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sabato 26 luglio 2025

due graphic novel di bao

Due graphic novel pubblicati da Bao sono stati una lettura molto piacevole e interessante in questo mese, entrambi rivisitazioni di classici della letteratura inglese. 

Per quanto riguarda il primo, si tratta del secondo volume pubblicato nella serie Cherry Bomb - la collana curata da Zerocalcare: è Bea Wolf, testi di Zach Weinersmith e disegni di Boulet. Perché il curatore ha scelto questo fumetto per la sua collana? Zerocalcare rivela di essere sempre stato affascinato dalle storie che raccontano il passaggio tra infanzia, adolescenza e età adulta, perché in quelle transizioni si vivono le avventure più memorabili. E Bea Wolf mette in scena l'eterna guerra tra bambini e adulti usando il poema epico Beowulf in modo solenne nella forma e spassoso nei contenuti. I disegni di Boulet sono meravigliosi, fanno venire voglia di ridere, di tifare, di lasciarsi trasportare in questo scontro che ognuno ha conosciuto in prima persona.

Il secondo, invece, è Animal Pound, testi di Tom King e disegni di Peter Gross. Se a attirare la mia attenzione sul precedente titolo è stata la scelta di Zerocalcare di inserirlo nella collana da lui curata, in questo caso a spingere all'acquisto e alla lettura sono stati tanto il consiglio di Stephen King - che definisce l'opera una lettura struggente e coinvolgente -, quanto l'autore in sé, che ho già apprezzato per le sue storie di Batman (DC) e Visione (Marvel). Lo storia è una riscrittura de La fattoria degli animali: se il celebre romanzo di George Orwell è un'allegoria di come le utopie ideali del comunismo possano degenerare nelle crudeli realtà del totalitarismo in cui la rivoluzione del popolo distrugge il popolo stesso, la minaccia odierna del fascismo - secondo l'autore - non deriva dalla perversione degli ideali della sinistra che guarda al futuro, ma dagli imbroglioni che distorcono gli ideali della destra che guarda al passato. E gli strumenti di questi attori non sono la rivoluzione all'esterno dello Stato, ma lo sfruttamento delle norme già consacrate all'interno di esso. Per questo Tom King ha scelto di partire dall'opera di Orwell per costruire una nuova allegoria per l'orrore che ci fronteggia, utilizzando gli animali di un rifugio in città - cani, gatti e conigli - per raccontare la sua storia dell'ascesa di una nuova minaccia alla libertà e all'uguaglianza.

venerdì 11 luglio 2025

claremont run

Tra gli impegni di fine anno scolastico e gli Esami di Stato - conclusi venerdì scorso -, giugno mi ha visto incapace di pubblicare post, neanche un rapido resoconto finale delle letture del mese. A fine luglio pubblicherò quindi un post con le letture di questi ultimi due mesi. Intanto provo a fare qualche altro post, a partire da questo che è relativo al saggio The Claremont Run. Subverting Gender in the X-Men, scritto da J. Andrew Deman.

Avendo scritto Uncanny X-Men dal 1975 al 1991 (dal numero 97 al numero 278), Chris Claremont vanta una posizione preminente e un'influenza sulla cultura popolare - essendo durante la sua gestione quello degli X-Men il fumetto più venduto - uniche. Uno dei grandi punti di forza della scrittura di Claremont è stata l'ampia cosmologia di personaggi maschili e femminili che è stato capace di presentare, e i vari modi in cui marcatori identitari quali etnia, nazionalità, religione, età, classe e sessualità si sono intrecciati tra di loro e con le prestazioni di genere di ogni personaggio. In questo modo la lunga gestione dell'autore ha saputo rappresentare una forte messa in discussione della fissità di ruoli di genere che il mondo del fumetto ancora rappresentava.

La prima parte del saggio è dedicata all'analisi e all'esplorazione di alcuni dei personaggi femminili principali della gestione di Claremont. Jean Grey/Fenice rappresenta il fondamentale ritratto dell'agency femminile, cioè della capacità femminile di agire, prendere decisioni e avere un impatto sul proprio ambiente e sulla propria vita, della capacità di essere un agente causale, di fare accadere le cose attraverso le proprie azioni. Ororo Munroe/Tempesta è stata la prima leader di un gruppo supereroistico donna e la prima leader di colore, nonché portatrice di comportamenti di genere non normativi, garantendo così una particolare enfasi su un femminismo intersezionale. E, nella seconda generazione di personaggi femminili, abbiamo Betsy Braddock/Psylocke, che dialoga con il concetto lacaniano di mascherata femminile esprimendo la propria in senso ironico, e Alison Blaire/Dazzler, che permette di esplorare le forme tossiche della mascolinità.

La seconda parte, invece, indaga gli altrettanto interessanti personaggi maschili. Scott Summers/Ciclope impersona l'ansia culturale del cambiamento del paradigma patriarcale come risposta diretta alla seconda ondata del femminismo, ma dal sentirsi minacciato riesce poi progressivamente a distanziarsi dall'egemonia maschile di cui era emblema. Logan/Wolverine, da una parte connesso a archetipi maschili della cultura popolare quali il cowboy e il samurai, si dimostra capace di minare quella stessa mascolinità di cui sembra essere fatto. Infine, Kurt Wagner/Nightcrawler e Alex Summer/Havok sono personaggi piuttosto refrattari rispetto alla rappresentazione della mascolinità, minando la connessione tra il ruolo del supereroe e tale ideale.

mercoledì 31 maggio 2017

letture di maggio

Molto bello il romanzo di Salman Rushdie L'incantatrice di Firenze, in cui tra storia e favola si legano i destini dell'Occidente - la Firenze rinascimentale - e dell'Oriente - le splendide corti dell'Asia -, tra individui che non si contentano di essere ma sono intenti a diventare, donne immaginarie fatte reali dalla forza dell'immaginazione di chi le ama, artisti capaci di sfuggire alla realtà nelle loro opere, assedi alla bella città di Prato, uomini con la spada che quando incontrano uomini con il fucile sono uomini morti perché nell'era dell'archibugio non c'è più posto per il cavaliere in armatura. 

