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martedì 21 gennaio 2014

uccidere i propri avversari?

Uccidere i propri avversari è un comportamento che non ha mai fatto parte dell’etica degli X-Men. Ecco la tavola di una scena classica da fumetto degli eroi mutanti della Marvel. Nella camera di un addormentato Magneto, Tempesta, altro leader degli X-Men, medita e dubita sull’azione da compiere.

«Nonostante i crimini e i delitti commessi, Magneto non ha un animo malvagio. In circostanze diverse, avrebbe potuto essere come noi… o noi come lui. Ma per realizzare i suoi sogni è pronto a ucciderci tutti. Più rimango qui… più il rischio aumenta. Sul vassoio… un coltello. Posso usarlo per eliminare la sua minaccia… per sempre. È affilato. Potrei tagliargli la gola. So come fare. L’ho già fatto. Da bambina, per autodifesa. L’ho fatto allora. Potrei rifarlo! Ho giurato di non uccidere più. Ma Magneto è pronto a sterminare il mondo intero. Ha già ucciso. Devo agire, devo colpire. Che la Dea mi perdoni, io… non posso».

Tempesta non può uccidere Magneto, nonostante i crimini e i delitti già commessi, nonostante sia sicuramente pronto a uccidere tutti gli X-Men pur di realizzare i suoi sogni, i suoi piani, i suoi progetti, nonostante rappresenti senz’altro un pericolo e una minaccia crescenti, nonostante abbia già ucciso e sia capace di sterminare il mondo intero. Tempesta non può tagliargli la gola con il coltello che è lì, a portata di mano.


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