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venerdì 31 gennaio 2025

(altri) libri letti questo mese - gennaio 2025

Oltre ai testi di Tolkien di cui già ho scritto qualcosa, questo mese ho letto altri 6 libri. In ordine, dal peggiore al migliore.

Matt Haig con La biblioteca di mezzanotte ci rivela l'esistenza di un posto fra la vita e la morte, che sembra avere la forma di una biblioteca, in cui alla protagonista, Nora Seed, viene offerta l'occasione di rimediare agli errori commessi, di evitare infelicità e scelte sbagliate, di evitare i tanti rimpianti e le deluse aspettative altrui e proprie. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della biblioteca di mezzanotte hanno il potere di farle vivere versioni alternative della realtà, nel tentativo di trovare la vita perfetta. Come si può vivere al meglio la propria vita?
Un'idea piuttosto scontata e poco originale, un testo a tesi piuttosto banale e moralistico. Non se ne sentiva davvero il bisogno.

In Intermezzo Sally Rooney racconta di Peter e Ivan Koubek, due fratelli che alla morte del padre vedono sconvolto il precario equilibrio della loro esistenza. A parte il fatto di essere fratelli, Peter e Ivan sembrano avere poco in comune: il primo è un avvocato di Dublino sui trent’anni - affermato, abile e apparentemente irreprensibile -, ma si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse, il primo e imperituro amore e una studentessa universitaria per cui la vita è un’unica lunga barzelletta; il secondo è un campione di scacchi ventiduenne che si è sempre considerato uno sfigato, un paria, l’antitesi del suo disinvolto fratello maggiore, e che ora incontra una donna più grande, che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. Per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive.
Tanti sentimenti e nessuna storia, nessuno spessore alla caleidoscopica fluidità delle impressioni sensoriali ed emotive, facilità e ottimismo risolvono tutto per il meglio. Davvero un pessimo ritratto generazionale (nel senso che ne esce male la generazione cui i protagonisti appartengono), se di ciò si tratta.

L'albero della fortuna di Carmine Abate ci porta nell'estate calabra, quando, a fine giugno, inizia il tempo dei bottafichi, o fioroni: un'esplosione di sapori, profumi, calore. I bottafichi rappresentano una passione quasi ossessiva per Carmine, che tutte le mattine, finita la scuola, lotta contro le ghiandaie per aggiudicarsi i frutti migliori. Insieme a lui Mario e Vittorio, i suoi inseparabili amici d'infanzia. Li unisce un legame purissimo, fatto di corse in giro per la campagna a rubare frutta e uova, di partite a calcio, di segreti condivisi. Sono compari, si sono cioè scambiati a vicenda un garofano rosso in segno di eterna amicizia. Un'estate felice e spensierata sembra attendere, le cui notti sono però tormentate da un incubo, e giorni in cui il ragazzo comincia a frequentare il novantenne Argenti, ritornato dopo una vita da emigrato. Quest'uomo solitario, intriso di malinconia e sapienza, darà a Carmine le chiavi per decifrare un mondo che, a quell'età, si va facendo sempre più ingarbugliato e gli racconterà perché il tanto amato fico è l'albero della fortuna. Il ragazzo si prepara ad affrontare le grandi prove che lo porteranno verso l'età adulta.
Un racconto breve, semplice, intenso.

Ne I fratelli difendieroi di Alice Basso, l'undicenne Tommy ha la cattiva idea di pronunciare in una biblioteca la frase «I grandi classici per ragazzi che ci fanno leggere a scuola non mi piacciono!», ma a lui proprio dispiace per i protagonisti che in libri come Piccole donneOliver Twist e così via sono costretti a vivere mille tragedie. Sua sorella maggiore Lisa prova a difendere gli scrittori, ma è la signora Borbotti, la bibliotecaria, a non poter far finta di niente: trasformatasi nella dea protettrice di tutti i libri che siano stati mai scritti sulla faccia della Terra e di altri diciannove pianeti, affida ai due ragazzi la missione di entrare nelle storie che hanno criticato e, visto che ci tengono tanto, provare a salvare ogni protagonista dalla peggior disgrazia che gli capita nel libro. Devono diventare "i fratelli difendieroi", aiutare personaggi non sempre collaborativi, vivere tante avventure, imparare molto anche su loro stessi.
Un libro per ragazzi piacevole, che gode anche - avendolo ascoltato su Audible - dell'ottima lettura dell'autrice stessa.