Opere prime sia per un autore che leggo con piacere ormai da anni, Murakami Haruki, con la recente riproposizione in un unico volume - Vento & Flipper - dei suoi due primi romanzi Ascolta la canzone del vento e Flipper, 1973 - accompagnati dal racconto illustrato Gli assalti alle panetterie -, sia per un autore di recentissima scoperta, Michael Chabon, con I misteri di Pittsburgh, romanzo di iniziazione alla vita adulta in cui, come spesso avviene, è il caldo dell'estate a sciogliere vecchi legami e presunte certezze, a fondere orizzonti e identità, a trasformare e far sperimentare nuove forze e forme, nuovi incontri, desideri e concatenamenti.

Piccoli e interessanti saggi: quello di Carlo M. Cipolla Vele e cannoni, che mostra i presupposti tecnici alla base dell'aggressiva espansione europea per mare nell'età moderna; la filosofia di un non-colore tracciata da Alain Badiou ne Lo splendore del nero; le Aporie sul morire, sui limiti e sui passaggi di Jacques Derrida; il percorso di apprendistato in filosofia di Gilles Deleuze ricostruito da Michael Hardt.

Graphic novel di Mark Millar, Superior, e di Kathryn Immonen, Ti prego, rispondi, e le gialle tavole non esaltanti de Le cose così di Mattia Labadessa.

domenica 30 aprile 2017

teoria del kamikaze (e letture di aprile)

Con il suo piccolo saggio Teoria del kamikaze il filosofo francese Laurent de Sutter indaga questa attuale figura dell'attentatore suicida riconoscendolo come un essere estetico, un attore di una scena pirotecnica il cui obiettivo non è tanto la distruzione quanto la sua possibile visibilità. L'attentato suicida è un dispositivo estetico, mediatico, perché si presenta ed è esperito in quanto immagine prima ancora che in quanto semplice fatto. Come i blockbuster hollywoodiani catastrofici, di cui sembra replicare le immagini, l'attentato suicida racconta il trionfo della luce dell'esplosione sull'infrastruttura materiale del mondo, del flash luminoso sugli edifici che dovrebbero costituire la materia di cui è fatto il mondo. Il kamikaze è un essere dell'epoca delle immagini, il suo scopo non è tanto quello di infliggere danni effettivi, quanto quello di mostrare un'immagine la cui impressione sia tanto forte e potente da paralizzare: il dispositivo tecnico-mediatico-estetico dell'attentato suicida ha come obiettivo la siderazione che carpisce gli sguardi, colpisce gli animi e paralizza i corpi. Attentati suicidi dei kamikaze e film catastrofici condividono quell'esperienza contemporanea del sublime che è la destruction porn, l'attrattiva pornografica per lo spettacolo della rovina, portatrice di un'esperienza più grande di sé dinnanzi alla quale non ci si può trovare che siderati.
Tutt'altro che nichilista, il kamikaze è, al contrario, il cavaliere del reale e del suo accadimento effettivo in un'epoca - quella della riproducibilità tecnica - in cui il reale non si offre sotto la forma del fatto ma sotto quella dell'immagine, in cui il reale appartiene alla sfera dell'apparenza e non a quella della realtà. Il kamikaze intende fare immagine, saturare lo spazio delle immagini con un flash accecante e trionfare nella gara per la visibilità. Il kamikaze è un flash che rende visibile come la visibilità sia il luogo stesso dell'ordine del reale.

Due bei romanzi questo mese. Ottima scoperta, grazie anche all'incontro con l'autore, il pranzo kosher e la visita al tempio organizzati dalla sinagoga diFirenze che ne hanno preceduto la lettura, il romanzo di Michael Chabon Wonder Boys. Quando un autore è appassionato di fumetti, per me è sempre un valore aggiunto.
Riuscita la riscrittura dello shakespeariano Racconto d'inverno realizzata da Jeanette Winterson con Lo spazio del tempo, che riesce insieme a non tradire l'originale e a non essere mero rifacimento, ma vero rilancio.
Ancora Cinquecento con Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano di Eugenio Garin.
Bello narrativamente e graficamente il primo volume della serie a fumetti Tokyo Ghost di Rick Remender.

