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giovedì 31 luglio 2025

(altri) libri letti questi mesi - giugno-luglio 2025

Come anticipato, qui raccolgo le letture degli ultimi due mesi che non sono state oggetto di altri post, sempre presentate in ordine crescente di gradimento.

Finale troppo tirato e affrettato per Omicidio in biblioteca di Sulari Gentill. C'è una biblioteca stupenda, con un soffitto stupendo, che è la distrazione ideale per non far scrivere il romanzo della vita, eppure un certo silenzio aiuta e così, con calma, ci si concentra, ci si guarda intorno, ci sono alcune persone accanto che sembrano interessanti e si potrebbe annotare qualcosa su di loro, magari diventeranno dei personaggi... Un urlo agghiacciante, qualcuno è stato ucciso. Mentre Freddie, aspirante scrittrice, prende appunti per il suo libro e osserva i suoi vicini - Lettrice di Freud, Mento Volitivo e Uomo Irresistibile - non sa due cose: la prima è che quelle persone diventeranno presto anche suoi amici, la seconda è che l'assassino è seduto accanto a lei e si sta insinuando nel romanzo che sta scrivendo. I quattro si improvvisano detective e ben presto ognuno inizia a sospettare degli altri. Strano, perché tutti hanno degli ottimi alibi. Eppure l'assassino si nasconde proprio tra le righe.

Nel cielo terrestre è apparso un secondo sole, opera artificiale di anonimi sabotatori che si distingue per la sua curiosa forma di Pac-Man. Le forze spaziali della Repubblica di Corea si scuotono dall’abituale sonnolenza per affrontare l’inatteso fenomeno, che oltretutto riscalda l’atmosfera. Nella girandola di eventi che ne segue, tutti ambientati in una sperduta base di lancio, conosciamo una galleria di personaggi eccentrici: dall’ex membro della boyband B-Density che sin da bambino sognava di fare l’astronauta, all’agente dei Servizi informativi esperto di origami, fino alla pilota di razzi che combatte contro l’intelligenza artificiale. A complicare il tutto interviene il ritorno sulla Terra del crudele governatore di Marte, che ha appena sedato una rivolta su un pianeta rosso completamente antropizzato. In orbita! di Myung-Hoon Bae combina l’ambientazione aerospaziale tipica della fantascienza con una spiccata vena satirica.

Syou Ishida porta il lettore tra i dedali di Kyoto, dove sorge Nakagyo Kokoro, una clinica speciale per chi ha smarrito se stesso. Qui la terapia è "felina": a ogni paziente si prescrive Un gatto per i giorni difficili, come Bi, che ama mangiucchiare la carta, o Margot, insofferente alle porte chiuse. Un impiegato stremato, un uomo che si sente sempre fuori posto, una ragazzina provata dal rapporto conflittuale con la madre, una stilista di borse in cerca di equilibrio e un'apprendista geisha segnata dal rimorso scoprono che l'affetto di un micio può ribaltare e migliorare la loro quotidianità. Quelle code morbide e gli sguardi magnetici risvegliano forza e gioia, anche nei giorni più cupi. E così, tra piccoli disastri e momenti di puro divertimento, i nuovi amici a quattro zampe regalano sorrisi autentici e un nuovo stimolo a cambiare. 

In attesa di recuperare l'introvabile Dimenticato Re Gudù, di Ana Maria Matute è stato ripubblicato I bambini tonti, raccolta di 21 racconti brevi che riflettono sull'abbruttimento dell'infanzia nel periodo della dittatura spagnola, attraverso la povertà, la deformazione fisica, la malattia e le differenze di classe, in uno stile onirico e simbolico che in questa nuova edizione diventa occasione di dialogo con le versioni a fumetto - visionarie e misteriose - di alcuni dei racconti.

Con Pancetta di Paolo Nori siamo a Pietroburgo nel 1912, percorriamo la prospettiva Nevskij con Sasa e Pasa e sentiamo che tutto si muove, sta cambiando: si mangia pane e poesia e la parola d'ordine è Avanguardia, gettare il passato dal vapore Modernità. Sasa e Pasa arrivano dalla provincia e vogliono studiare matematica, ma non c'è tempo: bisogna pubblicare il libro che rivoluzionerà la sorte della poesia russa. Le sbornie e gli incontri all'osteria della Capra vanno di pari passo alle sbornie e agli incontri dello spirito. Corrono parallele alle comiche vicissitudini di Sasa e Pasa quelle drammatiche di Velimir Chlebnikov, il poeta per eccellenza.

