Bello e triste, come – per usare immagini contenute nello stesso romanzo di Yasunari Kawabata – un collo stupendo in cui infilare un rasoio con gesto di squisita gentilezza, come dita che potrebbero sciogliersi in bocca in un attimo e che fanno venir voglia di reciderle facilmente con i denti. A rendere ancora più affascinante questo testo di cerimonie e vendette, alcune interessantissime riflessioni sull'arte, sulla scrittura, sul linguaggio.
Sai con quali caratteri si scrive la parola omiotsuke, zuppa di miso? Le prime tre sillabe, o, mi, o, sono tutti termini onorifici, e soltanto tsuke è sostantivo. Tutti quei termini onorifici vengono aggiunti per dimostrare l'importanza e la difficoltà di preparare una buona zuppa di miso. Non è raro nel Kensai aggiungere il termine onorifico a sostantivi come pesci o verdure, monti o fiumi, case o strade e perfino a fenomeni astronomici e metereologici.
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