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lunedì 13 gennaio 2014

i primi veli

I pinguini appena battezzati - per errore - e perciò dotati di anima e trasformati in uomini da Dio, hanno ora bisogno di essere vestiti.

"- Allora, padre, volete vestire questi pinguini?
- È indispensabile, figliolo. Da quando sono stati incorporati nella famiglia di Abramo su di loro ricade la maledizione di Eva e hanno perciò coscienza di essere nudi, mentre prima l'ignoravano. 
- Non credete, padre, che sarebbe meglio lasciarli così? Perché vestirli? Quando porteranno abiti e saranno sottoposti alla legge morale, acquisteranno orgoglio smodato, volgare ipocrisia e crudeltà superflua. La legge morale obbliga gli uomini che sono bestie a vivere diversamente dalle bestie, cosa senz'altro scomoda ma che li lusinga e li rassicura. Vestire i pinguini può comportare gravi conseguenze! Adesso, quando un pinguino desidera una pinguina, sa ciò che vuole e la sua bramosia è limitata dalla conoscenza esatta dell'oggetto bramato. In questo momento, sulla spiaggia, due o tre coppie di pinguini fanno all'amore sotto il sole. Osservate con quanta naturalezza! Nessuno li sta a guardare e anche quelli che lo fanno non sembrano molto interessati. Ma quando le pinguine saranno velate, il pinguino non si renderà più conto esattamente di ciò che lo attirava verso di loro. I suoi desideri indeterminati daranno origine a tutta una serie di sogni e di illusioni. E intanto le pinguine, abbassando gli occhi e stringendo le labbra, daranno l'impressione di nascondere sotto quei veli un tesoro! Prendiamo a caso una di quelle pinguine. Eccone una che viene verso di noi. Non è né più bella né più brutta delle altre. Nessuno la guarda. Cammina indolentemente sulla spiaggia con un dito nel naso, grattandosi la schiena. Ha le spalle strette, il seno pesante, il ventre grosso e giallo, le gambe corte. Le sue ginocchia, di colore rossiccio, si raggrinzano a ogni passo, sembra che per ogni articolazione delle gambe abbia una piccola testa di scimmia. I piedi larghi e venosi si appigliano alla roccia con quattro dita adunche, gli alluci si drizzano sul terreno come le teste di due serpenti. Mentre cammina, tutti i suoi muscoli sono intenti alla fatica; vedendoli funzionare allo scoperto ci fanno pensare più a una macchina per camminare che a una macchina per fare l'amore. Ebbene, venerabile apostolo, osservate come si trasformerà. Stretti dai lacci di lana, i piedi sembrano più piccoli. Le suole, alte due dita, allungheranno elegantemente le sue gambe e la figura che sorreggono risulterà più armoniosa. 
Il monaco le intrecciò i capelli sulla nuca e le pose in capo un cappello di fiori. Le cinse i polsi con cerchi d'oro e le passò sotto il seno e sul ventre una lunga fascia di lino, in modo che il petto acquistasse maggior fierezza e i fianchi si appiattissero per dar risalto alle anche. 
- Potete stringere di più, disse la pinguina.
Rivestì il corpo di una tunica rosa che la modellava elegantemente. Le domandò se la gonna non le sembrasse un po' lunga, ma lei rispose che andava bene così: l'avrebbe sollevata.
Si allontanò quindi a piccoli passi, ancheggiando.
Un pinguino, incontrandola per caso, si arrestò sorpreso e, invertendo il cammino, si mise a seguirla. Alcuni pinguini che tornavano dalla pesca si avvicinarono e, dopo aver contemplato la pinguina, le si accodarono. Quelli che erano sdraiati sulla sabbia si alzarono e si unirono agli altri. Immancabilmente, al suo sopraggiungere, altri pinguini, scendendo dai sentieri della montagna, uscendo dai pertugi delle rocce, emergendo dal fondo delle acque, infoltivano via via il corteo, emanando un odore acre ed emettendo suoni gutturali.
- Osservate, padre, come tutti camminano con gli occhi puntati sul centro sferico di quella ragazza, ora che il centro è velato di rosa. Perché l'interesse di questa figura fosse pienamente rivelato ai pinguini, è stato necessario che, anziché vederla distintamente con i loro occhi, fossero costretti a rappresentarla in spirito. Io stesso provo in questo momento un'attrazione irresistibile per quella pinguina. Forse perché la gonna ha reso essenziale il suo culo e, semplificandolo con magnificenza, lo riveste di un carattere sintetico e generale e ne lascia trasparire soltanto l'idea pura, il principio divino.
Così dicendo, sollevatasi la veste, si lanciò sulla scia dei pinguini, li spintonò, li buttò a terra, li superò, li calpestò, li schiacciò, raggiunse la pinguina, l'afferrò a piene mani per la tunica rosa che un popolo intero crivellava di sguardi e desideri e che improvvisamente sparì, tra le braccia del monaco, dentro una grotta."


(Anatole France, L'isola dei pinguini)

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