Il libricino di Monia Andreani si inserisce in quel filone che intreccia filosofia e cultura popolare, che indaga il pop attraverso le categoria filosofiche e racconta la filosofia tramite i personaggi dell'immaginario collettivo e i fenomeni popolari. Così Peppa Pig e la filosofia riconosce nel cartone animato inglese un prodotto epocale di sintesi di un obiettivo educativo, adattato ai piccolissimi e predisposto per la costruzione sociale delle generazioni adulte del futuro prossimo, che concentra conformismo alle regole e orientamento al fare, al produrre, all'essere inseriti in una società ben ordinata e dai chiari principi valoriali: Peppa Pig sarebbe il prototipo a misura di bambino di una società globalizzata e multiculturale, ordinata e funzionante.
Peppa Pig è erede del cortometraggio Disney de I Tre Porcellini (1933), la fiaba forse più utilitaristica di sempre il cui successo la dice lunga su quella che era la necessità educativa di un mondo già globalizzato che stava attraversando una grande crisi economica. Il cartone è potenziale erede, forse, anche della serie televisiva Heidi, ma la maialina è un'eroina conservatrice e convenzionale, distante da una Heidi o da una Pippi Calzelunghe, entrambe dotate di una forte personalità e di una mancanza di adeguamento alle regole imposte.
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