domenica 2 aprile 2017

letture di marzo

I libri letti con i gruppi di lettura spesso sono deludenti, ma il bello e il piacere in questo caso stanno nella discussione e nello scambio che avvengono al momento dell'incontro e del confronto. In questo mese ho finito due libri che rientrano in questa categoria. L'energia della vergogna, del russo Fazil' Iskander, non è certo un romanzo di formazione, una storia sulla difficoltà di diventare grandi, visto che l'unico elemento di maturazione del protagonista nelle 200 pagine del libro è dato dall'imparare a leggere l'ora sull'orologio e poi, d'improvviso, nelle ultime 5 pagine, passano dieci anni e lui ha finito l'università, quando noi lo avevamo lasciato "primo della classe" (misteriosamente, visti i voti sul suo quaderno che dopo un primo 'ottimo' crollano su livelli medi) alle elementari. Non è un romanzo storico, di ambientazione storica, un racconto in cui la Storia si intreccia con le storie dei personaggi, il destino con le loro vite, visto che questo presunto 'sfondo sanguinante' - della guerra e del regime staliniano - cui si accenna alla fine del libro inizia a essere nominato, e solo vagamente, giusto nell'ultimo quarto del testo. Insomma, non è nulla di quello che viene spacciato sia. Si tratta, dunque, invece, di un groviglio di memorie infantili narrate convulsamente, senza un filo logico e, soprattutto, con uno stile che alterna la piattezza di un linguaggio da bambino e gli inutili barocchismi di un adulto che non sa scrivere. Un romanzo che non porta da nessuna parte e che viene subito abbondantemente a noia.
Due opportunità date a un giovane autore italiano, Giorgio Fontana, entrambe un fallimento. Prima Morte di un uomo felice, romanzo privo di alcun valore letterario. Poi Novalis che, peggio, si rivela anche privo di una trama dotata di senso alcuno.
Nuovo, per me, autore di genere è Walter Mosley che comincia bene con il suo Il diavolo in blu. Bello anche il lungo racconto di una vita sulle onde, sul surf, di William Finnegan Giorni selvaggi.
Due deludenti graphic novel, Il gusto del cloro di Bastien Vivès e Blankets di Craig Thompson, mentre si conferma un grande autore Brian K. Vaughan con Gli Escapisti
Ancora sul Rinascimento con l'antologia curata da Eugenio Garin L'uomo del Rinascimento. E sempre per un po' di storia Carlo Ginzburg sulla stregoneria e i culti agrari tra Cinquecento e Seicento, I benandanti, e Carlo M. Cipolla sulla peste a Prato nel Seicento, Cristofano e la peste.
Davvero utili gli strumenti, le tecniche e i design pattern spiegati da Walter Nuccio nel suo corposo e chiaro manuale La progettazione dei giochi da tavolo.

lunedì 31 ottobre 2016

letture di ottobre

Ogni tanto ritorno a Dave Eggers, questa volta con il bel Conoscerete la nostra velocità, struggente e ironico, geniale e irriverente. Un po' piatto ed eccessivamente cronachistico il romanzo su Alessandro Magno di Klaus Mann.
Arriva al 6° volume e continua a essere appassionante e graficamente esaltante la Saga fumettistica di Brian K. Vaughan, di cui - letto in prospettiva cinematografica - ho molto gradito anche l'avventura del Dottor Strange Il giuramento.
Per la saggistica, interessanti alcuni contributi della fenomenologia curata da Matteo Pellone di un mito (post)moderno quale James Bond, così come il saggio di Giuseppe Panella sulla scrittura di Curzio Malaparte L'estetica dello choc. Sempre piacevoli e ricchi anche i brevi saggi di Alain Badiou, come quest'ultimo appello alla corruzione della gioventù e invita a La vera vita.
Continuando le letture nietzschiane, il bel confronto tra Nietzsche e Foucault sui temi della corporeità e del potere svolto da Stefano Berni nell'ottica di una critica radicale della modernità, la biografia intellettuale di Friedrich Nietzsche scritta da Lou Andreas-Salomé, il noioso Atlante della sua vita e del suo pensiero curato da Giorgio Penzo, il mal scritto - come tutti i libri di Salvatore Natoli, secondo me e al di là dell'interesse dell'argomento - Nietzsche e il teatro della filosofia, il percorso su Il nichilismo di Franco Volpi.

venerdì 30 settembre 2016

letture di settembre

Veramente poche pagine lette questo mese.

Glamorama, ultimo romanzo che mi mancava di Bret Easton Ellis

Per la saggistica filosofica, lo scritto sull'insegnamento di Nietzsche e la politica del nome proprio Otobiographies di Jacques DerridaLa creazione del mondo di Jean-Luc Nancy, Il nodo di Gordio che raccoglie i due testi di un dialogo indiretto tra Ernst Jünger e Carl Schmitt su Oriente e Occidente nella storia del mondo.

Ancora un volume, L'attacco dei mostri di neve mutanti, con le strisce di Calvin & Hobbes realizzate da Bill Watterson.

giovedì 30 giugno 2016

letture di giugno

In preparazione del prossimo mese, che da un po' di anni è quello del festival del contemporaneo PopSophia - dove la filosofia indaga il pop e il pop racconta la filosofia -, un po' di letture in cui filosofia e cultura popolare si ibridano, si affrontano e si scoprono. Ovviamente si inizia dal tema di quest'anno del festival, Il Ritorno della Forza, con Star Wars and Philosophy: libertà e predestinazione nella famiglia Skywalker, stoicismo e filosofie orientali nel culto Jedi, ambiguità morali, il problema del male e della sua giustificazione, l'etica della guerra, la questione della tecnica, i dilemmi dell'intelligenza artificiale, la dialettica hegeliana, interrogativi politici su tirannide, democrazia e repubblica.
Due letture per Sherlock Holmes - tema anche dei buoni apocrifi di Luca Martinelli Il palio di Sherlock Holmes e Sherlock Holmes e la morte del cardinale Tosca - con il mediocre The Philosophy of Sherlock Holmes e con il migliore Sherlock Holmes and Philosophy: Holmes come lo spinoziano uomo saggio capace di non essere affetto dalle passioni che rendono schiavi - modello che pone le basi per eroi moderni come Dr. House, Bones, Spock -, le regole del ragionamento logico deduttivo, induttivo e abduttivo, uno studio sull'amicizia, il tema della noia, i rapporti con la fortuna, l'azione, l'immaginazione, l'inganno e la menzogna.
Ancora filosofia e letteratura con il bel Stephen King and Philosophy: Dio e il male, la costruzione dell'identità femminile in un confronto tra Carrie e Simon de Beauvoir, la sfida tra transumanismo e bioconservatorismo, Roland della serie La Torre Nera e il nicciano eterno ritorno - ma anche l'etica utilitaristica -, l'analisi aristotelica dell'amicizia e i racconti di Stagioni diverse, l'Overlock Hotel di Shining come foucaultiana eterotopia, utopia e distopia in L'uomo che corre e La lunga marcia, il genere horror e la compassione schopenhaueriana, viaggi nel tempo e preveggenza. 
Passando ai fumetti, Batman Unauthorized: il realismo e il grottesco, sovversione e conservatorismo, l'essenza del Joker, la figura paterna di Ra's al Ghul, la (im)possibilità di un ritiro per Bruce Wayne, la follia di Arkham.

