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venerdì 30 novembre 2012

la (pop)filosofia ad ardea

Venerdì 14 dicembre, dalle ore 16, la Raccolta Manzù ad Ardea (via Laurentina, km. 32) ospiterà il filosofo Simone Regazzoni, invitato da Simona Taborro e Stefano Petruccioli.
PerchĂ©? L’evento ha la finalitĂ  di portare e realizzare sul territorio del Comune di Ardea qualche iniziativa di rilevanza culturale e comunitaria, di coniugare divulgazione e aggregazione, commistione, appunto, tra pensiero e riflessione filosofica e cultura popolare, vicina e comune a tutti i cittadini. Il mash-up tra filosofia e cultura popolare – questa nuova forma di attivismo culturale che è la pop filosofia, una filosofia mutante, un crossover in quanto incrocio e contaminazione di filosofia e cultura pop – che avrĂ  luogo permetterĂ  ai presenti di chiedere all’insolente e disinvolto filosofo tutto quello che avrebbero sempre voluto sapere sulla filosofia e non hanno mai osato chiedere a una sit-com o ad altri prodotti di genere popolare.

Dove? Il luogo che ospiterĂ  l’evento è la Raccolta ManzĂą, scelta sostanzialmente perchĂ© è forse il caso che i cittadini di Ardea si ricordino di quali preziose risorse e valori il loro territorio accoglie e presenta, e pensino quindi a valorizzare questa incredibile – ma ancora da fare emergere del tutto – ricchezza e opportunitĂ  per la nostra zona.

Embe’? Ma chi è Simone Regazzoni? Filosofo tra i piĂą importanti interpreti italiani del pensiero dell'ormai classico autore francese Jacques Derrida (cui ha dedicato diverse monografie e saggi in raccolte e atti di convegni internazionali), è anche autore di testi di successo di divulgazione filosofica, di congiunzione tra la filosofia e la cultura popolare, quali Harry Potter e la filosofia, La filosofia di Lost, Pop filosofia e, ultimo, Sfortunato il paese che non ha eroi, che sta proprio in questo periodo presentando in giro per l'Italia, in cui vengono tracciati i caratteri e l’etica del nuovo eroe, dell'eroe non classico ma contemporaneo, del vero eroe: comico, gaudente, nichilista, singolare, criminale, insomma, sporco come l'ispettore Callaghan di Clint Eastwood e oscuro come il Batman di Frank Miller.

Regazzoni è uno di quei filosofi che ha accettato l'ingiunzione a scrivere altrimenti, a mettersi in gioco rompendo radicalmente con le regole della “buona” scrittura filosofica, come dimostrano i suoi ottimi saggi/esperimenti/ibridazioni di pop filosofia su Dr. House, Harry Potter e Lost: oltre che ostico e specialistico nei suoi testi piĂą “impegnati” e “seri”, sa essere divulgativo e popolare, rispondendo ad un appello alla democratizzare della filosofia, perchĂ© è impossibile dissociare democrazia e filosofia. Diventa dunque non solo auspicabile ma necessario per un filosofo confrontarsi con fumetti, serie TV, romanzi di genere, videogiochi, decostruendo l'opposizione gerarchica cultura alta e cultura bassa.

Come il personaggio di un suo recente volumetto, Regazzoni fa filosofia puntando il dito medio contro quei «tangheri addottrinati che inquinano la tazza della mente» e «melliflui chiacchieroni» che sono gli int. (intellettuali), parla barbaro, con «una voce stridente come un cane, un viso arcigno», senza «nĂ© pudore, nĂ© dolcezza, nĂ© moderazione, nĂ© rossore in faccia» e soprattutto facendo in modo che tutti sentano – perchĂ© la filosofia splende per tutti – i suoi ficosofici (filosoficamente fichi) atletismi del pensiero, facendo largo e libero ricorso a tutto il vasto e ricco patrimonio della cultura popolare per realizzare un uso perverso della filosofia: «fare un uso perverso della filosofia significa nutrire i concetti filosofici dopo la mezzanotte in modo che si trasformino in pericolosi mostri. Proprio come accade con i Gremlins. Sbucheranno dai cessi chimici dei bunker seminando il panico tra i tangheri e obbligandoli a uscire allo scoperto. E noi saremo qui a goderci lo spettacolo».

PerchĂ© un filosofo è «un bastardo senza gloria che ha il coraggio di spingere il pensiero ai limiti della stupiditĂ »: la filosofia è amore del sapere e nasce dallo stupore, cioè dalla stupiditĂ  «e il suo amore, come ogni vero, grande amore, è qualcosa di stupido, magnificamente e dannatamente stupido».

Let’s go. Why not? Andiamo. PerchĂ© no?
 
 

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