Nei Discorsi del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau è riscontrabile una formidabile quantità e frequenza di riferimenti al valore e all'esemplarità dell'antica Sparta. L'educazione degli Spartani - che anche secondo Montaigne allevano i fanciulli "come se a questa generosa giovinezza, sdegnosa di ogni altro giogo, si dovessero fornire, invece dei nostri maestri di scienza, solo maestri di valore, prudenza e giustizia" (Saggi) - viene esaltata come la migliore possibile, istituita secondo il principio per cui è preferibile che i ragazzi "imparino quello che debbono fare quando saranno uomini, e non ciò che devono dimenticare" (Discorso sulle scienze e sulle arti).
La legge della città greca sui figli dei propri cittadini "rende forti e robusti quelli che son bene costituiti, e fa perir tutti gli altri", e se ciò sembra disumano o crudele, ci si può chiedere se sia preferibile quella diversa delle nostre società, "in cui lo Stato, rendendo i figli di peso ai padri, li uccide indistintamente prima della nascita" (Discorso sull'origine della disuguaglianza fra gli uomini).
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Sempre in questo secondo Discorso, l'ennesimo riferimento al mito di Sparta introduce questo passo che esalta una selvaggia libertà contro una raffinata e calma civiltà.
"Come un corsiero indomito arruffa il crine, batte la terra col piede e si dibatte impetuosamente al sol avvicinarsi del morso, mentre un cavallo domato soffre paziente lo scudiscio e lo sprone, così l'uomo barbaro non piega la testa al giogo, che l'uomo incivilito porta senza mormorare, e preferisce la più tempestosa libertà a una soggezione tranquilla. Non dunque dall'avvilimento dei popoli asserviti si devon giudicare le disposizioni naturali dell'uomo per o contro la schiavitù, ma dai prodigi che fan tutti i popoli liberi per garantirsi dall'oppressione. Io so che i primi non fanno che vantar di continuo la pace e la quiete di cui godono in catene, e che miserrimam servitutem pacem appellant [chiamano pace una infelicissima schiavitù, Tacito, Historiae]; ma quando veggo gli altri sacrificar piaceri, quiete, ricchezza, potenza e la stessa vita alla conservazione di quel solo bene, così disprezzato da quelli che l'han perduto; quando veggo animali, nati liberi e aborrenti la prigionia, rompersi la testa contro le sbarre della loro prigione; quando veggo moltitudini di selvaggi tutti nudi disprezzar le voluttà europee e sfidar fame, fuoco, ferro e morte, per non conservare che la loro indipendenza, io sento che non spetta agli schiavi di ragionar di libertà".
A illustrare il tutto, tavole tratte dalla graphic novel di Frank Miller 300.
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