La motivazione base di Superman: perché fa quello che fa? Quali sono le sue ragioni? Cosa lo spinge ad assumere il ruolo di protettore e difensore di tutti? Perché prova incessantemente a fare la cosa giusta? Per i ragazzi di oggi, vista la crescente fama di Batman, Spider-Man e Wolverine, Superman è diventato sempre più irrilevante: l’età moderna ha creato una nuova distanza tra Superman e la sua presunta audience, che ora non può evitare di chiedersi il “perché”, perché mai egli abbia anche solo considerato di intraprendere un percorso di altruismo. È un individuo che potrebbe avere qualsiasi cosa desideri, quindi perché impiega tutto il suo tempo per prendersi cura degli altri? Bisogna ri-narrare il mito di Superman per il pubblico moderno e rispondere alla domanda su chi egli veramente sia: è un essere alieno ed è probabilmente più solo in questo mondo di chiunque altro mai. E questa è la chiave.
Il desiderio di appartenenza è un aspetto fondamentale della natura umana e Kal-El (Superman) prova lo stesso basilare bisogno di comunità condiviso da tutti quelli che lo circondano. «La nostra più profonda paura è di essere potenti oltre misura. Chi sono io per essere brillante, meraviglioso, talentuoso, favoloso? Noi siamo fatti per brillare, per manifestare la gloria che è dentro di noi. E quando lasciamo la nostra propria luce risplendere, diamo inconsciamente agli altri il permesso di fare lo stesso. Quando ci liberiamo delle nostre stesse paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri» (Marianne Williamson, A Return to Love: Reflections on the Principles of “A Course in Miracles”). Come si connette Kal-El con il mondo intorno a lui? Non voltando le spalle alla sua eredità aliena, ma abbracciandola: solo agendo nel pieno del suo potenziale, piuttosto che nascondendosi nelle retrovie dietro un paio di occhiali finti, egli può autenticamente partecipare nel mondo. Solo essendo apertamente kryptoniano può anche essere terrestre. Quando vive come chi veramente è, pienamente e autenticamente, egli occupa il giusto posto nella comunità, nella quale può infine trovare appartenenza e soddisfazione. Indossando un’uniforme che con orgoglio celebra e onora la sua razza – essendo realizzata sulla base della bandiera che i suoi genitori gli hanno lasciato per accompagnare il suo viaggio – vola nei cieli saldo e senza vergogna.
Il paradosso risultante è che Superman può essere un lampante esempio del valore dell’eroismo altruistico, ma realizza ciò agendo nel proprio stesso interesse personale. Accanto al genuino altruismo c’è una sana autocoscienza, i propri bisogni interni si bilanciano con i bisogni degli altri in una maniera di cui beneficiano tutti. Superman è il vero e autentico individuo che accetta chi è nel profondo, celebrando questo vero sé e poi usando tutta la sua potenza per il bene tanto degli altri quanto suo.
(da Mark Waid, The real truth about Superman: and the rest of us, too, in Superheroes and philosophy)
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