Pensavo che siccome mia sorella era così carina e autoritaria avrebbe fatto una vita favolosa. Ma era troppo fredda e troppo religiosa. Diceva che il Cristo sarebbe stato il suo unico sposo. Roba da suore, sicuro. Non avrebbe potuto pensare cose simili senza un'influenza esterna. Venne fuori dalla camera da letto.
Dissi: - Come sta Geova stasera? Che cosa ne pensa, Lui, della teoria dei quanti? La prossima volta che ti vedi con Jahvè digli che avrei qualche domandina da fargli. Oh Signore Santissimo Geova, guarda la tua timoratissima adorante ai tuoi piedi, sta blaterando il suo stupido vaniloquio. Oh Gesù, ella è santa. Cristolino zomparello, ella ti è consacrata. Oh Spirito Santo, oh Triplice Ego santamente infuso, facci uscire dalla Depressione. Conserva le nostre riserve auree. Colpisci la Francia ma, per l'amor di Dio, fa' prosperare noialtri! Oh Geova, nella tua infinita mutevolezza vedi un po' di cacciare qualche soldino per la famiglia Bandini.
Mia madre disse: - Vergognati, Arturo. Vergogna.
Salii sul divano e urlai: - Io rigetto l'ipotesi Dio! Basta con la decadenza di questo cristianesimo fraudolento! La religione è l'oppio dei popoli! Tutto ciò che siamo o che speriamo di essere lo dobbiamo al demonio e ai suoi pomi proibiti!
Mia madre cominciò a seguirmi con la scopa, minacciandomi con la saggina sulla faccia. Spinsi la scopa da parte e saltai sul pavimento. Quindi mi tolsi la camicia e rimasi nudo dalla cintola in su. Piegai il collo verso di lei.
- Sfogate la vostra intolleranza, - dissi. - Perseguitatemi! Mettetemi su un letto di tortura! Esprimete il vostro cristianesimo! Fate che la Chiesa Militante mostri la sua anima sanguinaria! Mandatemi sulla forca! Infilate ferri incandescenti nei miei occhi. Bruciatemi sul rogo, cani cristiani!
Girai la schiena e andai alla finestra.
- Cani cristiani, - dissi. - Sciacalli, donnole, puzzole, asini.
- Sei pazzo, - disse.
- Non chiamatemi pazzo, - dissi. - Mezzesuore nevrotiche, frustrate, inibite, sciocche, bavose!
Andarono a letto. A me il divano-letto. Quando la porta fu chiusa dietro di loro tirai fuori le riviste e le ammucchiai sul letto. Ero contento di poter ammirare le ragazze alla luce in una stanza grande. Era molto meglio di quello stanzino puzzolente. Parlai con loro per circa un'ora, con Elaine, con Rosa, e alla fine un incontro di gruppo, con tutte loro radunate intorno a me. Ma dopo un po' ne fui tremendamente stanco, perché cominciai a sentirmi sempre più idiota. Tutto era diventato assai odioso e pensai: "Ma guardati! Eccoti qui seduto a parlare con un branco di prostitute. Un bel superuomo sei diventato! E se Nietzsche ti vedesse adesso? E Schopenhauer, che ne direbbe? E Spengler! Oh, Spengler ruggirebbe! Pazzo, idiota; porco, bestia, lurido sorcio spregevole, piccolo porco disgustoso!" D'un tratto feci un fascio di quelle figure e le stracciai, le feci a pezzi e le gettai nella tazza del cesso. Poi strisciai di nuovo a letto e scalciai via le coperte. Mi odiavo talmente che mi sedetti sul letto pensando alle cose peggiori che potessi pensare sul mio conto. Alla fine ero talmente esecrabile che non si poteva far altro che dormire.
(John Fante, La strada per Los Angeles)
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