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Per Corpo di Tiziano Scarpa non si può propriamente parlare né di romanzo, né di racconti, né  di saggistica. Il testo è composto da 500 aforismi, brevi riflessioni,  frammenti, su 50 parti del corpo umano (maschile, proprio quello  dell'autore): si va dai filosofici peli del petto e della pancia che «vengono al mondo sapendo di avere i giorni contati [e quindi] accettano la vita per quella che è, con i suoi limiti di tempo. Non fanno storie quando è arrivata la loro ora» - mentre «tutti  gli altri peli del corpo hanno paura di morire, cercano di restare  abbarbicati alla vita il più possibile, bisogna condannarli a morte uno  per uno, ghigliottinarli con rasoi, forbici, lamette: ma loro niente, si  ostinano a prolungare all'infinito i loro colli senza testa», al creativo ombelico tessitore che «fabbrica  formiche e moschini, di lana e di cotone; li cova al calduccio finché  sono grandi abbastanza da badare a se stessi, uscire allo scoperto e  avventurarsi da soli per il mondo», dalle selvatiche foreste d'ombra delle ascelle ove «i vegetali non possono contare sulla fotosintesi [e] hanno imparato a crescere al buio [e a nutrirsi] di sali minerali e rugiada caldastra» e che «ospitano popolazioni di lemuri dal fiato selvatico», alla lingua immaginifica che «quando si addormenta, sogna suoni inesistenti». 
Tra il serio e il divertende, un testo che ho adorato leggere. 
 
 
 
  
 
 
 
 
  
 
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