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sabato 28 aprile 2012

se dio è bene assoluto...

Joyce era in salotto e leggeva, circondata da libri. Le rivolsi un rapido sguardo. Era il ritratto di una calma colossale, con il suo gran pancione appoggiato sul grembo come fosse un essere distinto. Dietro gli occhiali da lettura i suoi occhi grigi erano chiari e bellissimi. Era seduta con una dozzina di libri accanto, alcuni sul tavolinetto basso, altri appoggiati uno sull'altro vicino a lei sul divano. Stava leggendo Chesterton, Belloc, Thomas Merton e François Mauriac. C'erano libri di Karl Adam, Fulton Sheen ed Evelyn Waugh. Diedi un'occhiata ad alcuni dei titoli: The Spirit of Catholicism, The Faith of Our Fathers, The Idea of a University. Alcuni di quei libri erano miei, tirati fuori da un polveroso scatolone in garage, ma la maggior parte erano nuovi nuovi, appena arrivati dalla libreria. Era incredibile vederla con libri di quel genere, perché lei era una fredda materialista, apparteneva a un gruppo di semantica, andiamo, era praticamente atea, aveva un approccio duro e scientifico ai fatti.
«Che fai?».
«Sto pensando di fare un cambiamento». Si levò i suoi occhiali da lettura. «Se Dio è bene assoluto, perché permette che nascano bambini storpi?».
Provai un immediato terrore. «C'è qualcosa che non va con il bambino?».
«Assolutamente no. Sto facendo una domanda».
«Non ne so la risposta».
Sorrise soddisfatta. «Io invece sì».
«Che bellezza».
«Vuoi sentirla?».
Non riuscivo a prenderla seriamente. Era solo un altro capriccio dovuto alla gravidanza. Mi piaceva avere una moglie atea. La sua posizione rendeva le cose più facili per me. Semplificava la pianificazione familiare. Non avevamo scrupoli sui contraccettivi. Il nostro era stato un matrimonio civile. Non eravamo incatenati da nessun dogma religioso. C'era sempre il divorzio, non appena avessimo voluto. Se fosse diventata cattolica, si sarebbero create ogni sorta di complicazioni. Era difficile essere buoni cattolici, molto difficile. No: era un capriccio, una moda passeggera. Non poteva essere altro.
«Ti passerà», dissi.
«Se Dio è il bene assoluto e il sapere assoluto, allora perché crea quelle anime che sa che saranno dannate eternamente?».
«Non lo so».
«Io invece sì», sorrise lei.
«Ma che bellezza».           

(John Fante, Full of Life)

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