle botteghe  e laboratori medievali delle arti e corporazioni, del nascente artista moderno rinascimentale, del lavoratore settecentesco sfidato e  frustrato dalle macchine, degli inattuali ideali ruskiniani; ma anche una filosofia del lavoro manuale che mette in luce il rapporto mano-occhio-cervello e, seguendo l'idea per cui fare è pensare, mostra le lezioni che dalla mano dell'artigiano qualunque uomo può apprendere. Saggio interessante e da leggere anche in chiave pedagogico-didattico-educativa. 

Il saggio di Yan Thomas Il valore delle cose, indagando nella storia del diritto romano, fornisce interessanti spunti di riflessione sull'idea di cose e beni indisponibili al commercio, invalutabili e inestimabili, inappropriabili e riservati, inalienabili e sottratti al dominio individuale, inseriti in un patrimonio che non appartiene a nessuno perché sacri o pubblici, destinati agli dèi o alla città, al libero accesso e uso di ciascuno.

Ottimo il saggio di Susan Napier sugli elementi fantastici nella letteratura moderna giapponese - The Fantastic in Modern Japanese Literature, appunto -, particolarmente, almeno a livello personale, gli ultimi due capitoli su utopia e distopia, stimolatori anche di nuove prossime letture.

Di Jacques Derrida Il tempo degli addii.

ShareThis