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lunedì 6 maggio 2013

salvare un mondo senza grazia

Dopo Gioco d'azzardo, continua in Regno senza grazia l'analisi di Gianluca Cuozzo del rapporto tra economia, politica e natura nell'era della tecnica, di quello che Ivan Illich ha chiamato "un mondo senza rapporti con la terra" (La perdita dei sensi). Continuano anche i richiami alla pittura fiamminga, ancora Pieter Bruegel ma stavolta quello di Pesce grande mangia pesce piccolo (1557): "siamo noi l'ultimo anello, sovrano e senza alcun senso del limite rispetto all'ingordigia onnivora che ci caratterizza, di una catena alimentare in cui ogni animale sopraffà quello più piccolo - fino a che non rimanga l'identico idem, l'unico e la sua fame, singolarità sola e soddisfatta del suo immane banchetto ontologico. L'uomo, in questa incisione, è il folle re al centro del tutto, la cui ingordigia onnivora regna sovrana in un mondo creato a sua immagine -mondo ridotto a mera ghiottoneria alla mercé delle sue instancabili fauci".
Lungi dall'essere una regola della vita, della natura, il motto che dà titolo all'opera descrive, secondo Cuozzo, il conflitto umano, è una "deformazione in senso antropomorfico del regno ittico". L'illustrazione di un diverso e nuovo atteggiamento nei confronti della realtà, capace di "salvare la terra, accogliere il cielo, attendere i divini, condurre i mortali" - per dirla con il Martin Heidegger di Costruire, abitare, pensare -, è ancora una volta affidata a un dipinto di Bruegel, il Paesaggio con la caduta di Icaro (1555-68): "una nuova etica e una nuova responsabilità rispetto a un mondo prossimo alla sua riduzione a meri frantumi disarticolati e spazzatura. Nell'immagine può vedersi rappresentata la vanità di ogni tentativo umano di progresso e di emancipazione dalla necessità delle cicliche revolutiones del cosmo naturale. Ogni azione storica dell'uomo svanisce nella totalità dell'esistente proprio come Icaro", che  - continua Cuozzo citando il Karl Löwith segnato dallo Zen degli Scritti sul Giappone - "dopo la sua caduta dal cielo, affonda in mare e solo una gamba è ancora di lui visibile. All'orizzonte del mare il sole, e sulla riva un pescatore accoccolato e nella campagna un pastore che accudisce il gregge e un contadino che ara la terra, come se tra cielo e terra nulla fosse accaduto".

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