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lunedì 9 maggio 2011

nel vuoto di zanardi

«Perché il freddo», recita il primo degli avvisi all’inizio di Giallo scolastico di Andrea Pazienza, «quello vero, sa essere qui, in fondo al mio cuore di sbarbo». Il richiamo al freddo, come dimensione sia estetica che psicologica, è decisivo per la genesi dell’intera saga di Zanardi. È l’eterno autunno delle sue condizioni meteo. Ed è la temperatura raggiunta da uno scandaglio morale che intende rendere conto di una strategia di sopravvivenza (quella di Zanardi e dei suoi amici) essenzialmente basata sul cinismo, e sull’attesa predatoria dell’occasione. Freddo, infine, come metafora di un supremo controllo sulla materia, della ricerca in corso di un’arte narrativa disposta a sostituire le regole alle pulsioni, la necessità all’improvvisazione, in cui è presente un principio ferreo di organizzazione, una specie di modulo fisso, una sintassi capace di regolare l’informe dell’immaginazione., una svolta verso il freddo di un rigore narrativo che coinvolge sia i testi sia l’organizzazione delle tavole.
Oltre all'innata durezza d’animo, alla capacità di seduzione e ricatto, all'impeccabile eleganza, all'innegabile scaltrezza, anche la testa di Zanardi nasconde un prodigio: essa infatti non contiene nulla. Il perno intorno al quale ruota questo straordinario personaggio è un vuoto centrale, un’inviolabile assenza o latenza. In confronto, sia il bel Colasanti che lo sfigato Petrilli godono di un peso specifico del tutto diverso – di persone come tante, in fin dei conti. Proprio per questo sono così importanti per Zanardi – Zanardi l’inesistente, come recita il più bel titolo della saga. Vampirizzandoli, ne sfrutta l’esistenza di cui è così scarso. A un livello superficiale, Colas e Petrilli sono i suoi complici; più in profondo, sono la sua necessaria zavorra.
La pura natura ferina del suo eroe, il suo comportamento da lupo travestito da uomo, la purezza dell’istinto, lega Pazienza a un altro grande artista del vuoto mentale – quel Bret Easton Ellis che nel 1985 pubblica il suo fulminante romanzo d’esordio, Meno di zero. Anche in Ellis la mancanza assoluta di una dimensione interiore dei personaggi, identità anagrafiche senza storia e senza coordinate psicologiche (less than zero, appunto), è il retroterra ideale di comportamenti tanto mostruosi quanto improvvisi e immotivati.
L’unica passione che si può riconoscere a Zanardi è quella per il kendo, che poi è una disciplina fondata proprio sulla libertà dalle passioni. La più aristocratica delle arti marziali sembra contenere la sublimazione, quasi la cifra araldica e il lontano fondamento filosofico di quel legame necessitante tra vuoto mentale e violenza. In effetti, Zanardi è un cultore della perfezione del gesto – necessaria anche al fine di realizzare intenti futili o crudeli. Ovviamente, è quanto di più lontano si possa immaginare dai classici ideali di virtù e obbedienza del Giappone feudale. Nondimeno, il vuoto interiore di Zanardi funziona come una disciplina, garantisce l’efficacia delle azioni e la capacità di non perdersi d’animo di fronte alle avversità e agli imprevisti. Il particolare, innegabile fascino di Zanardi poggia in grande misura su una capacità di distacco che gli rende facile afferrare l’occasione dove tutti gli altri se la farebbero sfuggire. «Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di momenti che si susseguono», insegna Yamamoto Tsunetomo in Hagakure, la raccolta segreta di insegnamenti per samurai resa celebre da Yukio Mishima. Quando il presente è davvero l’unica dimensione possibile dell’esistenza, la paura è sconfitta. Di fronte alla disgrazia, leggiamo in un’altra pagina di Tsunetomo, «non è sufficiente rimanere calmi». Al contrario, «quando sopraggiunge la sventura, il samurai deve rallegrarsene e andare avanti con coraggio». Così egli si adatta al corso degli eventi per dominarli. Il modello fornito dalle arti marziali fa di Zanardi una specie di samurai dell’infamia e della gratuità.

(da Emanuele Trevi, Nel vuoto di Zanardi, in Andrea Pazienza, Zanardi 1. 1981-1984)

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