Se l’apertura all'avvenire è da considerare l’assioma, l’imperativo, diciamo, categorico della democrazia, ciò che la
mette in movimento e la collega a giustizia, dignità innegoziabile
e irriducibile a qualsiasi calcolo economico o di diritto degli spettri
dell’alterità, è però certo che talvolta possa essere preferibile che qualcosa
non accada, possa addirittura essere necessario e giusto impegnarsi per
impedire che questo o quello capitino, arrivino; queste occasioni di
opposizione a ciò che avviene sono motivate dal
ritenere che ciò di cui si preferisce il non arrivo sia qualcosa che possa
sbarrare l’orizzonte ad ogni altro futuro a venire, porre un limite per la
venuta di altro, per l’avvenire stesso.
Sono dunque insieme necessarie l’esposta e incondizionata apertura all’avvenire, all’evento, e la vigilanza su tale apertura, affinché rimanga appunto aperta, affinché non arrivi qualcosa a volerla sanare, chiudere definitivamente impedendo ad altro di avvenire, arrivare.
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