Secondo Peter Sloterdijk, autore del breve saggio Stress e libertà, ciò che caratterizza la libertà da sognatore in stato di veglia, discreta e sensazionale insieme, "scoperta" da Rousseau nelle sue Fantasticherie del passeggiatore solitario è la spensieratezza, uno stato di raffinata inutilità proprio di chi si è allontanato e isolato non solo dalla società ma anche dalla propria stessa persona normalmente implicata nel tessuto sociale. Il punto determinante della scoperta di Rousseau è la totale mancanza di qualsiasi riferimento a qualunque tipo di attività, conoscitiva, volitiva, economica, politica, artistica o altro, l'assenza di qualsiasi cosa da dire, di qualsiasi opinione da esprimere, di qualsiasi progetto da intraprendere. Questa nuova libertà si esprime in una «estatica inutilità rispetto a ogni cosa. L'uomo libero, secondo Rousseau, scopre di essere l'uomo più inutile del mondo, e trova ciò assolutamente giusto».
Il passeggiatore solitario di Rousseau ha lontani parenti in Bartleby, lo scrivano di Melville, nell'Oblómov di Gončarov, in Xavier de Maistre che fece un viaggio intorno alla propria camera percorrendo la stanza per 42 giorni, nell'antieroe ironicamente chiamato Victor, il vittorioso, dell'Eleutheria di Beckett. Tutti questi personaggi sanno che la vera libertà dell'uomo non consiste tanto nel fare ciò che vuole, quanto piuttosto nel non dover fare ciò che non desidera, e soprattutto sanno che «l'uomo, disteso, è più vicino alla libertà».
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