Le streghe di Manningtree, di A. K. Blakemore, è la storia di una piccola comunità - nell'Inghilterra del 1643, della lotta tra il Parlamento e il re, della guerra civile, del fervore puritano - lacerata dalla lenta esplosione del sospetto, in cui il potere degli uomini è sempre più illimitato e la sicurezza delle donne sempre più minata; soprattutto quella di alcune di loro, che vivono ai margini della comunità: le anziane, le povere, le non sposate, quelle dalla lingua affilata. In una casupola sulle colline abita la giovane Rebecca West, figlia della vedova Beldam West, donnaccia, compagna di bevute, madre; tra un espediente e l’altro Rebecca trascina faticosamente i suoi giorni, oscurati dallo spettro incombente della miseria e ravvivati soltanto dall’infatuazione per lo scrivano John Edes. Finché, a scombussolare una quotidianità scandita da malelingue e battibecchi, in città non arriva un uomo: Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si mostra fin dal principio molto curioso. Il suo sguardo indagatore si concentra sulle donne più umili e disgraziate, alle quali comincia a porre strane domande. E quando un bambino viene colto da una misteriosa febbre e inizia a farneticare di congreghe e patti, le domande assumono un tono sempre più incalzante.
Un racconto non particolarmente originale ma ben strutturato e costruito, sostenuto da una scrittura anche cruda capace di dar vita a atmosfere vivide.

Ne
La bambola di porcellana di Kristen Loesch, Rosie studia all’Università di Oxford, dove vive in una sorta di esilio con una madre intristita che si rifiuta di parlare del passato. Alla sua morte, Rosie si ritrova in possesso di una collezione di bambole e di un quaderno di fiabe scritte a mano, storie che la fanno precipitare nella Russia del 1917, alla vigilia della Rivoluzione, in un mondo avventuroso e romantico, ma anche segnato da violenza e tradimenti. Storie che nascondono un grandissimo amore segreto, che non si è mai spento. Rosie decide allora di accettare un lavoro di ricerca proprio a Mosca, sua città d’origine, dove intende scavare nella storia della sua famiglia per scoprire cosa è realmente accaduto, prima che lei lasciasse la Russia. Armata del quaderno come di una bussola che le indica la strada, ritroverà il filo di una matassa complessa e letteralmente costellata di colpi di scena. La verità che Rosie riuscirà a svelare sarà molto diversa da come la immaginava.
Vicenda piuttosto avvincente, ben articolata, non scontata nell'esito fino alla fine.

Con Trust, Hernan Diaz ha vinto il premio Pulitzer 2023 per la narrativa. Nella New York degli anni cinquanta, dopo la pubblicazione di un romanzo ritenuto mendace e offensivo sulla sua vita, il ricchissimo finanziere Andrew Bevel, diventato milionario dopo alcune speculazioni seguite al crollo in Borsa del '29, assume la giovane Ida Partenza, figlia di un anarchico italiano, perché lo aiuti a scrivere un’autobiografia in grado di raccontare finalmente la verità sui suoi successi e, anche, sulla sua defunta moglie, Mildred. Ma neanche da una penna strettamente controllata dal committente può uscire un ritratto fedele, e le complesse figure dei protagonisti, le loro reali personalità, sembrano continuare a sfuggire. La morte improvvisa di Bevel lascia comunque incompleto il lavoro, e soltanto trent’anni dopo Ida ha la possibilità di accedere agli archivi della Fondazione Bevel, dove trova finalmente il diario di Mildred, prezioso tassello mancante all’enigma di quelle vite. Quattro testi, quattro generi letterari, quattro voci, quattro punti di vista compongono un raffinato gioco di specchi in cui dietro le scelte di un leggendario uomo d’affari americano si intravede la figura polimorfa e affascinante di una moglie, artefice misconosciuta della sua fortuna.
Un romanzo di prospettive, complesso, avvincente, sorprendente, e con un ottimo sfondo di rapporti di classe, di potere, di denaro e familiari, di storia e di storie.

giovedì 30 gennaio 2025

europa medievale

Il classico dei giochi da tavolo, Catan, in una veste diversa, con una nuova ambientazione, quella dell'Europa Medievale. Le prime grandi imprese commerciali inviano i propri mercanti in lungo e in largo per l’Europa dell'epoca per portare le merci dove servono. Si arricchiscono grazie ai prodotti dei territori circostanti, fondano nuovi empori in cui vendere e reclutano nuovi mercanti. Questi primi uffici commerciali e i magazzini pieni di merci possono essere collegati solo grazie a nuove strade e alle carovane.
C’è da arricchirsi, ma solo se si riesce a battere sul tempo i concorrenti. Solo chi riuscirà a rifornire di merci le città e aprirà tutti i suoi empori per andare incontro alla domanda crescente diventerà un magnate del commercio. Solo chi saprà destreggiarsi tra le infinite scelte di questo gioco, potrà vincere.


Si tratta di un gioco di civilizzazione, negoziazione ed esplorazione, basato su meccaniche quali il lancio di dadi (per determinare quali territori producono e se entrano in azioni i briganti), lo scambio di risorse e materie prime (grano, lana, sale, legno, minerali), la costruzione di reti e percorsi (di strade per le carovane, e la costruzione di nuovi empori da parte di mercanti ingaggiati e inviati a esplorare nuovi cammini).
Ci vuole strategia, ma è comunque un gioco da tavolo per famiglie.

