Mentre mi tiravo su, lei si rilassò, e ci baciammo di nuovo. Mi persi ancora in lei. – Dio, cos'hai sulle labbra? – mormorai. – Questo profumo mi riporta indietro.
– Dove?
Le stavo leccando la bocca. – Solo, tipo, indietro. Nel passato. Sto rivivendo la mia adolescenza.
– Per un lucidalabbra?
– Già, – sospirai. – È come con i mandarini di Proust.
– Vuoi dire le madeleine.
– Già, come con quei piccoli mandarini.
– Come... hai fatto ad avere questa cattedra?
(Bret Easton Ellis, Lunar Park)
– Dove?
Le stavo leccando la bocca. – Solo, tipo, indietro. Nel passato. Sto rivivendo la mia adolescenza.
– Per un lucidalabbra?
– Già, – sospirai. – È come con i mandarini di Proust.
– Vuoi dire le madeleine.
– Già, come con quei piccoli mandarini.
– Come... hai fatto ad avere questa cattedra?
(Bret Easton Ellis, Lunar Park)
Secondo Bergson è attraverso il corpo, strumento di selezione per sottrazione o diminuzione, che il soggetto ritaglia dall’universo delle immagini una porzione significativa di esso, che va a costruire la sua rappresentazione dell’oggetto e la sua coscienza.
La percezione non è un’attività contemplativa e disinteressata ma pratica ed interessata, svolta anche in base ai ricordi che albergano nella memoria (il cui tempo è la durata, la simultaneità di tutti i ricordi): la memoria orienta la percezione e la percezione attiva contenuti della memoria altrimenti obliati.
Che si tratti di mandarini, madeleine o lucidalabbra...
La percezione non è un’attività contemplativa e disinteressata ma pratica ed interessata, svolta anche in base ai ricordi che albergano nella memoria (il cui tempo è la durata, la simultaneità di tutti i ricordi): la memoria orienta la percezione e la percezione attiva contenuti della memoria altrimenti obliati.
Che si tratti di mandarini, madeleine o lucidalabbra...
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