In preparazione del prossimo mese, che da un po' di anni è quello del festival del contemporaneo PopSophia - dove la filosofia indaga il pop e il pop racconta la filosofia -, un po' di letture in cui filosofia e cultura popolare si ibridano, si affrontano e si scoprono. Ovviamente si inizia dal tema di quest'anno del festival, Il Ritorno della Forza, con Star Wars and Philosophy: libertà e predestinazione nella famiglia Skywalker, stoicismo e filosofie orientali nel culto Jedi, ambiguità morali, il problema del male e della sua giustificazione, l'etica della guerra, la questione della tecnica, i dilemmi dell'intelligenza artificiale, la dialettica hegeliana, interrogativi politici su tirannide, democrazia e repubblica.
Due letture per Sherlock Holmes - tema anche dei buoni apocrifi di Luca Martinelli Il palio di Sherlock Holmes e Sherlock Holmes e la morte del cardinale Tosca - con il mediocre The Philosophy of Sherlock Holmes e con il migliore Sherlock Holmes and Philosophy: Holmes come lo spinoziano uomo saggio capace di non essere affetto dalle passioni che rendono schiavi - modello che pone le basi per eroi moderni come Dr. House, Bones, Spock -, le regole del ragionamento logico deduttivo, induttivo e abduttivo, uno studio sull'amicizia, il tema della noia, i rapporti con la fortuna, l'azione, l'immaginazione, l'inganno e la menzogna.
Ancora filosofia e letteratura con il bel Stephen King and Philosophy: Dio e il male, la costruzione dell'identità femminile in un confronto tra Carrie e Simon de Beauvoir, la sfida tra transumanismo e bioconservatorismo, Roland della serie La Torre Nera e il nicciano eterno ritorno - ma anche l'etica utilitaristica -, l'analisi aristotelica dell'amicizia e i racconti di Stagioni diverse, l'Overlock Hotel di Shining come foucaultiana eterotopia, utopia e distopia in L'uomo che corre e La lunga marcia, il genere horror e la compassione schopenhaueriana, viaggi nel tempo e preveggenza.
Passando ai fumetti, Batman Unauthorized: il realismo e il grottesco, sovversione e conservatorismo, l'essenza del Joker, la figura paterna di Ra's al Ghul, la (im)possibilità di un ritiro per Bruce Wayne, la follia di Arkham.
In Deadpool Killustrated il mercenario chiacchierone dei fumetti Marvel, consapevole di essere solo un personaggio dei comics e di vivere in una dimensione perciò fittizia, e vista l'impossibilità di liberarsi e di liberare gli altri da tale realtà di finzione perché gli autori continuano a riscriverli, decide di andare alla fonte del problema, a quella realtà prima e ideale da cui il suo mondo finto deriva, cioè la letteratura classica e si mette a ucciderne tutti i protagonisti (Moby Dick, Don Chisciotte, Dracula, etc.) cosicché il mondo dei fumetti non possa più essere riscritto perché ne è venuto a mancare il modello, l'archetipo, l'idea. Deadpool uccide i classici per porre fine a quel mondo falso, di favola, di finzione, che sa essere la sua realtà. Più che un fumetto un saggio filosofico.
Da aggiungere: il non splendido ma lunghissimo romanzo di Yehoshua Kenaz Non temere e non sperare, sul servizio militare nello Stato di Israele; il thriller Un finale perfetto del sempre affidabile John Katzenbach; finito il seminario a scuola sulle Meditazioni metafisiche di Cartesio; molto interessante e ricco di spunti, suggestioni e temi da approfondire il saggio di David Graeber sul perché ci perseguita e insieme ci rende felici la Burocrazia; i saggi di Gianni Vattimo raccolti in Le avventure della differenza, quelli di Carlo Sini su semiotica e filosofia di Eracle al bivio, quelli di Claudio Magris sul "grande stile" nella letteratura moderna in L'anello di Clarisse.
Inizia, infine, un periodo di letture su Nietzsche con la biografia di un'apolide dell'esistenza scritta da Massimo Fini, l'introduzione di Gianni Vattimo e uno dei primi saggi critici sul filosofo, Il culto di Nietzsche di Ferdinand Tönnies.
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