A scuola, nel nuovo laboratorio realizzato come Game Design Lab, lo abbiamo fatto provare a una classe prima, che nello studio disciplinare di diritto ed economia stava appunto affrontando il tema del mercante medievale.



domenica 26 gennaio 2025

la macchina volante di leonardo da vinci

Altro set Lego acquistato a inizio anno, la Macchina volante di Leonardo da Vinci permette di esplorare la storia dell’ingegno artistico, di costruire un modello dettagliato del visionario ornitottero. Si tratta di una replica autentica del design di Leonardo, dotato di ali azionabili tramite un visibile gioco di corde, cerniere e pulegge, e che include un espositore e la minifigure di Leonardo da Vinci.










Questo set, che permette di spiegare le ali della creatività, trova facilmente posto nello scaffale con i testi di e su Leonardo, in cui già un amigurumi realizzato da Simona era il benvenuto. Facilmente, in realtà, solo perché scontata la collocazione, ma certo non perché lo spazio disponibile renda la renda agevole.

Di Leonardo da Vinci alle classi quarte leggo sempre un passo - citato anche da Eugenio Garin nel suo capitolo sul filosofo presente in L'uomo del Rinascimento - del Codice Arundel.
Secondo Garin un documento singolare della mutata immagine del "filosofo" nel Rinascimento in qualche modo è offerto da una grande opera d'arte: i Tre Filosofi del Giorgione, con le tre enigmatiche figure assorte - un giovane scienziato curioso della natura, un vecchio venerando e un orientale -, con il più giovane, seduto, tra stupore e attesa, che guarda quella che - appunto - Leonardo da Vinci chiamò «la minacciante e scura spilonca», magari la caverna di Platone. Una radiografia dei Tre filosofi rivelò che in origine i filosofi erano i Re Magi, che con i loro calcoli stanno osservando la Stella che annuncia la venuta del Cristo e indica la strada, se esattamente interpretata. I Magi infatti non sono che degli astrologi, oltre che dei saggi. Orbene, nella redazione definitiva dei Tre Filosofi gli astrologi si trasformano in filosofi, che indagano i misteri della natura usando, almeno il più giovane, calcoli e misure. Il che traduce fedelmente la posizione più volte espressa dal Ficino circa il succedersi nel tempo di vari tipi di ricerca. In altri termini il filosofo non fa che portare a livello di ricerca razionale le istanze a cui intendevano rispondere e magi e astrologi. D'altra parte il nuovo filosofo continua a chinarsi sulla caverna, che per un verso rimanda a Platone, ma per l'altro non può non rievocare con forza proprio Leonardo, e il testo famoso del Codice Arundel: «vago di vedere la gran copia delle varie e strane forme fatte dalla artifiziosa natura, pervenni all'entrata duna gran caverna; dinanzi alla quale, piegato le mie reni in arco e ferma la stanca mano sopra il ginocchio, e colla destra mi feci tenebre alle abbassate e chiuse ciglia; e spesso piegandomi in qua e in là per vedere se dentro vi discernessi alcuna cosa; e questo vietatomi per la grande oscurità che là entro era. E stato alquanto, subito salse in me due cose, paura e desiderio: paura per la minacciante e scura spilonca, desiderio per vedere se là dentro fusse alcuna miracolosa cosa». 

Anche Massimo Cacciari, nel suo saggio sull'Umanesimo La mente inquieta, ricorda l'occhio leonardesco, la sua «bramosa voglia» di ficcarsi nell’ignoto, di penetrare nella “mirabil necessità” che tutto anima e tutto collega, nella caverna del mondo, della “artifiziosa natura”. Potrebbe essere, concorda anche il filosofo, l’occhio del piú giovane dei tre filosofi del Giorgione, fiducioso della propria forza, fisso di fronte alla caverna - ingens sylva, pronto a esplorarla e rappresentarla; abissi di ignoto, sí, gli si presentano dinanzi – ma nulla di inconoscibile. 

lunedì 20 gennaio 2025

libri acquistati il 18 gennaio

E non si poteva non fare una passeggiata anche sabato 18 gennaio. Così siamo passati per le librerie del centro di Prato, e qualche nuovo acquisto è stato fatto.

