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giovedì 4 agosto 2011

cascare dal sonno (2di4)

«Il sonno è lo stato d'immersione dell'anima nella sua unità priva di differenze, la veglia al contrario è la stato in cui l'anima è impegnata nell'opposizione a questa semplice unità» (Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche). Il sé dormiente trova o tocca la sua esistenza autonoma più veritiera, assoluta: ab-solutum, ciò che è sciolto da tutto, ciò di cui ogni legame, ogni rapporto, ogni connessione o composizione è escluso; ciò che essenzialmente si slega, si distacca e si libera. La presenza del dormiente è la presenza di un'assenza, la cosa in sé è cosa di non-cosa. Massa tuttavia massiccia, ammassata, avviluppata, rannicchiata attorno a quel sé che esiste e persiste in una inesistenza.
Dormire insieme, coucher ensemble, apre niente di meno che la possibilità di penetrare nel più intimo dell'altro. Il sonno felice, languido, in cui gli amanti sprofondano insieme prolunga il loro spasmo amoroso in una lunga sospensione. «La separazione, virgola, tra il turbamento e l'io, al risveglio, equivale a scollare (distacco dal collo e della colla), e la decollazione a una idealizzazione sublimante che ri-vela quanto si stacca. L'indecisione, l'oscillazione, la vibrazione tremante in cui si annuncia l'idealità è chiamata sempre tremito, fremito ecc. "Questa specie di tremito esaltava la mia felicità perché faceva sì che il nostro scopare così tremante sembrava staccarsi , idealizzarsi. Non aveva smesso di rimanere sveglio e, durante la stretta, non si era emozionato, perché nel rumore, nonostante i suoi riflessi rapidi, aveva provato una pena leggera a svincolarsi dal turbamento, e io, che ero incollato a lui, avevo scoperto tale dolore leggero, lo scollamento da una colla sottile" (Jean Genet, Miracolo della rosa)» (Jacques Derrida, Glas). Dormire insieme significa condividere un'inerzia, un'uguale forza che mantiene i due corpi insieme, che vagano come due piccole barche che si allontanano verso lo stesso mare aperto, verso lo stesso orizzonte sempre nuovamente nascosto nelle brume. 

(da Jean-Luc Nancy, Cascare dal sonno


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