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martedì 8 settembre 2015

il colore in strada

Sui muri la vita spirituale e materiale di una società divengono inseparabili: è su di essi che si incarnano la memoria e l'autocoscienza di una città, essere di superficie che non smette di darsi a vedere, di comunicare l'immagine di sé, di parlare di se stessa. I muri sono una cosa politica, sono lo spazio di proiezione e di produzione fantasmagorica pubblica e condivisa - tanto per scritture e immagini ufficiali, quanto per umori del popolo, opinioni individuali, proteste e ribellioni - nel quale insieme la città si costituisce materialmente e si fa autocoscienza spirituale. Sui muri una comunità riflette su se stessa, sul proprio ethos collettivo e sulla propria moralità concreta: è su di essi che ogni cittadino apprende i saperi politici condivisi, le regole pubbliche, i valori civici universalmente riconosciuti, l'assiologia della città. 
In questa che è un'antica tradizione - della morale su pietra - si iscrive anche la pubblicità, che rappresenta l'ultima trasformazione di questo sapere pubblico del bene e del male che oriente le nostre scelte e definisce i nostri costumi. Bene, quindi, se la street art riporta il colore nel grigio delle città, se la creatività urbana rivitalizza i muri dei centri storici stagliandosi sul quartiere, o se si fonde con le vite di periferia, partecipa ad esse e fa prendere forma alle visioni dei suoi abitanti, ai giochi dei suoi ragazzi, alla morale dello sport che vi si pratica.

 
 





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martedì 27 maggio 2014

la squadra e i giocatori

Il calcio è un gioco di squadra, non è un gioco individuale. Spesso gli allenatori di calcio dicono (legittimamente) che non basta, per formare una squadra vincente, comprare i migliori giocatori. La somma dei migliori giocatori non dà quasi mai lo spirito della squadra più forte. Qual è il legame tra la squadra e i suoi componenti? Per capire questa correlazione confrontiamoci con la definizione dello Stato che Hegel dà. Hegel dice che lo Stato è Das Erste, il principio, è il primo principio rispetto alla società civile e alla famiglia. Questa affermazione è apparsa paradossale. Tutti si rendono conto che la famiglia e la società civile vengono prima dello Stato. Lo Stato nasce all’interno di un processo che presume come componenti essenziali i gruppi più elementari. Come deve essere inteso questo “venir prima” dello Stato? Certo non in senso cronologico, al contrario va inteso in maniera più sottilmente finalistica. Lo Stato rispetto alle sue componenti è il primo principio perché la famiglia e la società civile (le parti) realizzano il proprio fine, la propria destinazione naturale solo se si commisurano allo Stato (la totalità). I giocatori vengono prima della squadra di calcio, ma se i giocatori (le parti) nel loro gioco non realizzano se stessi all’interno della squadra (la totalità), questa non potrebbe mai essere vincente ed esprimere la sua primarietà in un gioco irresistibile e vincente.
Kant elabora un concetto di creatività veramente straordinario. Il filosofo fonda e legittima la creatività sul presupposto delle regole. Non esiste una creatività che sia totalmente trasgressiva, che non obbedisca a nessuna regola. Il rapporto tra creatività e regole esalta in egual misura queste due dimensioni. Anche questo modello filosofico funziona per capire l’organizzazione di una squadra di calcio. Pensiamo a come sia difficile inserire un fuoriclasse, una personalità calcistica che tende a non rispettare le regole e gli automatismi che una squadra gradualmente si è conquistata nel tempo. Questo modello di una creatività che si esalta sulla base delle regole riesce a rispondere alla duplice esigenza di mantenere alto lo spirito complessivo della squadra e di rispettare contemporaneamente il ruolo di una personalità straordinaria. 
Da un lato lo Stato hegeliano, dall’altro la creatività kantiana, ci aiutano a capire qual è il rapporto tra una squadra di calcio e le sue componenti.

(Elio Matassi, La filosofia del calcio)



sabato 29 giugno 2013

una vita da portiere (di calcio)

"Ho capito ed imparato subito che la palla non arriva mai da dove te l’aspetti. Mi è servito più tardi, nella vita, soprattutto a Parigi, dove non ci si può fidare di nessuno. Dopo tanti anni, dopo avere visto tante cose, quello che so di più certo sulla moralità e sul rispetto degli uomini, sul dovere e sui diritti, mi viene dallo sport e l’ho imparato nel Racing"

(Albert Camus, 1957).


mercoledì 13 luglio 2011

germania vs grecia

Su suggerimento dei miei studenti, questa appassionante partita di calcio Germania vs Grecia, con telecronaca dei Monty Python.

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