Non potevamo rinunciare alle altre shopper della Feltrinelli, quelle negli altri colori. E così abbiamo cercato quattro altri volumi della collana Universale Economica da acquistare. Alla fine, spulciando un po' tutta la sezione della letteratura, ce l'abbiamo fatta.
L'educazione, opera prima di Tara Westover, racconta la storia di Tara, sua sorella e i suoi fratelli, nati in una singolare famiglia mormona delle montagne dell'Idaho: non sono stati registrati all'anagrafe, non sono mai andati a scuola, non sono mai stati visitati da un dottore; sono cresciuti senza libri, senza sapere cosa succede nel mondo o cosa sia il passato; e fin da piccolissimi hanno aiutato i genitori nei loro lavori - in estate stufare le erbe per la madre ostetrica e guaritrice, in inverno lavorare nella discarica del padre, per recuperare metalli. Fino a diciassette anni Tara non aveva idea di cosa fosse l'Olocausto o l'attacco alle Torri gemelle e con la sua famiglia si preparava alla sicura fine del mondo, accumulando lattine di pesche sciroppate e dormendo con uno zaino d'emergenza sempre a portata di mano. Il clima in casa era spesso pesante: il padre è un uomo carismatico quanto folle e incosciente, fino a diventare pericoloso; il fratello maggiore è chiaramente disturbato e diventa violento con le sorelle; la madre rimane fedele alle sue credenze e alla sottomissione femminile prescritta. Poi Tara fa una scoperta: l'educazione, la possibilità di emanciparsi, di vivere una vita diversa, di diventare una persona diversa. Una rivelazione. Il romanzo è dunque il racconto di una lotta per l'autoinvenzione, una storia di feroci legami famigliari e del dolore nel reciderli.
In Pancetta di Paolo Nori si parla di una città che si è chiamata nel tempo Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e Pietroburgo. E di due ragazzi che c’erano arrivati nel 1912 per studiar matematica ma non gli interessava, la matematica, gli interessava diventar dei poeti, e in pochi mesi avevan fatto su una raccolta di poesie che, se fosse uscita qualche settimana prima, sarebbe stata rivoluzionaria e avrebbe cambiato la poesia russa del Novecento, e invece è uscita qualche settimana dopo e loro alla fine hanno rinunciato alla poesia son diventati oscuri funzionari di polizia e oscuri pope di provincia la cui gloria maggiore dicon sia stata essere entrati a volto coperto a casa di Majakovskij e avergli dato un fracco di legnate, ma chissà se è vero. E si parla poi di un poeta che, nel 1912, ha scritto una poesia che dice ‘Quando stanno morendo, i cavalli respirano / Quando stanno morendo, le erbe si seccano, / Quando stanno morendo, i soli si spengono, / Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni’.
Testo già suggerito da un collega in uno degli incontri del gruppo di lettura a scuola, In ogni caso nessun rimorso di Pino Cacucci racconta la singolare storia di Jules Bonnot - operaio, soldato, autista nientemeno che di sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes - e il suo sogno di una felicità rabbiosa che lo trasforma in rapinatore (il primo rapinatore che usa l'automobile) e anarchico sanguinario, convinto di dover colpire la società borghese senza mezze misure, creando il caos, facendo parlare i giornali.
La restauratrice di libri di Katerina Poladjan è la giovane Helene, che arriva a Erevan per restaurare antichi manoscritti e imparare le tecniche della legatoria armena. Le viene affidato un evangeliario del XVIII secolo, passato di mano in mano fino ad arrivare, nel 1915, a una famiglia sulla costa del Mar Nero. Gli ultimi proprietari sono stati Anahid e Hrant, e quel libro è l’unica cosa che rimane ai due fratelli in fuga dal genocidio armeno. Helene, un secolo dopo, lavora minuziosamente al complicato restauro con bisturi, ago e filo; il processo è completato da procedimenti quasi alchemici di estrazione del colore. Sul bordo di una pagina trova una scritta scarabocchiata: Hrant non vuole svegliarsi. Incuriosita, approfondisce gli enigmi del vecchio libro nell’Armenia di oggi, ritrovandosi immersa ed emotivamente coinvolta in una storia di esilio, perdita e dolore, che si ripercuote tuttora, generazioni più tardi. Così decide di partire per un viaggio verso la costa del Mar Nero, fino all’altra parte dell’Ararat, per arrivare in fondo alla realtà. 
Con questi acquisti ci è stato anche regalato, alla cassa, Diario di scuola - che in realtà già avevamo - in cui Daniel Pennac affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni, o meglio degli sfaticati, dei fannulloni, degli scavezzacollo, di quelli che vanno male a scuola, insomma, di cui lo stesso autore ha fatto parte e da cui è uscito grazie ad alcuni insegnanti incontrati nel corso della sua carriera scolastica. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sul ruolo degli educatori, dei genitori e della famiglia. Con la solita verve, l’autore movimenta riflessioni e teoria con episodi buffi o toccanti, e pone il concetto di amore al centro della relazione tra allievo e insegnante, affidandolo alla dolcissima metafora delle rondini che si apprestano a migrare: Quelle che non stanno in riga. Che non seguono la retta via. Risultato: vetro fisso. Toc! Tramortita sul tappeto. Allora uno di noi si alza, prende la rondine stordita nel palmo della mano, aspetta che si risvegli, e la manda a raggiungere le sue amiche. La resuscitata vola via, zigzagando nello spazio ritrovato, dopodiché punta dritto a sud e sparisce nel suo avvenire.