In Deadpool Killustrated il mercenario chiacchierone dei fumetti Marvel, consapevole di essere solo un personaggio dei comics e di vivere in una dimensione perciò fittizia, e vista l'impossibilità di liberarsi e di liberare gli altri da tale realtà di finzione perché gli autori continuano a riscriverli, decide di andare alla fonte del problema, a quella realtà prima e ideale da cui il suo mondo finto deriva, cioè la letteratura classica e si mette a ucciderne tutti i protagonisti (Moby Dick, Don Chisciotte, Dracula, etc.) cosicché il mondo dei fumetti non possa più essere riscritto perché ne è venuto a mancare il modello, l'archetipo, l'idea. Deadpool uccide i classici per porre fine a quel mondo falso, di favola, di finzione, che sa essere la sua realtà. Più che un fumetto un saggio filosofico.

Da aggiungere: il non splendido ma lunghissimo romanzo di Yehoshua Kenaz Non temere e non sperare, sul servizio militare nello Stato di Israele; il thriller Un finale perfetto del sempre affidabile John Katzenbachfinito il seminario a scuola sulle Meditazioni metafisiche di Cartesio; molto interessante e ricco di spunti, suggestioni e temi da approfondire il saggio di David Graeber sul perché ci perseguita e insieme ci rende felici la Burocrazia; i saggi di Gianni Vattimo raccolti in Le avventure della differenzaquelli di Carlo Sini su semiotica e filosofia di Eracle al bivio, quelli di Claudio Magris sul "grande stile" nella letteratura moderna in L'anello di Clarisse.

Inizia, infine, un periodo di letture su Nietzsche con la biografia di un'apolide dell'esistenza scritta da Massimo Fini, l'introduzione di Gianni Vattimo e uno dei primi saggi critici sul filosofo, Il culto di Nietzsche di Ferdinand Tönnies.

martedì 31 maggio 2016

letture di maggio

Deludente il romanzo di Aleksandar Hemon L'arte della guerra zombi, in cui la simultanea presenza di katane e sceneggiature di invasioni di morti viventi non basta a garantire una lettura piacevole e godibile: più intenzione che realizzazione.

Della raccolta curata da Cateno Tempio Critica dei morti viventi e del saggio sull'hipster The White Negro di Norman Mailer ho già scritto. Tra la saggistica va aggiunto l'interessante raccolta di riflessioni, ricostruzioni e decostruzioni sugli immaginari del genocidio ebraico curata da Francesca R. Recchia Luciani e Claudio Vercelli in Pop Shoah?

Molti fumetti questo mese. Oltre alle seriali letture supereroistiche dell'universo Marvel (Deadpool, Wolverine, Capitan Marvel, etc.), Lo scontro quotidiano di Manu Larcenet, del quale dovrò ora recuperare Blast che mi si dice essere ancora meglio, il secondo volume di Deadly Class di Rick Remender, due nuovi volumi di avventure di Calvin & Hobbes - C'è un tesoro in ogni dove ed È un magico mondo - realizzate da Bill Watterson.