Finita la serie della ghostwriter Vani Sarca di Alice Basso con gli ultimi due volumi. Ne La scrittrice del mistero, il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Superare l'astio che prova per lui e decidere di aiutarlo è difficile, ma Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che il caso può tessere trame più intricate del più fantasioso degli scrittori. In Un caso speciale per la ghostwriter, anche se i rapporti tra Vani e il suo capo, Enrico Fuschi, non sempre sono stati idilliaci, ora lei, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia, è sparito. Vani sa che può chiedere l'aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all'uomo che l'ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile.

Nella casa di Eilis Lacey, a Long Island, suona il campanello: alla porta c'è uno sconosciuto, irlandese come lei, che viene a portarle una notizia sconvolgente. La vita di Eilis negli ultimi vent'anni è scorsa piuttosto tranquillamente: i due figli ora adolescenti, Larry e Rosella, il marito idraulico Tony, e nelle casette adiacenti due dei suoi cognati, Enzo e Mauro, con le rispettive famiglie, oltre alla torreggiante suocera Francesca. Una tipica famiglia italo-americana degli anni Settanta, che lavora, mangia, dorme, decide, vive insieme, molto presente e disponibile ma altrettanto voluminosa e invadente. Per quella famiglia, per quell'uomo, Tony Fiorello, vent'anni prima a Enniscorthy, in Irlanda, Eilis ha lasciato un mondo intero: una madre ora anziana che non ha mai accettato la separazione dalla figlia, i tre fratelli che le sono rimasti, Jack, Pat e Martin, dopo la morte dell'amata sorella Rose, l'amica d'infanzia Nancy, e poi quell'uomo, Jim, di cui si era innamorata troppo tardi. Ora le parole dello sconosciuto alla porta la spingono a riconsiderare le sue scelte di allora. Si avvicina l'ottantesimo compleanno di sua madre, è un'ottima occasione per tornare in Irlanda e cambiare aria per un po'. I suoi figli la raggiungeranno a breve e conosceranno quel mondo che scorre loro nelle vene e di cui nulla sanno. A Enniscorthy, Eilis ritrova gli affetti di un tempo e, con una chiarezza acuita dalla distanza e dal torto subito, percepisce l'insostenibile pressione della famiglia Fiorello. E poi ritrova Jim, che non l'ha dimenticata. Così Colm Tóibín riunisce Eilis Lacey ai molti lettori di Brooklyn.

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile, presso il quale esegue con scrupolosa professionalità il compito di assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La sua vita decisamente tranquilla, per non dire monotona - una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile - cambia inaspettatamente quando viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza: è stato scelto per il compito inconsueto e top secret di recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato, ma anche che il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Queste le premesse di La casa sul mare celeste di TJ Klune.

Ovviamente letto subito il nuovo romanzo di Stephen King, Never flinch, sottotitolato in italiano La lotteria degli innocenti. Quando il dipartimento di polizia di Buckeye riceve una lettera che minaccia una diabolica missione di vendetta, per l'ispettrice Izzy Jaynes inizia un'indagine oscura e pericolosa. Per fermare chi promette di «uccidere tredici innocenti e un colpevole» come riscatto per «l'inutile morte di un innocente», c'è bisogno della detective Holly Gibney. Nel frattempo, Kate McKay, attivista carismatica, simbolo di una nuova ondata di femminismo, inizia un tour di conferenze che attraverserà diversi Stati. Mentre le sale si riempiono di sostenitori e detrattori, qualcuno trama nell'ombra per metterla a tacere. All'inizio si tratta solo di piccoli sabotaggi, ma presto il pericolo si fa reale. Holly accetta di fare da guardia del corpo a Kate, tra la difficoltà di difendere chi non accetta protezione e l'accanimento di uno stalker rabbioso che agisce nel nome di una verità distorta. Le due storie si rincorrono e si intrecciano, tra personaggi nuovi e volti noti. 

