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mercoledì 30 marzo 2011

crossover: per una filosofia popular

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Gioco mentale in forma di parole. Pensiero in atto che richiede forza, creatività e il coraggio di sperimentare, in assoluta libertà, l’inedito. Esiste un atletismo del pensiero. E la filosofia ne è forse l’espressione più pura e pericolosa. Perché estrema. «Nessuno disconosce la pericolosità degli esercizi fisici estremi, ma anche il pensiero è un esercizio estremo», scrive Gilles Deleuze (Pourparler). Stile, pensiero, vigore. Nulla è meno rassicurante di questi giochi o esercizi estremi in forma di parole.
È tempo di portare la battaglia filosofica nella popular culture, usando le armi migliori a disposizione della filosofia, dal pensiero critico alla decostruzione. Che la filosofia stessa si trasformi, così, in filosofia popolare, o pop filosofia, piuttosto che un rischio da evitare, è un obiettivo strategico da perseguire.
La pop filosofia è anche un ripensamento del momento essoterico della filosofia e una nuova forma di attivismo culturale e filosofico: è critica e decostruzione della cultura pop, ma anche capacità di contaminarsi con la cultura pop e di presentarsi essa stessa come opera di cultura pop. La pop filosofia è una filosofia mutante, è crossover in quanto incrocio e contaminazione di filosofia e cultura pop, perché mescola stili filosofici differenti e arriva anche a un pubblico che di norma non legge filosofia.
Pop filosofia è intesa come avanguardia filosofica insieme sperimentale e popolare, come ripensamento e trasformazione pop dell’idea deleuziana di macchina da guerra: oggetti vari della cultura di massa e pezzi di filosofia sono presi, decostruiti e riassemblati per dar vita a una macchina da guerra.

(da Simone Regazzoni, Prologo a Pop Filosofia)

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