martedì 24 maggio 2016

critica dei morti viventi

La bella raccolta di saggi curata da Cateno Tempio, Critica dei morti viventi, indaga e racconta il fenomeno zombie tra cinema, videogiochi, fumetti e filosofia. I morti viventi siamo noi, inutile nasconder la nostra condizione ontologica che è la progressiva decomposizione, il disfacimento vivente. Figura perturbante e filosofica, lo zombie cammina senza trucchi, rifiuta l'imbellettamento e le maschere del vivere comune, svela la morte.
Rocco Ronchi ritiene che più dei moderni - che da Cartesio in poi pongono tra il vivente e il suo cadavere una relazione sinonimica, di contrari ma in un genere comune (ontologia della morte di un materialismo meccanicista che ha nei gabinetti di anatomo-patologia la sua origine) - siano gli antichi - che con Aristotele pongono un'omonimia tra il vivente e il cadavere, il cui nome è comune ma la cui essenza è differente - a permetterci di cogliere cosa siano i living dead: essi affermano una differenza pura, infinita, senza identità, la differenza a monte della vita e della morte (Jacques Derrida), una soglia che non appartiene né alla prima né alla seconda. Gli zombi portano a espressione quanto vi è di liminare nell'esperienza umana, l'esperienza pura, anonima e universale del trauma, familiare e perturbante.
Per Tommaso Ariemma quella del morto vivente è una figura di lunga tradizione che si riallaccia alle due distinte forme di "morte in vita" che gli antichi filosofi riconoscevano: la vita contemplativa e la vita quotidiana. Da Platone a Fichte la vita contemplativa, l'ideale della conoscenza separata dai disturbi e dai fastidi del corpo, uno stato di morte apparente, inventa la morte vivente degli altri, dei non contemplativi, come stato catatonico, inautentico e ferino, proprio di chi non si è convertito alla vita per la teoria. La figura degli zombi va allora messa in relazione alla sua origine metafisica, ovvero alla particolare forma di vita che l'Occidente ha scelto come ideale.
Antonio Lucci vede nell'origine haitiana dello zombie l'orrore infinito di una società soggiogata da un regime schiavista potenzialmente eterno e infinito, al di là del tempo e della morte: lo zombie quale paradossale controfigura dell'oppresso, grado zero della vita, dell'umanità, della morte e del proletariato. Pura morte, nuda morte che cammina, lo zombi si vendica di questa schiavitù nelle sue incarnazioni successive, che da un lato lo rendono un emblema della critica al capitalismo, mentre dall'altro esso diventa una macchina da riproduzione, un proletario nel senso letterale del termine, quale ente nel cui essere ne va della propria produzione e riproduzione: l'oppresso nel momento della sua rivolta e propagazione è lo zombi che crea altri, potenzialmente infiniti, seguaci, massa che da asservita diventa soggiogante, movimento acefalo, collettivo e organizzato dal basso nella propria assenza di opera. Nelle sue ultime figurazioni, invece, lo zombie sembra essere la molla d'innesco per narrazioni che hanno al proprio centro un'antropologia pessimistica: in una società resettata, in cui le istituzioni collassano, l'essere umano è il vero mostro, animale crudele allo stato di natura.
Tommaso Moscati evidenzia come lo zombie sia fra le figure orrorifiche quella che maggiormente è in grado di problematizzare la questione della diversità e dell'anticonformismo, essendo un concentrato di eccentricità e deformità.
Livio Marchese parla di "complesso dello zombie" per indicare la malattia che affligge l'umanità del terzo millennio, malattia prodotta dalle spore delle immagini in movimento di quell'arte potentissima e arte patogena che è il cinema che, meraviglioso e pericoloso, agendo sugli stati psichici più profondi può liberare e prolungare lo sguardo quanto condizionarlo e obnubilarlo fino allo stupore catatonico. Tra gli anni Sessanta e Ottanta la natura del miglior cinema zombie è stata quella rivoluzionaria di critica nei confronti della società, del nuovo tipo umano e delle nuove relazioni tra esseri umani, mentre ora esso sembrerebbe non andare oltre l'ambizione di soddisfare il bisogno di forzare sempre di più i limiti della rappresentazione dell'orrore, garantendo sfogo catartico e compiacimento.

sabato 30 aprile 2016

letture di aprile

Continuano le letture di Igort con i noir Alligatore. Dimmi che non vuoi morire, realizzato con Massimo Carlotto, e 5 è il numero perfetto, la dimenticata guerra del Caucaso dei Quaderni russi; poi, agli antipodi tra di loro, ci sono lo straordinario Kobane Calling di Zerocalcare e il pretestuoso e vuoto La bambina filosofica. No future di Vanna Vinci.

L'esperienza di lettura del primo volume - La morte del padre - dei sei che costituiscono La mia battaglia, dello scandinavo Karl Ove Knausgård, non mi ha dato validi motivi per avvertire il bisogno di continuare con gli altri libri.

Finiti un po' di saggi: l'Astrologia per intellettuali di Marco Pesatori, l'idea di progresso e le arti meccaniche nella filosofia del Seicento raccontate da Paolo Rossi in I filosofi e le macchine, i sette principi del genio che Michael J. Gelb illustra in Pensare come Leonardo, ma soprattutto lo scritto di Paul Veyne sul pensiero e l'uomo che è stato Foucault.

giovedì 31 marzo 2016

letture di marzo

Il romanzo di Julia Kristeva I samurai è una sorta di sequel de I mandarini di Simone de Beauvoir: la generazione degli intellettuali francesi tra gli anni Sessanta e Ottanta non sono tanto detentori del sapere e del potere culturale entusiasti del loro impegno quanto piuttosto guerrieri che considerano la vita come un'arte marziale, la scrittura come un atto di piacere e di guerra insieme: poesia, gioco di sciabole o calligrafia, ogni arte è un'arte marziale in cui ci si mette a morte per rifarsi un nuovo corpo, una nuova forma. Bellissimo romanzo, e romanzo d'amore: "Sono insieme perché sono separati. Chiamano amore questa mutua adesione alla propria rispettiva indipendenza. Questo li ringiovanisce, sembrano adolescenti: addirittura bambini. Che cosa vogliono? Essere soli insieme. Giocare da soli insieme, e a volte passarsi la palla, tanto per dimostrare che in quella solitudine non c'è dolore".

I quattro racconti di Wu Ming che compongono L'invisibile ovunque raccontano, con stili di scrittura diversi, quattro diversi modi di sfuggire alla guerra, alla Grande guerra: da ardito che le corre incontro, da finto folle col rischio di rimanere vittima della propria finzione, da artista surrealista, da maestro del camouflage mimetico.  
Letture rapide, e assai poco significative, per la storia di un serial killer malato di Alzheimer narrata dal coreano Kim Young-Ha in Memorie di un assassino, e per i micro racconti raccolti in La vendetta di Agota Kristof.
Finito il romanzo di Charles Dickens La piccola Dorrit.

Poco filosofici i percorsi tracciati ne I mondi di Miyazaki dai contributi raccolti a cura di Matteo BoscarolConcluso il viaggio tra le Filosofie nel mondo, così come i saggi di Salvatore Natoli Soggetto e fondamento, la storia del volo ricostruita da Mirko Molteni ne Le ali di Icaro e  quella delle macchine, dalla loro infanzia alle moderne e inutili, raccontata in Tecnica curiosa da Paolo PortoghesiDella non convenzionale introduzione alla filosofia di Tommaso Ariemma, Niente resterà intatto, della Filosofia dell'umorismo di Lucrezia Ercoli, ho già scritto. Delle ottime storie incredibili dei meravigliosi materiali di cui è fatto il mondo raccontate con gran stile da Mark Miodownik in La sostanza delle cose scriverò magari più in là.