La distanza tra la Nigeria e gli Stati Uniti è enorme, e non solo in termini di chilometri. Partire alla volta di un mondo nuovo abbandonando la propria vita è difficile, anche se quel mondo ha i tratti di un paradiso, ma per Ifemelu è necessario: il suo paese è asfittico, l'università in sciopero, e poi, in fondo, sa che ad accoglierla troverà zia Uju e che Obinze, il suo ragazzo dai tempi del liceo, presto la raggiungerà. Arrivata in America, Ifemelu deve però imparare un'altra volta a parlare e comportarsi: diverso è l'accento, ma anche il significato delle parole, ciò che era normale viene guardato con sospetto, ciò che era un lusso viene dato per scontato. La nuova realtà, inclemente e fatta di conti da pagare, impone scelte estreme. A complicare tutto c'è la questione della pelle: Ifemelu non aveva mai saputo di essere nera, lo scopre negli Stati Uniti, dove la società sembra stratificata in base al colore. Esasperata, Ifemelu decide di dare voce al proprio scontento dalle pagine di un blog i cui post si conquistano velocemente un folto pubblico di lettori, che cresce fino ad aprire a Ifemelu imprevisti e fortunati sbocchi sul piano professionale e privato. Ma tra le pieghe del successo e di una relazione con tutte le carte in regola si fa strada un'insoddisfazione strisciante. Ifemelu si sente estranea alla sua stessa vita e, lì dov'è, non riesce ad affondare le radici, pur sapendo che in Nigeria il nuovo modo di guardare il mondo le guadagnerebbero l'epiteto di Americanah. Questo l'ottimo romanzo d'esordio di Chimamanda Ngozi Adichie.

Ad Hannibal, una cittadina lungo il fiume Mississippi, lo schiavo Jim scopre che a breve verrà venduto a un uomo di New Orleans, finendo per essere separato per sempre dalla moglie e dalla figlia. Decide, quindi, di scappare e nascondersi nella vicina Jackson Island per guadagnare tempo e ideare un piano che gli permetta di salvare la sua famiglia. Nel frattempo, Huckleberry Finn ha simulato la propria morte per sfuggire al padre violento recentemente tornato in città, e anche lui si rifugia nella stessa isola. Come tutti i lettori delle Avventure di Huckleberry Finn sanno, inizia così il pericoloso viaggio – in zattera, lungo il fiume Mississippi – di questi due indimenticabili personaggi della letteratura americana verso l’inafferrabile, e troppo spesso inaffidabile, promessa di un paese libero. Percival Everett parte dal capolavoro di Mark Twain per raccontare la storia da un punto di vista diverso, quello di James, ma per tutti Jim, mostrando tutta l’intelligenza, l’amore, la dedizione, il coraggio e l’umanità di quello che diventa, finalmente, il vero protagonista del romanzo. Un uomo disposto a tutto pur di sopravvivere e salvare la propria famiglia, un uomo che da Jim - il nomignolo usato in senso spregiativo dai bianchi per indicare un nero qualsiasi, indegno anche di avere un nome proprio - sceglie di diventare James, e sceglie la libertà, a ogni costo. James è un grande libro che non ha paura di raccontare la vera storia d’America, e dei soprusi e violenze che l’hanno costellata.
A questa lettura seguono quelle dei romanzi di Mark Twain sulle avventure di Tom Sawyer (letto) e quelle di Huckleberry Finn (attualmente ancora in lettura).

Il romanzo di Shehan Karunatilaka Le sette lune di Maali Almeida racconta la surreale e avvincente indagine post-mortem di un fotografo di guerra, sullo sfondo della sanguinosa guerra civile srilankese. Maali Almeida sta sprofondando nelle acque del lago Beira: è morto. Risvegliatosi in un improbabile ufficio nell'Aldilà, ha un'importante missione da portare a termine: scoprire chi lo ha assassinato e perché. Per riuscirci, ha a disposizione soltanto sette lune – sette notti – per contattare l'uomo e la donna che più ama e condurli alla sua scatola segreta di fotografie, una collezione di immagini altamente compromettenti che potrebbero sconvolgere l'intero Sri Lanka.

