Pages

venerdì 17 giugno 2011

l'atto di relazionarsi

- Cavolo, non ho mai provato una sensazione così incredibile, - disse Hoshino, immergendosi lentamente nell'acqua della vasca.
- Questo è solo l'inizio, - disse la ragazza. - Quello che verrà tra poco sarà molto più incredibile.
- Ma per me anche questo è stato bellissimo.
- Quanto?
- Tanto che il passato e il futuro non contano più nulla.
- «Il puro presente è il processo impercettibile in cui il passato avanza divorando il futuro. A dire il vero, ogni percezione è già ricordo».
Hoshino sollevò il viso e guardò la ragazza a bocca aperta.
- Che cosa?
- È di Henri Bergson, - rispose la ragazza, mentre portava le labbra al suo glande per leccare lo sperma residuo. - Materia e memoria. Non l'ha letto?
- No, non mi pare, - disse Hoshino, dopo aver riflettuto un momento. Tu invece l'hai letto?
La ragazza annuì.
- Ho dovuto leggerlo. All'università studio filosofia, e man
ca poco all'esame.
- Ho capito, - fece Hoshino ammirato. - Questo è solo un lavoro per far su un po' di soldi.
- Certo. Sa, ci sono le tasse universitarie da pagare.
Poi la ragazza spinse Hoshino sul letto, e con la punta delle dita e la lingua percorse dolcemente il suo corpo, provocandogli subito una nuova erezione. Era un'erezione imponente.
- Ehi, signor Hoshino, è di nuovo in forma! - disse lei. Passò quindi con calma alla successiva serie di movimenti. - Ha qualche richiesta in particolare? Cose che le piacerebbe farsi fare...
- In realtà non mi viene in mente nessuna richiesta da fare, ma magari potresti dirmi un'altra di quelle frasi filosofiche. Non so, ma mi dà l'idea che mi rallentino un po'. Se no, continuando così, tra un secondo verrò di nuovo.
- Allora, è un po' vecchio, ma potrebbe andare bene Hegel?
- Per me va bene tutto, scegli tu.
- Raccomando Hegel. Certo, è un po' antiquato ma, come si dice, Oldies but Goodies!
- Bene, bene.
- «L'io, oltre a essere il contenuto di una relazione, è anche l'atto di relazionarsi in sé».
- Hmm.
- Hegel ha definito la coscienza del sé, affermando che l'uomo non solo conosce separatamente il sé e l'oggetto ma, proiettando il sé sull'oggetto come mediazione, riesce a comprendere più profondamente e in modo più attivo il proprio io. Questa è la coscienza di sé.
- Non ci ho capito niente.
- Prendiamo l'esempio di quello che sto facendo a lei, signor Hoshino. Per me, io sono il sé e lei è l'oggetto. Naturalmente per lei, signor Hoshino, è esattamente l'opposto. Lei è il sé e io l'oggetto. Con quello che facciamo ci scambiamo reciprocamente sé e coscienza, ci proiettiamo l'uno sull'altra a vicenda, e grazie a questo realizziamo l'autocoscienza. Attivamente. Certo ho semplificato un po'.
- Non ci ho capito niente lo stesso, ma mi ha fatto bene.
- Ecco, il punto è questo, - disse la ragazza.

(da Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia


Immagini tratte da Chobits, manga delle CLAMP.

0 interventi:

ShareThis