Molto belli il viaggi raccontati e disegnati da Igort nell'impero dei segni nei suoi Quaderni giapponesi e tra le memorie dai tempi dell'URSS nei suoi Quaderni ucraini. Dopo Golem, un altro graphic novel di LRNZ, Astrogamma, sempre con una grande capacità grafica, superiore a quella di scrittura della storia. Non particolarmente originale ma comunque gradevoli nella loro classicità le storie di samurai scritte da Roberto Recchioni e ben disegnate da Andrea Accardi in Chanbara. Ispirato all'omonimo racconto di Edgar Allan Poe, La maschera della Morte Rossa, graphic novel che ai temi della vanitas umana e dell'ineluttabilità della morte unisce quello sui vizi e peccati capitali e una storia di vendetta, è invece banalmente scritto da Marco Rocchi e non brillantemente illustrato da Giuseppe Dell'Olio.
Altri primi cicli narrativi dell'universo Marvel che arrivano a conclusione sono i superiori e più minacciosi - adatti a più minacciose minacce - oltre che incredibili X-Men guidati da Magneto e scritti da Cullen Bunn, l'ottima possente Thor - nelle cui vene scorre il tuono - scritta da Jason Aaron, il nuovamente in nero Daredevil di Charles Soule, i migliorabili nuovissimi e completamente differenti Avengers di Mark Waidla nuova Wolverine e le sue cloni/sorelle di Tom Taylor, la quanto meno originale squadra di mostri gestita dallo SHIELD e allestita in Howling Commandos da Al Ewing, autore anche dei cosmici Ultimates impegnati a cominciare con l'impossibile, l'eccezionale Hulk di Greg Pakgli Illuminati di Joshua Williamson con la loro vita criminale, gli incredibili Avengers pessimamente assemblati da Gerry Duggan in una nuova squadra unione, i nuovi X-Men originali, adolescenti e venuti dal passato cui Dennis Hopeless fa affrontare i fantasmi di Ciclope ma di cui si poteva francamente fare a meno, come si potevano evitare i nuovi Inumani impegnati da James Asmus in una reazione globale al loro proliferare.

lunedì 29 febbraio 2016

letture di febbraio

La nuova avventura del duo Hap e Leonard scritta da Joe R. LansdaleHonky Tonk Samurai, vede i due improbabili detective metter su una sgangherata squadra - dei "samurai" pronti a andare fino in fondo, a rischiare la vita, ma desiderosi di salvare la pelle - per risolvere un caso la cui verità, alla fine, forse si sarebbe preferito non conoscerla. 

Lettura seriale anche per Fabio Geda che, insieme a Marco Magnone, dà inizio alla saga adolescenziale Berlin con il primo volume, I fuochi di Tegel.

Il ritratto di Descartes realizzato da Steven Nadler con il suo Il filosofo, il sacerdote e il pittore è piuttosto inconsistente e superficiale dal punto di vista filosofico e, insieme, molto poco attraente dal punto di vista letterario e narrativo: una piatta e ridotta biografia concentrata sull'incontro tra il filosofo francese residente nell'Olanda del secolo d'oro e il sacerdote cattolico Bloemaert, e sul probabile ritratto del suo amico che quest'ultimo avrebbe fatto realizzare al famoso Frans Hals, in un'epoca e in un luogo agitato da una febbre ritrattistica, prima della partenza del filosofo per la Svezia, in modo da averne sempre un caro ricordo. Così Nadler ricostruisce la genesi della più nota opera pittorica che ritrae Descartes. E il libro è tutto qui. Deludente.
Lettura derivata dal seminario sulle cartesiane Meditazioni metafisiche che sto tenendo a scuola, e da cui derivano anche le letture dirette dei testi del filosofo francese: Discorso sul metodo e i due trattati Il Mondo. L'uomo. Per questo e per gli altri seminari, la Guida alla lettura delle Meditazioni metafisiche di Descartes di Emanuela Scribano, la Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele di Giovanni Reale e la Guida alla lettura della Nascita della tragedia di Nietzsche di Gherardo Ugolini.

Sempre in ambito filosofico, le piacevoli Lettere persiane di Montesquieu, il breve intervento di Jacques Derrida sui temi di Incondizionalità e sovranità e quello su sovranità e crudeltà in Stati d'animo della psicanalisi di cui ho già scritto, come ho già scritto anche del libricino popfilosofico di Monia Andreani su Peppa Pig e la filosofia.

Molto gradevoli, soprattutto per gli splendidi disegni di Philippe-Henri Turin, i due volumetti per bambini scritti da Alex Cousseau e con protagonista Carlo, piccolo drago poeta dalle ali e zampe troppo grandi che lo fanno essere impacciato a terra e perciò deriso dai suoi simili ma in grado di oscurare il sole mentre vola, alle prese prima con la scuola di draghi e poi con il ciclope Polifemo

Dal mondo dei fumetti, oltre all'omaggio di Hugo Pratt all'ultimo volo di Saint-Exupéry, continuano i primi cicli narrativi delle nuove testate della Marvel: buoni i debutti del Dottor Strange, scritto da Jason Aaron e disegnato da Chris Bachalo, sulla Via della stranezza e del primo volume del nuovo Capitan America, Sam Wilson, di Nick Spencer, mentre pessimi i New Avengers di Al Ewing dove Tutto è nuovo ma il team non ha la minima attrattiva e le storie non appassionano.
Inoltre, bella l'avventura di Batman e Joker in Europa scritta da Brian Azzarello e disegnata da Matteo Casali e che vede i due percorrere le strade di alcune capitali del vecchio continente - Berlino, Praga, Parigi, Roma - per scoprire di essere intimamente legati ed essenzialmente necessari l'uno all'altro, reciprocamente e insieme veleno e medicina l'un per l'altro.

domenica 31 gennaio 2016

letture di gennaio

Visto il trasferimento toscano torno a Vasco Pratolini con il suo Cronache di poveri amanti: epica umile e pettegolezzi di quartiere, violenza fascista e lavoro manuale, amore e maturità, povertà e festa, gioia e lotta. 

