Pages

domenica 19 giugno 2011

icone rinascimentali

Che cos'è, esattamente, un emblema? La definizione che si legge sui dizionari pare largamente insufficiente: un'immagine enigmatica o simbolica, accompagnata da un motto che aiuta a decifrarne il significato, a sua volta chiarito più in basso da un breve testo, in versi o in prosa. Per fortuna viene in soccorso la pubblicità. Avete presenti le scarpe Nike? Nike in greco vuol dire vittoria; il logo stilizzato allude appunto alle ali di una Vittoria alata (come la statua del Louvre); e il motto "Just do it!" occupa lo spazio che spettava alla riflessione sentenziosa.
Potere dell'immagine, concisione, memorabilità: un emblema e un brand di successo hanno parecchie cose in comune.
Ci si può immergere in questo mondo di simboli e cifre grazie all'edizione del capostipite di questo fortunato genere letterario: Il libro degli emblemi di Andrea Alciato, la cui prima edizione apparve in Germania nel 1531 (una seconda edizione fu approntata nel 1534 e in successive ristampe, fino al 1621, il numero degli emblemi lievita da 113 a 212, corpus che lunga tutta la sua vita Alciato non aveva mai smesso di incrementare e correggere, riorganizzando testi e immagini).
Pervasa da una crescente curiosità per i geroglifici, che erano ritenuti celare il sapere originario dell'Egitto, la cultura rinascimentale era ormai pronta a entusiasmarsi per un'opera del genere. Proprio questo legame degli emblemi con gli interessi "ermetici" degli umanisti è importante: oltre alla memorabilità del nesso parola/immagine, con le sue evidenti implicazioni pedagogiche, la forma dell'emblema implica infatti anche una comunicazione cifrata, per iniziati, capaci di decifrare i significati reconditi racchiusi in una figura mitologica o in un simbolo. Di lì a pochi anni, la secolare passione delle aristocrazie europee per i motti figurati che ogni gentiluomo era tenuto a scegliere come autodescrizione del proprio carattere e delle proprie aspirazioni, sarebbe nata anche su queste basi e avrebbe trasformato la cultura dell'emblema in un raffinato gioco di società.
Oltre la vicenda delle interpretazioni ermetiche di questi emblemi e le loro influenze sulla storia dell'arte, c'è un altro filone di indagine che non può essere trascurato. In quanto massimo giurista del Cinquecento, Alciato è stato percepito dai suoi contemporanei come un pensatore politico e appunto di riflessioni sulla vita associata degli uomini sono pieni gli Emblemata, che nelle ristampe degli anni Quaranta giungono ad accogliere più di uno spunto dalle opere di Machiavelli, a cominciare dalla figura, ambigua, del centauro come incarnazione del perfetto politico, che dovrà, alla bisogna, recuperare la propria metà ferina per prevalere nella contesa. Esattamente come per le numerose reinterpretazioni alchemiche, in questa chiave nei decenni successivi non mancarono riscritture e chiose del libretto di Alciato ripensato come "manuale di prudenza" per i sovrani.

(da Gabriele Pedullà, L'apparenza non inganna, in Il Sole 24 Ore - Domenica, 6 dicembre 2009)

0 interventi:

ShareThis