Non si poteva non comprare, a Prato, La città delle cento ciminiere, storia - scritta da Gabriele Cecconi - di tre famiglie che si intreccia con il Novecento italiano. La famiglia di Pisacane Bresci, cugino del regicida Gaetano Bresci, che cresce i suoi figli nella fede degli ideali anarchici: così Gracco e Libero, come il padre, hanno capelli e carattere indomiti e sono determinati a non rassegnarsi di fronte alle ingiustizie e a lottare per un mondo migliore. La famiglia di Ademaro Magni, proprietario di un podere che confina con quello dei Bresci, e che sogna di diventare un industriale: progetto che sarà realizzato dal figlio Donatello, fondatore di un lanificio tra i più fiorenti della città. E mentre il Magni non esita a avvicinarsi al fascismo, Dante Gori rifiuta per sé e le proprie figlie quell'ideologia imposta con arroganza e violenza. Memoria collettiva e memoria individuale si fondono, mentre gli anni drammatici del fascismo, della guerra e della Resistenza si abbattono sulla laboriosa Prato, sconvolgendo la sua quotidianità scandita dal fragore dei telai sempre in moto e del fumo delle ciminiere. I destini dei Bresci, dei Magni e dei Gori si trovano improvvisamente intrecciati in un romanzo storico e corale.

Avevamo già preso l'Atlante di Tolkien di David Day, che esplora la geografia del mondo di Arda. Nella stessa bella edizione della Giunti - bel formato, copertina morbida e in rilievo, illustrazioni a colori - ora abbiamo aggiunto Le battaglie di Tolkien - che analizza ogni scontro con mappe e descrizioni dettagliate degli eventi e degli eserciti contrapposti - e Gli Hobbit di Tolkien - che tratta le origini degli Hobbit, esplorando la loro Contea, la loro società e la loro importanza nelle avventure del Signore degli Anelli e dello Hobbit.
Rimanendo in tema, certo già ne avevamo una copia e lo avevo appena riletto, ma non avevamo - a differenza di altri volumi - una versione illustrata de Il Silmarillion di J.R.R. Tolkien. E così ecco il grande volume illustrato da Ted Nasmith pubblicato, come gli altri, da Bompiani.

Approfittando degli sconti (20%) della casa editrice Adelphi abbiamo recuperato i volumi che ci mancavano della pubblicazione in corso presso l'editore di tutti i romanzi di Ian Fleming dedicati a James Bond, volumi tutti dalle belle copertine nere con elaborazioni grafiche in oro e rosso. Si tratta di Thunderball, La spia che mi ha amata e Solo per i tuoi occhi.


Dopo aver comprato il giorno prima Civilizzazioni, non potevamo non prendere anche l'ultimo romanzo di Laurent Binet, Prospettive, anche perché anche questo sembra piuttosto promettente presentandosi come un'indagine criminale nella Firenze dei Medici, tra intrighi, potenti senza scrupoli che tramano nell'ombra e segreti dei più grandi artisti del Rinascimento. A dover risolvere un omicidio sarà chiamato Giorgio Vasari, a lui il compito di mettere in fila una catena di misteri che scuote la corte di Cosimo de' Medici: un pittore morto ammazzato, un quadro audace che sfida l'autorità del duca, nostalgici di Savonarola nascosti in conventi della città, vecchi nemici repubblicani, la contesa tra Francia e Spagna per la penisola italiana, la condanna papale delle immorali nudità dipinte da Michelangelo.

Non potevamo neanche ignorare I racconti della moda, pubblicati da Einaudi a cura di Maria Luisa Frisa, teorica della moda e docente di design della moda e arti multimediali. In questa raccolta - tenuta insieme dall'idea che la moda sia un linguaggio universale che parla di noi e del tempo in cui viviamo - sono contenuti, tra gli altri, Joyce Carol Oates, Pier Vittorio Tondelli, Bret Easton Ellis, Jhumpa Lahiri.

domenica 19 gennaio 2025

libri acquistati il 17 gennaio

Venerdì 17 gennaio, passeggiata in centro a Firenze e piccola scorribanda in libreria, approfittando soprattutto dei libri in occasione scontati al 50%.

Il romanzo Civilizzazioni, di Laurent Binet. Dello scrittore francese ho già letto La settima funzione del linguaggio, che mi era piaciuto molto per originalità, ironia, coraggio e ambizione letterari. Questo nuovo libro promette di ribaltare la storia che conosciamo proponendo un what if sull'Europa e gli europei come nuovo mondo da scoprire e conquistare da parte degli Inca nel XVI secolo (dopo che Cristoforo Colombo non ha scoperto l'America ma è stato fatto prigioniero a Cuba). 