Sembra la cornice di una grande avventura: un prestigioso, tradizionale collegio, circondato da un parco con colline e campi sportivi. Nella scuola d'élite in cui è stato iscritto dalla madre si formano la classe dirigente austriaca e i potenti del futuro. Le regole sono dure, la gerarchia è repressiva, e Till, che a quell'ambiente è del tutto estraneo, appena torna a casa si chiude subito in camera senza salutare nessuno, accende il pc e trascorre ore e ore online: quello del videogioco è l'unico mondo in cui sembra potersi esprimere, l'unico luogo in cui si sente davvero libero di essere se stesso. Diventa difficile capire se la vita reale del collegio e dei genitori è davvero più reale dell'altra, digitale e apparentemente evanescente. Forse, in fondo, non è così importante. A dominare le sue giornate c'è un professore che potrebbe essere Lord Voldemort: esige totale attenzione, letture impegnative, nessun errore o distrazione. Per questo docente rispettato, temuto e odiato, il presente e il mondo moderno sono solo una versione degradata del passato, e i giovani vanno corretti, limitati nelle loro azioni, controllati e puniti. Till non vuole mai mettersi in mostra, il suo spazio è nell'ombra, senza dare nell'occhio, e intanto, in un videogioco di strategia ambientato nel medioevo, Age of Empires 2, incontra gente da tutto il mondo. Al suo interno, senza che nessuno lo sappia, trova gratificazioni che non esistono altrove. Ma questa felicità è reale o illusoria? Tra il fascino dei videogiochi e l'incomprensione delle generazioni più anziane, l'esperienza enigmatica dell'adolescenza, la scoperta dell'amicizia e dell'amore, e l'affannoso inseguimento degli adulti, In tempo reale rappresenta un ponte tra i classici del Novecento e la letteratura del futuro: è un romanzo di formazione che racconta in modo sfaccettato e ironico l'influenza delle strutture autoritarie e come sia possibile ingannarle, per stabilire le proprie regole e diventare finalmente grandi. Tonio Schachinger ha scritto un potente romanzo sociale su un ragazzo e le sue illusioni, tra sogni e contraddizioni.

sabato 26 luglio 2025

due graphic novel di bao

Due graphic novel pubblicati da Bao sono stati una lettura molto piacevole e interessante in questo mese, entrambi rivisitazioni di classici della letteratura inglese. 

Per quanto riguarda il primo, si tratta del secondo volume pubblicato nella serie Cherry Bomb - la collana curata da Zerocalcare: è Bea Wolf, testi di Zach Weinersmith e disegni di Boulet. Perché il curatore ha scelto questo fumetto per la sua collana? Zerocalcare rivela di essere sempre stato affascinato dalle storie che raccontano il passaggio tra infanzia, adolescenza e età adulta, perché in quelle transizioni si vivono le avventure più memorabili. E Bea Wolf mette in scena l'eterna guerra tra bambini e adulti usando il poema epico Beowulf in modo solenne nella forma e spassoso nei contenuti. I disegni di Boulet sono meravigliosi, fanno venire voglia di ridere, di tifare, di lasciarsi trasportare in questo scontro che ognuno ha conosciuto in prima persona.

Il secondo, invece, è Animal Pound, testi di Tom King e disegni di Peter Gross. Se a attirare la mia attenzione sul precedente titolo è stata la scelta di Zerocalcare di inserirlo nella collana da lui curata, in questo caso a spingere all'acquisto e alla lettura sono stati tanto il consiglio di Stephen King - che definisce l'opera una lettura struggente e coinvolgente -, quanto l'autore in sé, che ho già apprezzato per le sue storie di Batman (DC) e Visione (Marvel). Lo storia è una riscrittura de La fattoria degli animali: se il celebre romanzo di George Orwell è un'allegoria di come le utopie ideali del comunismo possano degenerare nelle crudeli realtà del totalitarismo in cui la rivoluzione del popolo distrugge il popolo stesso, la minaccia odierna del fascismo - secondo l'autore - non deriva dalla perversione degli ideali della sinistra che guarda al futuro, ma dagli imbroglioni che distorcono gli ideali della destra che guarda al passato. E gli strumenti di questi attori non sono la rivoluzione all'esterno dello Stato, ma lo sfruttamento delle norme già consacrate all'interno di esso. Per questo Tom King ha scelto di partire dall'opera di Orwell per costruire una nuova allegoria per l'orrore che ci fronteggia, utilizzando gli animali di un rifugio in città - cani, gatti e conigli - per raccontare la sua storia dell'ascesa di una nuova minaccia alla libertà e all'uguaglianza.

