Le avventure di Alice la pongono in contrasto contro quello che potremmo chiamare un non-senso tollerabile e uno intollerabile. Ciò che rende alcune bizzarre contraddizioni tollerabili è che esse possono essere dominate con un po’ di prove ed errori. Ci sembrano insensate perché la nostra esperienza ci impone dei preconcetti su ciò che può e ciò che non può essere. I filosofi distinguono ciò che è logicamente impossibile – la negazione di ogni verità necessaria – dalle questioni di fatto: «Il contrario di ogni questione di fatto è ancora possibile», osserva David Hume, poiché non è inconcepibile che il mondo avrebbe potuto essere radicalmente diverso da quello che è. Se i bambini possano trasformarsi in maiali è una questione cui non si può rispondere attraverso un perentorio giudizio basato su ciò che crediamo sia possibile o no, ma solo attraverso un’investigazione di come il mondo in realtà funziona, indagine preferibilmente condotta da qualcuno che “bruci” di curiosità tanto quanto Alice. La curiosità di Alice, come la sua volontà di scartare i preconcetti non verificati, è un’importante virtù intellettuale. Armata di una salda curiosità, una risoluta fede nella ragione, e un’impavida volontà di mettere alla prova e scartare ogni assunto, la nostra eroina esce regolarmente vincitrice nella sua guerra contro il non-senso.
Nel saggio The Ethics of Elfland, Gilbert Keith Chesterton, uno scrittore di fantasy e gialli, osserva che c’è una grande differenza tra il meraviglioso e l’irrazionale: «Non si può immaginare che 2+1 non faccia 3. Ma si possono facilmente immaginare alberi che non diano frutti, ma candelieri d’oro o tigri appese per la coda. Bisogna mantenere una netta distinzione tra la scienza delle relazioni mentali, nella quale ci sono veramente delle leggi, e la scienza dei fatti fisici, in cui non ci sono leggi ma solo bizzarre ripetizioni». Come Hume aveva evidenziato oltre un secolo prima, siamo così abituati a certe regolarità nella natura che a volte erroneamente supponiamo che esse facciano parte del necessario e inalterabile tessuto della realtà. È una delle virtù di Alice quella di non cadere vittima dell’errore di pensare che ogni questione di fatto sia necessaria.
(da George A. Dunn, Brian McDonald, Six impossible things before breakfast, in Alice in Wonderland and Philosophy)
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