Su suggerimento di Dreca ho letto il primo testo di una trilogia dell'autore marocchino Tahar Ben Jelloun, Creatura di sabbia. Il tema dell'identità e del genere incarnato in una creatura incostante e mutevole come la sabbia: Ahmed o Zahra, un uomo dal seno femminile o una donna con la barba mal rasata, l'illusione e la violenza che giustifica e privilegia qualsiasi cosa o una menomazione naturale della quale tutti si fanno una ragione, un destino forgiato da una volontà altrui o l'avventura del proprio corpo. Una vita come pelle screpolata a forza di subire mute e di farsi maschere su maschere. 

Con I lauri senza fronde Edouard Dujardin ci immerge nel flusso di coscienza di un giovane studente parigino invaghito di un'attricetta che ne spreme le ristrette finanze: il monologo interiore - prima di Joyce - di una serata di passeggiate, incontri, memorie, progetti, speranze, delusioni. 

Un po' di classici della filosofia e di saggistica: ritorno a Giorgio Colli, a lungo frequentato ai tempi dell'università, con il postumo Apollineo e dionisiacoIndizi sul corpo di Jean-Luc Nancy - che mi ha portato anche a Aristotele con L'anima -, Avances di Jacques Derrida, autore sul quale ho letto anche il non riuscito tentativo di Francesco Garritano di mettere in luce il progetto pedagogico del postmoderno a partire da La formazione come questione in Jacques Derrida.

Qualcosa sull'esistenzialismo, in vista di un corso di approfondimento per potenziare l'offerta formativa scolastica: Esistenzialismo e filosofia contemporanea di Pietro Prini, Esistenzialismo di Eugenio De Caro, L'esistenzialismo di Paul Foulquié, L'esistenzialismo di Guido De Reggiero.

Altra saggistica, molto deludente, il Lacan zen di Leonardo Vittorio Arena e I sei nomi della bellezza con cui Crispin Sartwell traduce in mera chiacchiera il suo tentativo di analizzare le diverse esperienze estetiche nel mondo.

Dall'evento destinato a stravolgere l'universo fumettistico della Marvel, Secret Wars, il volume che raccoglie le vicende fantasy scritte da Jason Aaron e soprattutto magnificamente illustrate da Mike Del Mundo: Weirdworld
E di questo tutto nuovo e differente universo supereroico che emerge, si concludono i primi archi narrativi delle nuove testate: il Reboot dell'invincibile Iron Man scritto da Brian Michael Bendis è divertente e ironico, ricco di azione ed eccessivo, sfacciato e anche gradasso, e soprattutto graficamente esaltante grazie ai disegni di David Marquez; gli straordinari X-Men scritti da Jeff Lemire - con Tempesta come leader e il gradito ritorno del vecchio Logan - si presentano come un gruppo in grado di prendere a calci quanti si oppongono al loro progetto di costruire un Paradiso-X per chi da sempre è temuto e odiato dall'umanità; infine, il Deadpool di Gerry Duggan deve imparare a vivere con il suo nuovo status di eroe più grande e popolare del mondo, di avengers e icona massmediatica, non più un mercenario ma un Milionario chiacchierone; non particolarmente brillanti lo Scontro temporale in cui Charles Soule getta gli incredibili Inumani guidati dai reali Freccia Nera e Medusa, né lo stupefacente Ant-Man di Nick Spencer che si ritrova tra le difficoltà di essere insieme un padre e un eroe e i supereroici Team-Up che tutti amano.

Di Cocktailsofia di Giovanni Giaccone ho già scritto, di Gianluca Cuozzo con Utopie e realtà e dei due saggi di Giovanni Macchia sulla letteratura francese - Baudelaire e la poetica della malinconia e Le rovine di Parigi -, invece, a breve.

venerdì 1 gennaio 2016

le classifiche del 2015

Ecco le mie personalissime classifiche dei libri letti nell'appena terminato 2015.

I 10 migliori romanzi
  1. Carlo Fruttero, Franco Lucentini, Charles Dickens - La verità sul caso D.
  2. Murakami Haruki - Nel segno della pecora
  3. Jo Nesbø - Nemesi-La stella del diavolo-La ragazza senza volto
  4. Jonathan Lethem - Chronic City
  5. Vladimir Nabokov - Lolita
  6. John Steinbeck - L'inverno del nostro scontento
  7. Vasco Pratolini - Un eroe del nostro tempo
  8. Anthony Horowitz - La casa della seta
  9. Robert Galbraith/J.K. Rowling - Il richiamo del cuculo
  10. Arthur Koestler - Buio a mezzogiorno

I 3 migliori saggi
  1. Jacques Derrida - La carte postale
  2. Alain Badiou - Metafisica della felicità reale
  3. Donatella Di Cesare - Heidegger e gli ebrei

I 3 migliori fumetti 
  1. Brian K. Vaughan - Saga 
  2. Rick Remender - Deadly Class
  3. ZeroCalcare - L'elenco telefonico degli accolli

I 3 peggiori libri (al di là del genere)
  1. Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato
  2. Jeff VanderMeer - Trilogia dell'Area X
  3. Gustavo Zagrebelsky - Liberi servi

martedì 29 dicembre 2015

letture di dicembre (I)