lunedì 14 luglio 2025

fascismo liberale

Il volume Trump e il fascismo liberale raccoglie e riunisce una serie di scritti di Slavoj Žižek composti tra il giugno 2024 e l'aprile 2025 e dedicati alla figura di Donald Trump e al concetto di fascismo liberale. Quello che sembra essere descritta e analizzata è l'emersione di un progetto politico che punta a ridefinire l'ordine geopolitico mondiale secondo una nuova logica di potenza, scavalcando le mediazioni diplomatiche e le forme multilaterali. Trump non sarebbe allora un imprevedibile outsider - come magari nel 2016 - ma il sintomo maturo di una trasformazione strutturale dell'ordine politico occidentale: dagli attacchi alla stampa al rifiuto di ogni mediazione istituzionale, fino alla normalizzazione di pratiche apertamente autoritarie, il femonemo trumpiano non appare dunque come eccezione ma come forma estrema di ciò che è già diventato norma. Trump non è allora una frattura rispetto all'ordine liberale, ne è piuttosto la radicalizzazione grottesca: libertà come obbedienza volontaria, eccesso come autenticità, violenza come diritto. Perché liberalismo e fascismo funzionano assieme, sono le due facce della stessa medaglia, e l'autoritarismo di Trump è anche il sogno di consentire al mercato di funzionare liberamente nella sua forma più distruttiva, nel più brutale perseguimento del profitto e nel discredito per ogni moderazione etica.

Trump è un leader iperpresente, la cui autorità si fonda sulla volontà, e che disprezza apertamente la cultura, ed è proprio questo teatro ribelle, antisistema, a costituire per molti il punto principale d'identificazione. Ecco perché gli insulti seriali di Trump e le sue menzogne plateali, per non parlare del fatto che sia un criminale condannato, funzionano a suo favore: il suo trionfo ideologico sta nel fatto che i suoi seguaci vivono la propria obbedienza come una forma di resistenza sovversiva. Si può sostenere un leader fascista in ascesa con un atteggiamento di totale obbedienza e sentendosi allo stesso tempo radicali.
Trump non prova nemmeno a mascherare le contraddizioni o i continui cambiamenti di posizione: giorno dopo giorno, dice di getto ciò che gli passa per la mente come risultato della sua pienamente consapevole assunzione del ruolo di Maestro al di là della legge e della logica, un maestro che afferma il proprio potere cambiando continuamente ciò che sostiene. L'opacità assoluta di questi atti rende la sua autorità assoluta.
Lo stile della performance pubblica
di Trump - dire qualunque cosa gli passi per la testa, insultare, infrangere ogni regola di buona educazione - non ha nulla di liberatorio, ma serve solo a rafforzare l'oppressione e la mistificazione sociale: le vere questioni politiche, economiche e ideologiche sono più invisibili che mai. Il problema non è che Trump sia un clown, il problema è che dietro le sue provocazioni c'è un programma, c'è un metodo nella sua follia. Le sue oscenità sono parte di una strategia populista per vendere questo programma fatto di tagli alle tasse per i ricchi, meno sanità e protezioni per i lavoratori ecc
Trump promette libertà, deregolamentazione, più, ovviamente, l'assenza di libertà per chiunque critichi la sua politica, stabilendo ciò che si può definire totalitarismo liberale. Proprio perché il limite istituzionale della nostra libertà è la forma stessa della nostra libertà, conta come questo limite è strutturato, qual è la forma concreta di questo limite. L'inganno di chi detiene il potere consiste nel presentare la propria forma di questo limite come la forma della libertà in quanto tale, così che ogni lotta contro di loro appaia come una lotta contro la società libera in quanto tale. Trump presenta la sua forma di libertà come la forma della libertà in quanto tale, così che qualsiasi critica possa essere rappresentata come un attacco alla libertà stessa, ed egli avrebbe pertanto pieno diritto di difenderla da questi attacchi con ogni mezzo necessario, inclusi il licenziamento dei dissidenti, la loro esclusione dallo spazio pubblico o persino il loro arresto. La libertà trumpiana richiede così un intervento statale ancora più forte di quello invocato dalla cancel culture - di cui i trumpiani sono grandi oppositori -, finendo per fare esattamente la stessa cosa, in modo molto più brutale.

Il regno di Trump non rischia di portare a eventi catastrofici, ma - peggio - il rischio è che la vita continui passando però attraverso una serie di misure che minerà il patto sociale liberal-democratico trasformando il tessuto profondo che tiene insieme ciò che Hegel chiamava Sittlichkeit e Lacan il "Grande Altro": l'insieme non scritto di costumi e regole riguardanti cortesia, verità, solidarietà sociale, diritti delle donne ecc. Questo nuovo mondo apparirà come la normalità, e in questo senso il regno di Trump potrebbe davvero segnare la fine del mondo, di ciò che di più prezioso la nostra civiltà aveva costruito - e questo nuovo mondo sarà multipolare, nel senso che un pugno di Stati forti definiranno ciascuno la propria sfera di influenza e limiteranno la sovranità dei vicini più piccoli: una realtà che ricorda in modo inquietante 1984 di George OrwellIl discorso trumpiano rappresenta dunque una minaccia per la sostanza stessa della nostra vita sociale, contribuendo direttamente alla disintegrazione sociale. La mancanza di buone maniere esclude semplicemente l'altro dalla comunicazione.

