I personaggi di Antonioni presentano due tipici tratti della filosofia di Heidegger: la percezione del vuoto, del nulla (o dell’essere), e l’oppressione tecnologica dell’esistenza, il rumore, la meccanicità, l’inconsistenza e il martellamento pubblicitario.
In Zabriskie Point il contrasto heideggeriano fra esistenza appropriata e inappropriata, fra tecnologia e apertura poetica sull’essere, è curiosamente intrecciato con i motivi della contestazione studentesca degli anni sessanta, la “retorica del deserto” e la musica dei Pink Floyd.
L’inappropriatezza, assieme alla tecnologia automatizzante e al completo estinguersi delle passioni primordiali, è rappresentata soprattutto dalla grande impresa immobiliare di Mr. Allen, preoccupato soltanto di vender terreni in pieno deserto secondo un progetto chiamato “Sannydunes” con l’aiuto di cartelloni pubblicitari che degradano la sacra immensità della natura al livello di una consumistica e fotografica trivialità. Tuttavia, non si può certo dire che l’appropriatezza sia invece rappresentata da quei gruppi d’estrema sinistra che intendono cancellare dalla faccia della terra la borghesia possidente. All’inizio del film si vede uno stancante e inconcludente collettivo in cui gli interventi, i gesti e le parole d’ordine si discostano poco dall’automatismo e dalla produttività dei discorsi degli impresari.
I due ragazzi protagonisti del film, invece, realizzano in pieno deserto l’autentica rivoluzione, operando con i propri corpi una trasformazione silenziosa e profonda.
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