Un po' di fumetti e graphic novel.
Rick Remender è uno dei miei scrittori di fumetti preferiti e lo conferma sia con la sua produzione supereroistica per la Marvel, come il graphic novel "vendicativo" Rage of Ultron, sia con quella al di fuori della  Casa delle Idee, come i primi due volumi del fantascientifico Black Science, Caduta eterna e Benvenuto, Nessundove.
Mi sono deciso a leggere il primo graphic novel di LRNZ (Lorenzo Ceccotti) dopo aver apprezzato le sue illustrazioni per le edizioni italiane Einaudi de La strana biblioteca di Murakami Haruki e delle splendide copertine per quella mediocre saga fantascientifica di Jeff VanderMeer che è La trilogia dell'Area X. Così Golem si è rivelato graficamente appagante, con quella sua traccia in chiave manga che non esaurisce e su cui non si appiattisce, però, lo stile di LRNZ, e godibile a livello di storia e di scrittura.
Stessa cosa non si può certo dire per quella cronaca storica per racconto e immagini che è Chernobyl di Paolo Parisi. Quest'opera è la summa di tutto ciò che un graphic novel non dovrebbe essere e che invece, mi sembra, almeno sul mercato italiano spessissimo è (in particolare, duole dirlo, quelli pubblicati da BeccoGiallo come questo): storia banale e brutti disegni, questo tipo di prodotto sembra il rifugio di chi non sa né scrivere narrativa né disegnare fumetti e pensa di mettere insieme due incapacità ottenendo chissà come un risultato positivo. I temi impegnati non fanno che peggiorare il tutto dando al prodotto la pretesa di essere un qualcosa di serio e impegnato, di importante e imprescindibile. Nel complesso sembra un libro realizzato da chi non "sa" scrivere per chi non "sa" leggere ma vuole darsi arie di intenditore. Pessimo.
Torna con il quinto volume la Saga di  Brian K. Vaughan, con una storia che recupera il mordente in parte calato nel precedente capitolo: tanti morti e sempre ottimi disegni.

lunedì 30 novembre 2015

letture di novembre

Poche letture questo mese, e poche righe di recensione.
Molto bello e in perfetta sintonia con l'originale la nuova avventura di Sherlock Holmes scritta da Anthony Horowitz, La casa della seta, che riesce a essere fedele nello stile, nelle atmosfere. nei dialoghi, ma nello stesso tempo a non appiattirsi e fermarsi al già detto e raccontato.
Prima di darmi all'ultimo capitolo della saga di Harry Hole di Jo Nesbø, recupero la seconda avventura del poliziotto norvegese, da poco tradotta e pubblicata in Italia, Scarafaggi.
Con le due migliori storie del volume concludo I Maigret 1 di Georges Simenon: L'impiccato di Saint-Pholien e Una testa in gioco.
A fatica porto a conclusione la trilogia dell'Area X di Jeff VanderMeer: se già il secondo libro, Autorità, era stato deludente e piatto, ma poteva avere la scusa di essere un capitolo di passaggio, il terzo, Accettazione, è assolutamente inconcludente. Ci si poteva fermare al decente, ma nulla più, primo libro.
Sempre divertenti e ironiche ma anche riflessive e non banali le nuove tavole di ZeroCalcare raccolte in L'elenco telefonico degli accolli.  

sabato 31 ottobre 2015

letture di ottobre

Riprendono le letture di genere e di serie e saghe.
Per Jo Nesbø altri due ottimi romanzi con protagonista Harry Hole: Il leopardo e Lo spettro. Il poliziotto norvegese è sempre più giusto e al di là della legge insieme, forte e vulnerabile, esposto e pronto a dar corpo e vita agli spettri che lo abitano, assillano, infestano e a una giustizia che è sempre e ancora tutta a venire: a lasciare che il proprio corpo porti i segni, le tracce, le ferite e le cicatrici del suo rispondere all'appello della giustizia, a lasciare che la propria vita venga messa a rischio dalla chance di veder venire la giustizia. La serie si avvia a conclusione in maniera spettacolare e perturbante, meravigliosa e incredibile.

Il mio terzo romanzo di John Katzenbach è Il professore: rapimenti a scopi sessuali, perversioni e siti internet, psicologia e malattia, spettri e sacrifici, desideri e doveri.

Ritorno anche a due classiche serie inglesi come quella di Sherlock Holmes (Arthur Conan DoyleLe memorie di Sherlock Holmes) e quella di James Bond (Ian FlemingIl Dottor No e Solo per i tuoi occhi) e a una francese come quella del commissario Maigret (Georges Simenon, Il defunto signor Gallet).

Prima esperienza non esaltante con il giallista italiano Massimo Carlotto, il cui Arrivederci amore, ciao non mi sembra affatto un'immersione nel cuore nero e nella società patinata ma un thriller superficiale e poco emozionante.

Bello il prodotto fumettistico scritto da Rick Remender fuori dalle grandi case (Marvel) e realizzato invece nella libertà e nell'indipendenza del creator-owned: il primo volume di Deadly Class, 1987. Gioventù reganiana, proietta il lettore nella cultura della seconda metà degli anni Ottanta, col suo edonismo e la sua violenza, la sua droga e la sua musica, la sua politica e il suo nichilismo, il suo main stream pop e i margini delle sue sottoculture. Il tutto ambientato in un'esclusiva scuola per aspiranti assassini.

Continua con altri quattro volumi la nuova edizioni delle tavole di Calvin & Hobbes di Bill Watterson: La vendetta del baby-sitterato, Il progresso tecnologico fa "boink", La vita che stress, Tigrotto psicotico con istinto omicida.

Il saggio dello storico dell'antichità Domenico Musti sull'origine dell'idea di Demokratìa.

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