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giovedì 6 novembre 2014

cronache del mondo rimosso

Gli articoli di Slavoj Žižek raccolti in Distanza di sicurezza sono una cronaca del mondo contemporaneo e dei tempi interessanti in cui viviamo oggi. Sono cronache di guerra, una guerra in cui sembrano essersi affermate la violenta logica paranoica del controllo totale su ogni minaccia futura e dell'attacco preventivo contro tali minacce (una logica alla Minority Report di Philip K. Dick), l'esportazione della libertà, la democrazia armata e la giustizia infinita (non però nel senso reale di Jacques Derrida per il quale nessuno è mai politicamente incolpevole e bisogna sempre riferirsi a se stessi, includere se stessi nel discorso della responsabilità). Sono cronache di un mondo in cui il fondamentale diritto umano è diventato quello di non essere molestati, in cui l'apertura verso l'Altro e l'alterità del tollerante atteggiamento liberale nasconde la paura ossessiva di essere infastiditi dal veramente Altro, un Altro intrusivo da cui si desidera essere tenuti a distanza di sicurezza.Sono cronache di un mondo in cui, fallite tutte le soluzioni pragmatiche standard, l'invenzione utopica di un nuovo spazio sembra essere l'unica scelta realistica, nell'urgenza di tempi che richiedono un evento fuori dai parametri del possibile.
In tali cronache, trovano spazio anche riflessioni apparentemente meno legate all'oggi, come l'accostamento operato da Jacques Lacan tra Kant e Sade, sulla base dell'interpretazione per cui il nocciolo della rivoluzione etica kantiana sarebbe l'idea che l'eccesso assoluto è quello della legge stessa, la cui ingiunzione è la trasgressione ultima di una vita stupida fatta di piaceri modesti, rispetto alla quale il pervertito sadiano insegnerebbe che persino la più eccessiva sregolatezza criminale non può avvicinarsi all'eccesso infinitamente violento, alla rottura traumatica, della legge morale. Sade costringerebbe così Kant a confrontarsi con l'inaudita radicalità della sua stessa posizione: il soggetto di Sade è puro, al di là del principio del piacere, di sogni, passioni, emozioni, nella sfida alla libertà umana a compiere un atto contro natura, come il soggetto di Kant deve mostrare di essere capace di un atto autonomo, non condizionato dalla catena causale naturale e psicologica.
O, ancora, una riflessione sui thriller di Patricia Highsmith, sul suo Mr. Ripley psicotico ma non folle, anzi razionale e piuttosto civile, angelico perché non integrato nell'ordine simbolico umano e quindi esistente in un universo che precede la legge e il peccato, ma, proprio per questo, quale prezzo da pagare, anche incapace di intensa passione: un mostro freddo etico e immorale.

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