Di Bertolt Brecht, Il romanzo dei tui. In una Cina immaginaria, Brecht traspone una satira feroce degli intellettuali che affittano a cottimo al migliore offerente il proprio ingegno. Dal mare dell'imbecillità umana emerge un arcipelago di aneddoti, storielle, parabole e corrosivi esercizi di umorismo che mettono alla berlina tutti i grandi ideologi dell'Occidente e forniscono anche una diagnosi inaspettata e spiazzante dell'ascesa di Hitler. Un geniale e comico breviario sul cattivo uso dell'intelletto che, tra apologhi memorabili, trattati stravaganti e racconti arguti, consegna una requisitoria serrata e farsesca contro ogni pensiero fumoso e servile.


In territorio nemico
è il prodotto di una Scrittura Industriale Collettiva (SIC), un metodo di scrittura collettiva ideato da Gregorio Magini e Vanni Santoni, utilizzato da una comunità aperta di 115 scrittori, gruppo coordinato dai due fondatori. Così è stata realizzata questa nuova epica della Resistenza, questa epopea corale ispirata alle testimonianze di chi la guerra l'ha vissuta e non ha cessato di raccontarla, questo romanzo che - tenendo ben presente l'eredità di Fenoglio, Malaparte e Calvino - apre una rinnovata prospettiva sull'esperienza tragica e fondativa della seconda guerra mondiale in Italia. I personaggi sono tre giovani - un ufficiale che diserta, una ragazza di buona famiglia che diventa partigiana, un ingegnere aeronautico che si nasconde in attesa che passi la bufera - separati dalla guerra che, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, cercano di ritrovarsi in un paese in preda al caos, nei venti mesi terribili dell'occupazione nazista, fino alla prova più difficile: scegliere da che parte stare mentre la morte li minaccia a ogni passo.

Un romanzo dell'autore vincitore del Premio Pulitzer 2019 Richard Powers. Non quello per cui è stato premiato, Il sussurro del mondo (che già abbiamo anche se non lo ho letto), ma Smarrimento. La vita del giovane astrobiologo Theodore Byrne è divisa tra due grandi amori: il cosmo, che scandaglia in cerca di vita su pianeti lontani, e il figlio Robin, che egli cresce da solo dopo la morte della moglie. Robin ha nove anni e, benché nessun medico sia arrivato a una diagnosi definitiva, è diverso. Il padre si rifiuta di tenere a bada le intemperanze del figlio con i farmaci, affidandosi piuttosto a una terapia emotiva sperimentale che sembra dare risultati stupefacenti. Fino a quando il mondo mette in discussione la loro felicità.

Approfittando degli sconti (20%) della casa editrice Ponte alle Grazie, abbiamo recuperato tre grandi volumi illustrati di Michel Pastoureau della serie Storia di un colore. Oltre a Il piccolo libro dei colori, infatti, il grande esperto di storia dei colori e del simbolismo ha realizzato anche dei volumi monografici, più approfonditi, quindi, sui singoli colori. Così abbiamo trovato Nero - colore del principio, colore nella tavolozza del diavolo, colore alla moda -, Rosso - colore primo, colore preferito, colore contestato, colore rischioso - e Rosa - colore schivo, colore ammirato, colore in cerca di un  nome, colore ambiguo. In questo stesso formato, grande e illustrato, la stessa casa editrice ha pubblicato anche i lavori dell'autore sulla storia culturale di animali quali lupo, toro e corvo.


Passando ai libri a prezzo intero, tra le novità, il saggio Otaku. La cultura che ci ha trasformato in animali accumuladati. Il volume è stato da poco ripubblicato dall'editore Nero, e benché lo avessi già letto (preso in prestito dalla mia biblioteca comunale di fiducia) e lo avessi anche schedato, appuntando su uno dei miei quaderni i passaggi più interessanti, per la mia ricerca sulla tematica del nerd, ho deciso di comprarlo. Nato in Giappone e diffusosi in tutto il mondo, il termine otaku indica quella fascia di appassionati la cui intera esistenza ruota attorno al consumo maniacale di manga, anime, videogiochi e altri prodotti della cultura pop. In questo storico saggio, tra i più celebri della teoria critica nipponica, il filosofo Hiroki Azuma ne indaga le origini e le modalità di diffusione, per arrivare - grazie allo studio del culto sviluppatosi attorno a fenomeni quali Gundam, Neon Genesis Evangelion e Di Gi Charat - a tracciare il profilo di un nuovo soggetto, ormai protagonista della tarda modernità: l'animale accumuladati, una forma di consumatore ossessionato dalla collezione e dalla catalogazione dei più disparati elementi presi da narrazioni sempre più stratificate, di cui la cultura otaku è al contempo avanguardia e rappresentazione terminale, anticipando l'attuale fan culture globale e gettando le basi delle cosiddette estetiche di internet.