Che fare? Secondo il filosofo sloveno, per quanto riguarda l'Europa, essa dovrà (ri)definirsi chiaramente - e qui già sorgono problemi con gli Stati e le forze populiste contrarie all'Europa unita e alla sua eredità emancipatrice. Di questa ridefinizione fanno parte anche l'autonomia militare e la riformulazione della sua politica economica in direzione di un maggior coordinamento e della pianificazione su ampia scala.
Per quanto riguarda la sinistra, il populismo trumpiano è una reazione allo Stato sociale liberal-democratico che si è avviato verso la propria autodistruzione (oltre che verso l'impotenza) nel momento in cui ha concentrato la propria attenzione sulle politiche identitarie: la pseudo-lotta di classe trumpiana è il ritorno del rimosso della sinistra liberal incentrata sulle identità. Il compito è dunque raccogliere gli obiettivi generali dalla sinistra, senza il suo spirito censorio e rancoroso, e dal populismo trumpiano, invece, la volontà irriverente di cambiamento, perché comunque solo attraverso un diverso investimento passionale può emergere qualcosa di nuovo.

venerdì 11 luglio 2025

claremont run

Tra gli impegni di fine anno scolastico e gli Esami di Stato - conclusi venerdì scorso -, giugno mi ha visto incapace di pubblicare post, neanche un rapido resoconto finale delle letture del mese. A fine luglio pubblicherò quindi un post con le letture di questi ultimi due mesi. Intanto provo a fare qualche altro post, a partire da questo che è relativo al saggio The Claremont Run. Subverting Gender in the X-Men, scritto da J. Andrew Deman.

Avendo scritto Uncanny X-Men dal 1975 al 1991 (dal numero 97 al numero 278), Chris Claremont vanta una posizione preminente e un'influenza sulla cultura popolare - essendo durante la sua gestione quello degli X-Men il fumetto più venduto - uniche. Uno dei grandi punti di forza della scrittura di Claremont è stata l'ampia cosmologia di personaggi maschili e femminili che è stato capace di presentare, e i vari modi in cui marcatori identitari quali etnia, nazionalità, religione, età, classe e sessualità si sono intrecciati tra di loro e con le prestazioni di genere di ogni personaggio. In questo modo la lunga gestione dell'autore ha saputo rappresentare una forte messa in discussione della fissità di ruoli di genere che il mondo del fumetto ancora rappresentava.

La prima parte del saggio è dedicata all'analisi e all'esplorazione di alcuni dei personaggi femminili principali della gestione di Claremont. Jean Grey/Fenice rappresenta il fondamentale ritratto dell'agency femminile, cioè della capacità femminile di agire, prendere decisioni e avere un impatto sul proprio ambiente e sulla propria vita, della capacità di essere un agente causale, di fare accadere le cose attraverso le proprie azioni. Ororo Munroe/Tempesta è stata la prima leader di un gruppo supereroistico donna e la prima leader di colore, nonché portatrice di comportamenti di genere non normativi, garantendo così una particolare enfasi su un femminismo intersezionale. E, nella seconda generazione di personaggi femminili, abbiamo Betsy Braddock/Psylocke, che dialoga con il concetto lacaniano di mascherata femminile esprimendo la propria in senso ironico, e Alison Blaire/Dazzler, che permette di esplorare le forme tossiche della mascolinità.

La seconda parte, invece, indaga gli altrettanto interessanti personaggi maschili. Scott Summers/Ciclope impersona l'ansia culturale del cambiamento del paradigma patriarcale come risposta diretta alla seconda ondata del femminismo, ma dal sentirsi minacciato riesce poi progressivamente a distanziarsi dall'egemonia maschile di cui era emblema. Logan/Wolverine, da una parte connesso a archetipi maschili della cultura popolare quali il cowboy e il samurai, si dimostra capace di minare quella stessa mascolinità di cui sembra essere fatto. Infine, Kurt Wagner/Nightcrawler e Alex Summer/Havok sono personaggi piuttosto refrattari rispetto alla rappresentazione della mascolinità, minando la connessione tra il ruolo del supereroe e tale ideale.

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