Conservare
la propria allegria in mezzo alla responsabilità per il crepuscolo
di un racconto, di cui si stanno radendo al suolo le radici, e alla
tracotanza di dargli una nuova aurora, reinventandolo, riscrivendolo,
non è cosa dappoco. Ma niente accade, nessun evento ha luogo, senza
un atto di forza – una prova di generosità e di gioiosa, serena
forza. Il compito di riavviare le condizioni per una trasvalutazione
di tutti i valori, di rimettere in atto, in scena, un pensiero così
inattuale, costringe a abbandonare ogni grave serietà, ogni distesa
pesantezza, per forgiare invece nuove armi e intonare un nuovo canto
di guerra. La guerra e le sue ferite sono il nascimento e l’etica
della filosofia. Già da tempo una freccia, di cui tengo celato
l’arciere all’erudizione intellettuale, ha prodotto la ferita
intorno a cui mi sono dato uno stile:
Si è
fecondi soltanto a prezzo d’essere ricchi di contrasti; si resta
giovani soltanto se si presuppone che l’anima non si distenda, non
brami la pace.
Nessuna
distensione dell’anima, quindi, nessuna brama di pace, ma un grido
di battaglia prima dello scontro, una grande dichiarazione di guerra
contro quegli idoli già auscultati, cui già son state poste domande
con il martello, cui già si è imposto di risuonare fragorosamente
laddove essi avrebbero voluto rimanere in silenzio. Ma le orecchie
dei più devono essere state cattive e devono non aver colto quel
suono cavo emesso dalle interiora dei gonfi idoli.
Idoli vecchi
e nuovi, idoli boriosi di eternità, sono ancora incredibilmente
creduti. Questo scritto – piccolo svago – vuole osare un riavvio
del loro crepuscolo, vuole di nuovo colpirli e auscultarli con il
martello, vuole questa volta tagliarli ed esporne i visceri con la
katana.
Questa la
premessa, la dichiarazione di intenti, dell’esercizio di
riscrittura dell’opera di Friedrich Nietzsche Il
crepuscolo degli idoli. Come si filosofa con il martello. Filosofare con la katana non è il solito saggio, introduzione, guida alla lettura con oggetto il
filosofo tedesco, il suo pensiero o una sua specifica opera, ma
l’impegno a farne fruttare l’eredità, a rispondere all’appello
della sua filosofia, a mettere alla prova i denti del tempo attuale
sulla nuova forma data alla forza di un pensiero inattuale per la sua
epoca. Questo reboot
del testo nietzschiano ricalca la sua struttura, riscrive le sue
forme stilistiche e i suoi materiali concettuali, fa convivere la
fedeltà all’originale con la messa in moto di un suo riavvio e
rilancio. Il pensiero di Nietzsche è una sfida che coinvolge tutto
il mondo degli uomini e ogni tempo, sfida degna di essere eternamente
accettata, sfida che ha un’azione illimitata in lontananza e che
impone anche all’uomo contemporaneo di partecipare alla gara
proposta dal filosofo, provando a impugnare un martello o brandire
una katana e darsi uno stile che spacca.
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