La Feltrinelli proponeva nuovamente la promozione di una shopper in omaggio con l'acquisto di due libri della collana Universale Economica. Sono quelle shopper con le copertine di libri, abbinate sulla borsa per tonalità di colori, che avevamo già preso con un'offerta precedente nei toni del verde e del giallo. Non è stato facile trovare nuovi titoli da acquistare, ma con Il caso Malaussène e Capolinea Malaussène di Daniel Pennac, che ancora ci mancavano per completare la serie Malaussène dello scrittore francese, ci siamo portati a casa la shopper nei toni del viola/rosa.

Infine, incuriositi, Diorama. Letteratura e cultura visuale, volume collettaneo pensato in occasione della mostra sui diorami - Le scatole delle meraviglie raccontano - tenutasi a Bergamo nel 2023.

sabato 18 gennaio 2025

un capricorno di gennaio

C'è questa cosa del capricorno di gennaio. Non che io creda a astrologia o oroscopi, però è una idiomatica autofiction che mi piace raccontarmi, quella di trovare, scoprire o imbattermi in date di nascita di personaggi e personalità che mi piacciono, che fanno parte del mio percorso di formazione e della mia enciclopedia, che me li faccia inserire in questo insieme dei capricorno di gennaio. Insieme a cui, ovviamente, appartengo anch'io.

E così Isaac Asimov (2 gennaio), J.R.R. Tolkien (3 gennaio), Umberto Eco (5 gennaio) Edgar Allan Poe (19 gennaio) per la letteratura, Hayao Miyazaki (5 gennaio), Haruki Murakami (12 gennaio) e Yukio Mishima (14 gennaio) per la cultura nipponica, Giorgio Colli (16 gennaio), Alain Badiou (17 gennaio) e - soprattutto, visto che ne condivido proprio la data di nascita - Gilles Deleuze (18 gennaio) per la filosofia, costituiscono una costellazione immaginaria tutta per me.

domenica 12 gennaio 2025

3 (atti) in 1 (potenza)

Questo mese sono usciti tanti interessanti nuovi set della Lego. Da un po', poi, i set della serie Creator 3 in 1 sono particolarmente belli, migliorati rispetto al passato mi sembra, e soprattutto rendono difficile scegliere quale opzione costruire, quale forma - tra le tre disponibili - dare ai mattoncini, in quale attualità trasformare la loro potenzialità - per scomodare un po' di lessico à la Aristotele.

Nell'ultimo acquisto di questo mese abbiamo preso tre set di tale serie - e in omaggio è arrivato anche un piccolo tucano (o pinguino, o pesce).

Uno non lo ho ancora montato, perché ancora non mi è chiaro quale atto generare dalla potenza dei mattoncini contenuti nella sua scatola.

Due, invece, li ho montati guardando la nuova miniserie televisiva Leopardi. Il poeta dell'infinito, liberamente ispirata alla vita di Giacomo Leopardi.

Si tratta della macchina da scrivere con fiori, i cui mattoncini rosa potevano in alternativa originare una decorazione musicale consistente in una keytar giocattolo con supporto floreale, oppure un vaso di fiori con penna e quaderno. Questa ha trovato collocazione in casa nello scaffale di critica letteraria dedicato a Umberto Eco.


E poi del gatto giocoso, completo di gomitolo di lana, ciotola del cibo e topolino - in questo caso si poteva costruire alternativamente un cane oppure un piccione -, costruzione che è finita invece nello scaffale della libreria dedicato a romanzi e testi sui gatti.

Questi ultimi set si aggiungono alla fotocamera retrò, al gufo della foresta, al pappagallo esotico, all'ukulele tropicale, all'innaffiatoio con fiori, alla giraffa del safari, alla tigre maestosa, al pattino a rotelle retrò, alla casetta per gli uccelli, al saggio gufo che legge una storia al riccio nella foresta fantasy. Solo per citare i set della serie Creator 3 in 1.



domenica 5 gennaio 2025

(re)iniziare da tolkien

I primi due libri letti quest'anno - anno per il quale ho posto l'obiettivo della mia reading challenge di Goodreads a 104 libri in un anno, stante che nel 2024 sono riuscito a leggerne 138 e che i 104 li avevo raggiunti o superati anche nel 2021 e nel 2022 - sono stati due romanzi di J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion e I figli di Húrin.

