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venerdì 24 giugno 2011

l'anima brucia più di quanto illumini

Io, immagine di Dio! Io che mi credevo vicinissimo allo specchio dell'eterna verità, io, superiore a un cherubino, io che osai godere, pieno di presentimenti, una vita divina. Io, che il tuono di una parola mi ha cacciato.
Ho studiato, a fondo e con ardente zelo, filosofia e medicina, e purtroppo, anche teologia. Eccomi qua, povero pazzo, e ne so quanto prima.
Vengo chiamato Maestro, anzi dottore e già da anni meno per il naso, in su e in giù, i miei scolari. E scopro che non possiamo sapere nulla.
cena de le ceneri bruno latellaCiò mi brucia quasi il cuore. Ne so, è vero, un po' più di tutti quegli sciocchi, dottori, maestri, scribi e preti; non mi tormentano né scrupoli né dubbi, né ho paura del diavolo o dell'inferno. Però mi è stata tolta in cambio di ciò ogni gioia; non mi metto in capo di sapere qualcosa di buono, non mi illudo di poter insegnare qualcosa, di saper rendere migliori o convertire gli uomini. Mi sono dato pertanto alla magia naturale, se mai il potere o la parola dello Spirito mi rivelassero qualche segreto. Per non dover dire, dopo così amare, sudate fatiche, quello che non so, per poter scoprire ciò che, nel profondo, tiene insieme l'universo e contemplare ogni attiva energia ed ogni primitiva sostanza e smetterla di rovistare tra le parole.
Ma no... non mi è lecito osare di rassomigliare a te. Ho avuto la forza di attirarti, ed in quel momento beato mi sentii così piccolo e così grande. Ma tu mi ricacciasti crudelmente dentro l'incerto destino degli uomini. Ed ecco, ora mi si dissecca il corpo e mi s'umetta il cervello; mi nascono i tofi e mi cascano gli denti, mi s'inora la carne e mi s'inargenta il crine; mi si distendono le palpebre e mi si contrae la vista, mi s'indebolisce il fiato e mi si rinforza la tosse; mi si fa fermo il sedere e trepido il camminare, mi trema il polso e mi si saldano le coste; mi si assottigliano gli articoli e mi s'ingrossano le giunture, mi s'indurano gli talloni e mi s'ammolla il contrappeso; l'orticello della cornamusa mi s'allunga, et il bordon s'accorta.

(dal libretto teatrale de La cena de le ceneri di Bruno, adattamento di Federico Bellini e regia di Antonio Latella)


Il testo di questo libretto di Antonio Latella sull'opera teatrale di Bruno ricalca un po' e in parte il travestimento che Edoardo Sanguineti fa del Faust di Goethe:

Ahimè, ahimè! ho studiato la psicologia dell'età evolutiva,
la sociologia delle comunicazioni di massa,
la bibliografia e la biblioteconomia,
la semiotica, la semantica,
la cibernetica, la prossemica,
l'informatica, la telematica,
la biologia - e, accidenti, l'ecologia - e poi
la micro e la macrofisica, la meta e la patafisica,
da cima a fondo, con tanto zelo!
E adesso, eccomi qui, povero idiota,
e furbo come prima.
Mi chiamano l'egregio, l'illustre, il chiarissimo,
e il prof, e il dott,
e il maestro, magari, madonna!
E sarà dal '77 - ma che dico io mai? - sarà dal '68, ecco,
che me lo meno, con i miei studenti.
Questa è una cosa che mi strazia il cuore.
E va be', sarò più erudito dei miei colleghi,
ordinari, straordinari, associati, aggregati, incaricati,
lettori, ricercatori, dottori di ricerca, assistenti, precari,
e tutto il personale non docente.
Né scrupolo né dubbio mi tormenta,
né diavolo né inferno mi spaventa.
Ma non ci ho niente la felicità:
niente di vero penso di sapere,
niente di niente riesco più a insegnare,
né gli uomini io mi spero migliorare,
né di riuscirci, il mondo, a trasformare:
e non ho beni, mobili né immobili,
né uno straccio di Nobel, né il Potere:
manco un cane può viversi così.
Dunque, mi son dato alla magia:
voglio vedere un po', se me lo scopro,
il segreto dell'essere dell'esserci,
il mistero dell'esserci dell'essere.
E così non va a finire
che ci sudo sempre a dire
tutte cose che non so.
Cerco invano di trovare
che cos'è che può legare,
strutturato, il mondo qui.
E dominerò, un giorno, le radici ultimissime
dell'energia e della materia,
e tutti quanti i quanta:
e non starò più a riciclarmi, almeno,
questa eterna immondizia di parole!

Afterhours, Dentro Marilyn
... l'anima brucia più di quanto illumini...

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