Con Tolkien cominciai nell'estate tra la seconda e la terza superiore - quindi a 16 anni, quindi quasi 30 anni fa - durante la quale lessi Il Signore degli anelli. Rilessi la saga negli anni dell'università, insieme a Il Silmarillion e Lo Hobbit. E poi ne feci una terza lettura nel 2020, quando consigliandolo a un mio studente in cerca di epicità scelsi di (ri)fare quel viaggio della compagnia, attraverso le due torri e fino al ritorno del re con lui.
Ora ho riletto per la seconda volta la storia che dalla musica degli Ainur arriva agli anelli del potere e alla Terza Età. Il pretesto per tale rilettura è stato il prossimo incontro del gruppo di lettura che faremo a scuola a febbraio, e che avrà per tema su cui confrontarsi e scambiarsi consigli quello dell'albero. Certo, nella saga tolkieniana gli alberi rivestono un ruolo, a partire appunto dall'inizio dei giorni, momento dal quale il destino dei due alberi di Valinor diventano il perno di tutte le narrazioni. Con loro comincia anche il calcolo del tempo: Nel giro di sette ore, la gloria di ciascuno dei due alberi raggiungeva il pieno e svaniva nel nulla; e ciascuno tornava alla vita un'ora prima che l'altro cessasse di splendere. Sicché a Valinor due volte al giorno era una dolce ora di luce più tenue, quando entrambi gli alberi sbiadivano, e i loro raggi d'oro e d'argento si mescolavano.
Ma avevo voglia di tornare a leggere Tolkien, questa è la verità. Quando Eru, l'Uno, Ilùvatar, convoca gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, per cantare, Melkor tenta di sovrastare l'altra musica con la violenza della propria voce, ma si ha l'impressione che le sue note anche le più trionfanti fossero sussunte dal tema musicale di Eru e integrate nella sua propria, solenne struttura. Effettivamente, spiega l'Uno, nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in lui, poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere suo strumento nell'immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare.
Sembra la teodicea cristiana di Agostino, o quella laica di Hegel. Sembra il Mefistofele del Faust di Goethe, una forza che vuole perennemente il male e opera perennemente il bene.
Quando la musica è tradotta nella creazione di Arda, Ilùvatar parlando a Ulmo, che sarà il Valar signore delle acque, gli fa notare come Melkor abbia mosso guerra alla sua provincia, figurandosi crudi geli smodati, eppure non è riuscito a distruggere la bellezza delle sue sorgenti né quella dei suoi chiari stagni, piuttosto si è data la neve, e l'opera astuta del gelo; e neppure i calori e fuoco illimitati da lui adoperati hanno prosciugato né completamente zittito la musica del marepiuttosto sono nati l'altezza e la gloria delle nubi e delle brume sempre mutanti, il crosciare della pioggia sulla terraInvero l'acqua è ora divenuta più bella di quanto immaginasse il cuore di Ulmo, e in quelle nubi egli è più vicino che mai a Manwë - che sarà il signore del respiro di Arda, il cui diletto sono i venti e tutte le regioni dell'aria -, il suo amico, colui che egli ama.


Quella de I figli di Húrin è una storia già narrata, in forma molto più sintetica, nel Silmarillion. Vicenda di eroismo, di amicizia, di tragedia, di amore per la libertà sopra la vita: Lungo la via può attenderti la morte. Ma, se rimarrai, ti toccherà una fine peggiore: sarai schiavo. Se vuoi essere un uomo quando sarai in età adulta, farai come ti dico, e coraggiosamente.

Questo era il primo dei libri mensili a sorpresa della pila preparata per me da Simona, quello per gennaio.

Ultimo superstite rimase Húrin, il quale gettò lo scudo e afferrò un'ascia di un capitano degli Orchi e la brandì con entrambe le mani. Si cantava che l'arma fumasse del sangue nero delle guardie troll di Gothmog finché questa tutta si dissolse e, ogniqualvolta Húrin menava un colpo, gridava: "Aure entuluva! Il giorno risorgerà!". Settanta volte lanciò quel grido.

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un libro (a sorpresa) al mese

Simona ha avuto l'idea - ispirata da un post o un reel su un qualche social - di preparare una pila di dodici libri a sorpresa, lei per me e io per lei, da leggere, uno al mese, durante questo anno.
Si scelgono dodici libri, li si incarta, impacchetta o comunque cela dietro una carta con scritto il mese assegnato, e ogni trenta giorni si scopre cosa si leggerà.

Non si tratta di volumi acquistati per l'occasione, ma di libri già presenti in casa. Così, al piacere che sempre c'è in una sorpresa (quella di scartare il libro), si aggiunge quello di avere l'occasione (data dalla gentile costrizione del regalo) di leggere finalmente un libro che si era magari comprato anni fa, che si voleva leggere, ma che per una ragione o per l'altra, o per nessun motivo in realtà, non si era ancora letto, il piacere di riscoprire i libri che si hanno sugli scaffali delle proprie librerie domestiche.

Grazie, anche per questo.



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